Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Nuovo Mondo
October 5, 2019
in
Nuovo Mondo
October 5, 2019
0

Paisà di tutto il mondo uniamoci, anche noi siamo italiani con spaghetti e meat balls

Una tv italiana porta un programma a New York per "selezionare" gli italiani "veri" in base alla loro scelta di ristoranti dai piatti "originali". Che illusione!

Stefano AlbertinibyStefano Albertini
Paisà di tutto il mondo uniamoci, anche noi siamo italiani con spaghetti e meat balls
Time: 3 mins read

C’è un programma televisivo, di cui non dirò il nome perché non voglio fargli pubblicità, che ha per conduttore un ristoratore italiano che si propone, attraverso una specie di concorso, di assegnare il titolo di miglior ristorante italiano nel mondo fuori dall’Italia. Alcune delle puntate, ovviamente sono state registrate a New York e pare ce ne siano altre in cantiere. Tre concorrenti si sfidano presentando il loro ristorante italiano preferito nella città in cui vivono e insieme al conduttore vanno a mangiare nei tre posti commentando e giudicando i vari piatti.

La formula è simpatica, anche se non molto originale e potrebbe funzionare se non fosse per il tono paternalistico del presentatore che sembra il depositario del criterio fondamentale dell’autenticità o italianità dei piatti e degli ingredienti che li compongono. Si percepisce, di fondo, un complesso di superiorità da parte sua, sia nei confronti dei concorrenti che dei ristoratori perché tutto viene giudicato a paragone di un mitico parametro di italianità di cui lui solo sembra essere depositario.

Gli italoamericani, i loro adattamenti di piatti italiani e i loro gusti sono giudicati con sufficienza e altezzosità come impuri. Fin dalla prima puntata, una delle concorrenti viene presa in giro e umiliata perché ha l’ardire di ordinare del pollo al marsala.  Un’eresia per il presentatore e gli altri concorrenti che tuonano “non è italiano!”. E pensare che a casa mia, a Bozzolo, le scaloppine di pollo al marsala sono sempre state uno dei piatti più gettonati.  Ma questa mitica italianità, innalzata come un idolo al quale tutti gli altri criteri devono piegarsi, chi la definisce? Chi è appena arrivato dall’Italia ha più titoli per giudicare? Ma la cucina italiana non è straordinaria proprio perché è in realtà una costellazione di cucine regionali e cittadine che nei secoli si sono separate e poi fuse?

Tortelli di zucca

Ricordo una ventina di anni fa un litigio epico a Londra tra due amici mantovani che, a Hyde Park, si sono messi a discutere se i tortelli di zucca vadano mangiati solo con burro e salvia o col sugo di pomodoro e, addirittura, la pancetta o la salsiccia. La discussione è presto degenerata in un litigio così animato che le urla dei due hanno cominciato ad attirare l’attenzione dei passanti. Non si è giunti all’accordo e i due (uno di Bozzolo e uno di s. Martino, distanza 2 km) non si sono parlati per qualche giorno.

Perché vi ho raccontato questa storia? Perché credo che dimostri l’inutilità e anzi il pregiudizio razzista del programma TV. Non esiste un concetto di autenticità e di italianità unica in cucina. Chiedetelo agli studiosi seri come Fabio Parasecoli o Simone Cinotto che si occupano di questi temi e che si guardano bene dall’utilizzare queste categorie. Ciò che sembra autentico a Bozzolo, appare farlocco a S. Martino. E se non si trova l’accordo fra due borghi a qualche chilometro di distanza, come si pretende di avere un metro universale per giudicare la cucina italiana nelle varie declinazioni che ha assunto nel mondo, dove si è adattata ai prodotti disponibili, ai gusti del paese ospitante e ad altre dozzine di fattori che imporrebbero di capirla e studiarla e non di irriderla.

L’idea subdola che sembra far passare il programma è che gli italiani che emigrano, diventano in qualche misura, meno italiani, italiani di serie B a cui gli italiani-italiani devono costantemente insegnare cosa vuol dire esser italiani, cominciando con l’eliminare gli spaghetti con le polpettine. E io, apposta, me li mangio e me li godo perché altri emigrati italiani come me e prima di me hanno combinato l’elemento base della loro dieta con la carne che qui in America si trovava a prezzi accessibili. Paisà, non preoccupatevi: siamo italiani almeno quanto i fighetti che mangiano il branzino al sale.

