Caro Direttore,
Scrivo a La Voce di New York, giornale che seguo da quando è nato, vorrei mi concedesse l’opportunità di raccontare agli italiani in America e nel mondo perché ho preso la decisione di candidarmi alle prossime elezioni politiche.
Ero emozionata la prima volta che sfilai sulla Quinta strada durante il Columbus Day a New York. Era il 2007. La parata mi dava un senso di euforia ed allo stesso tempo sentivo l’ impegno di una carica rappresentativa. Non ero lì in quanto effige estetica; mi era stato proposta questa opportunità dopo il grande successo all’estero della trasmissione in onda su Rai International, un’avventura lunga sette incredibili anni. Intensa da cambiarmi la vita.
Ero la conduttrice e curatrice del programma, in ascolto di tutte le comunità Italiane nel mondo. Si stava coronando un sogno, quello di abbracciare i miei connazionali tutti; sentivo la responsabilità di essere il loro punto di contatto con una terra che non hanno mai dimenticato. Erano in tanti, via per necessità, alcuni ormai da molti anni lontani, una vita di ricordi tra il vecchio ed il nuovo continente.
Registravo a Saxa Rubra, negli studi Rai di Roma, lontano dal frastuono del centro. Per anni non ebbi mai la percezione di questa notorietà, fu solo a Toronto, quando durante un evento pubblico, un anziano mi venne incontro al termine del mio intervento con un mazzo di fiori. La sorpresa mi colse e da quel momento non potei più far finta di nulla. Era emozionato e voleva ringraziarmi; io più imbarazzata di lui, accettai il galante pensiero. Mi disse che la trasmissione lo aveva aiutato a superare un problema non da poco, che lo assillava da anni e che riuscì a risolvere grazie al prezioso lavoro “di servizio”. Aveva le lacrime agli occhi ed io feci uno sforzo per trattenerle. Il programma, Sportello Italia, gli aveva dato fiducia e questo era il motivo che ci spingeva a lavorare ininterrottamente. Volevo che sapessero a chi rivolgersi. Da Buenos Aires a Melbourne, dalla Thailandia ai grandi e piccoli centri Nord Americani. In ascolto. Grazie ad una televisione oltre i confini nazionali, con il cuore pulsante, rievocando ricordi, provando a risolvere problemi, immaginando nuovi scenari possibili.
Il mondo della comunicazione stava cambiando davanti ai nostri occhi. Erano gli anni a cavallo tra le cartoline e le e-mail. Decisi di lasciare aperto un canale epistolare e da allora custodisco centinaia, migliaia di lettere di tutti coloro che mi hanno seguita. Una memoria con cui faccio i conti oggi che ho preso coraggio e consapevolezza del cammino che sto intraprendendo.
In molti recentemente mi domandano perché mi sia candidata. Per molti anni me lo hanno chiesto le persone che incontravo, l’ho sempre tenuta per me questa verità. La loro voce oggi mi sostiene in questa missione, fuori dai palazzi, proprio perchè non sono un politico ma ho fatto dell’ascolto la mia professione. La mia ragione di vita.
Da tempo mi interrogo su cosa significhi fare politica e qual è per me il senso più profondo di questa parola. Con vigore rispondo che prendersi cura delle persone, dare voce alle esigenze di una comunità e rispettarne i valori è da dove ho iniziato, anni fa..
Battermi per il riottenimento della cittadinanza ed il rilancio della cultura italiana nel mondo, questi due dei punti che affronterò durante il mandato. Con un occhio rivolto ai giovani e a coloro che da troppo tempo sentono che il nostro paese non abbia un futuro. Con un obiettivo chiaro: farò dell’ascolto e dell’azione lo strumento più potente.
Cambiare non solo l’Italia che guardi da lontano ma quell’idea di essa che è meraviglioso ricominciare a vivere insieme.
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