Care lettrici e cari lettori, bentornati e bentrovati. Alcuni tra i residenti nel Nord Est degli Usa, conoscono già “Visti da New York”. Per coloro che invece leggono per la prima volta questa rubrica sappiate che ogni domenica, per oltre quindici anni, è stata pubblicata nelle pagine di Oggi7, l’inserto domenicale del quotidiano in lingua italiana degli Stati Uniti America Oggi che ho diretto. Purtroppo sia “Visti da New York” che il mio lavoro ad Oggi7, ai quali per quasi vent’anni ho dedicato la mia passione giornalistica, non servivano più agli scopi dei proprietari del giornale. Sperando che almeno voi che ci state leggendo non la pensiate allo stesso modo, eccomi qui a presentarvi una nuova, emozionante e forse anche necessaria avventura giornalistica: “La VOCE di New York”.
Questo giornale nasce senza padroni e, oltre ad esserne il direttore responsabile, attraverso “USITmedia Inc.”, chi scrive ne è anche l'editore.
Non avrà padroni questo giornale online ed il suo futuro dipenderà da voi e da eventuali sponsor che vorranno darci fiducia. Non ne avrà né uno, né venti di padroni, ma centomila e magari anche molti di più: perchè i “padroni” de “La VOCE di New York” saranno sempre coloro che lo leggono.
Come Direttore mi assumerò la responsabilità di prendere le decisioni su cosa e soprattutto sul come pubblicare, per rendere il giornale il più interessante ed utile possibile per coloro che lo leggeranno. Cercherò di essere attento e sensibile alle vostre reazioni, ai vostri consigli, alle vostre idee.
Per questo esordio, ho anche cercato ispirazione dal lavoro che ho costruito in questi anni su Oggi7. Ma rispetterò sempre il fatto che a “comandare” il giornale saranno sempre i lettori, una “legge inderogabile” imparata da Indro Montanelli, il mio primo direttore e fondatore di quel Giornale, dal quale ho avuto la fortuna e l’onore di vedere pubblicati i miei primi articoli scritti da Boston oltre vent'anni fa.
Ma chi saranno questi lettori/padroni de “La VOCE di New York”? All’inizio, credo e spero, tanti tra quelli che leggevano la rubrica domenicale “Visti da New York” su Oggi7. E spero anche tanti tra coloro che sono arrivati in America dall’Italia più di recente, ai quali magari potrà piacere l’idea di leggere, in italiano, un giornale concepito e realizzato negli Stati Uniti. Non un collage di fredde notizie di agenzia arrivate da lontano, ma un giornale vero, che sappia interpretare ed esprimere il lavoro, le idee, le aspirazioni, le preoccupazioni, le passioni e i sogni degli italiani d’America.
Poi “La VOCE di New York”, grazie ad Internet, punta anche a diventare una “voce” per gli italiani in Italia. Ci piacerebbe infatti trovare anche in Patria tanti “lettori/padroni”, dai quali trarre ogni giorno ispirazione, per raccontare l’Italia vera, per quella che è nella realtà, e per restare – specialmente noi che siamo lontani – sempre più vicini alla nostra italianità.
Cercheremo anche quei “lettori padroni” che non sono italiani di nascita e magari neanche di “sangue”, ma per i quali la cultura e la lingua italiana scorrono nelle vene, tanto quanto a chi in Italia ci è nato e cresciuto. “La VOCE di New York” dunque si rivolge anche agli americani, e a tutti gli appartenenti alle altre duecento nazionalità che per svariate, ma comprensibilissime ragioni, hanno fatto della lingua, della cultura italiane una passione personale. Ecco, speriamo che anche gli amanti della “girlfriend” Italia, leggano “La VOCE di New York” e partecipino attivamente a trasformarla, un po’ alla volta, nella voce dell’italianità e dell’italicità nel mondo.
Facciamola girare questa “VOCE” non solo a New York. Condividiamola su Facebook, Twitter e su ogni altro canale di comunicazione disponibile perché ci auspichiamo che in futuro, i “padroni lettori” di questo giornale si conteranno anche tra le fila di quegli italiani sparsi per il mondo per i quali New York non è solo un luogo geografico ma un simbolo di libertà, di indipendenza e di opportunità!
Come vedete scritto sotto il nome della testata, “La VOCE di New York” è un giornale in italiano che si ispira al principio del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Non credo che occorra spiegare ai lettori residenti qui in America cosa significhi. A tutti coloro che vivono altrove, diciamo semplicemente che da New York, vi garantiremo sempre la totale indipendenza e soprattutto la libertà assoluta di poterla esprimere, senza aver mai timore di dover subire piccole o grandi intimidazioni del potente di turno.
Avremmo voluto far coincidere la pubblicazione del primo numero de “La VOCE di New York” con il 25 aprile, giorno importantissimo per la storia degli italiani. Pur non riuscendoci, ci siamo andati vicini e, dal momento che abbiamo ancora tanto da fare, vi chiediamo in anticipo di perdonarci qualche inevitabile errore d’esordio. Come si dice in Sicilia, “cu mancia fa muddiche” (solo chi lavora fa errori).
Nel giornale troverete i nostri primi “columnist”. Alcuni li conoscete già per il lavoro che ho condiviso con loro nel corso degli ultimi quindici anni. Altri sono volti nuovi ma tutte “voci” di talento, libere e indipendenti. Italiani e italo-americani che credono negli obiettivi de “La VOCE di New York” e che ringrazio dal profondo del cuore, per la loro fiducia e generosità nei confronti di questa nuova avventura. Altre “voci”, anch'esse nuove e altrettanto interessanti, si aggiungeranno presto al “coro”.
Ah, quasi dimenticavo: nella “home page” del nostro sito, c’è un angolo intitolato: “Una voce per te”. Lì troverete il testo di una canzone italiana, con il link per ascoltarla su youtube. Oggi la voglio dedicare a tutti voi, soprattutto a quei lettori che mi conoscono da tempo. In futuro avremo la possibilità di dedicarcele a vicenda, chi scrive sul giornale a chi legge e viceversa, tutte “voci” che ci ricollegano, in un modo o nell'altro, alla nostra storia culturale.
Dunque, leggetela con passione questa “VOCE di New York”. Participate e arricchitela con le vostre idee e le vostre opinioni. Noi vi promettiamo di dar spazio a quanti più dibattiti e conversazioni ci sarà possibile. Cio' che vi chiediamo in cambio è solo di far girare la vostra “VOCE”.
moc.ynecoval @araccavs