Share on FacebookShare on Twitter
Stefano Albertini

Stefano Albertini

Sono nato a Bozzolo, in provincia di Mantova. Mi sono laureato in lettere a Parma per poi passare dall'altra parte dell'oceano dove ho conseguito un Master all'Università della Virginia e un Ph.D. a Stanford. Dal 1994 insegno alla New York University e dal 1998 dirigo la Casa Italiana Zerilli Marimò dello stesso ateneo. Alla Casa io e la mia squadra organizziamo un centinaio di eventi all'anno tra mostre, conferenze, concerti e spettacoli teatrali. La mia passione (di famiglia) rimane però l'insegnamento: ho creato un corso sulla rappresentazione cinematografica della storia italiana e uno, molto seguito, su Machiavelli. D'estate dirigo il programma di NYU a Firenze, ma continuo ad avere un rapporto stretto e viscerale col mio paese di origine e l'anno scorso ho fondato l'Accademia del dialetto bozzolese proprio per contribuire a conservarne e trasmettere la cultura. I was born in Bozzolo (litterally 'cocoon') in the Northern Italian province of Mantova. I obtained my degree from the University of Parma, after which I moved to the other side of the ocean and obtained my Master’s from the University of Virginia and my Ph.D from Stanford. I have been teaching at New York University (NYU) since 1994, and I have been running the Casa Italiana Zerilli Marimò of NYU, since 1998. At the Casa, we organize more than one hundred events annually, including exhibitions, conferences, concerts and theatrical performances. My personal passion, however, continues to be teaching: I created a course on the cinematographic portrayal of Italian history, and one on Machiavelli in its historical context. I also run the NYU program in Florence every summer. I continue to have a close and visceral relationship with my town of origin, and 2 years ago, I founded the Academy of the Bozzolese Dialect to conserve and promote the local culture.

DELLO STESSO AUTORE

Stella Levi: 100 anni di Storia e la più alta onorificenza della Repubblica

Stella Levi: 100 anni di Storia e la più alta onorificenza della Repubblica

byStefano Albertini
Quella volta che sudai tanto intervistando Franco Battiato alla New York University

Quella volta che sudai tanto intervistando Franco Battiato alla New York University

byStefano Albertini

A PROPOSITO DI...

Tags: Cibo Italianocibo italiano all'esteroitaliani all'esteroitaloamericaniristoranti italiani a New Yor
Previous Post

Patrimonio Italiano Tv Award, premiati gli ambasciatori della cultura all’estero

Next Post

Il documentario su Oliver Sacks, il medico che portava i suoi pazienti in motocicletta

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Econ-comiche: Trump, Biden e il passaggio della torcia alla Casa Bianca

Discorso agli italiani sul crimine di Trump nel tempio sacro della democrazia USA

byStefano Albertini
L’arte musicale che annulla spazio e tempo per unire contro la discriminazione razziale

The Musical Art that Erases Time and Space to Unite Against Racism

byStefano Albertini

Latest News

Pericolo nucleare e i “Cinque punti” di Grossi per Zaporizhzhia: chi si accontenta non gode

Pericolo nucleare e i “Cinque punti” di Grossi per Zaporizhzhia: chi si accontenta non gode

byStefano Vaccara
Rosalynn Carter, ex First Lady, ha la demenza: l’annuncio del Carter Center

Rosalynn Carter, ex First Lady, ha la demenza: l’annuncio del Carter Center

byLa Voce di New York

New York

Another Summer, Another Lifeguard Shortage

Another Summer, Another Lifeguard Shortage

byLeo Gardner
In vendita la Duke House: l’ultima villa rimasta sulla Fifth Avenue

In vendita la Duke House: l’ultima villa rimasta sulla Fifth Avenue

byLa Voce di New York

Italiany

Made in Italy come sinonimo di qualità: all’ITA si confrontano gli imprenditori

Made in Italy come sinonimo di qualità: all’ITA si confrontano gli imprenditori

byLa Voce di New York
Intervista a Luisa Todini: “Con il Made in Italy possiamo conquistare gli Stati Uniti”

Intervista a Luisa Todini: “Con il Made in Italy possiamo conquistare gli Stati Uniti”

byNicola Corradi
Next Post

Il documentario su Oliver Sacks, il medico che portava i suoi pazienti in motocicletta

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2023 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2023
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the Term of Service and the Privacy Policy.

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?