Piero Angela verrà ricordato (e rimpianto) come è giusto che sia per essere stato un grande, appassionato giornalista e divulgatore: per il suo eloquio elegante e al tempo stesso popolare, per il suo riuscire a rendere comprensibili anche concetti e questioni complesse. Aggiungiamo un’autonomia di giudizio e apertura mentale “laica”, che s’indovinava e intuiva senza che la dovesse sbandierare: pronto sempre al dialogo e al confronto; la formula “magica” che ha fatto di Angela quello che è stato, che ha saputo essere e fare.
Oltre che per questo, credo che Angela meriti di essere ricordato (temo che pochi lo faranno), per essere stato tra i primissimi a difendere, generosamente, Enzo Tortora dalla valanga di letame che gli rovesciarono addosso falsi collaboratori di giustizia e mitomani. In seguito a quelle accuse, per ordine della procura di Napoli, Tortora viene arrestato e patisce un lungo, dolorosissimo calvario: una vicenda allucinante, che certamente ha contribuito a schiantarlo prematuramente.
Angela, che di Tortora è amico (hanno mosso i primi passi professionali insieme, alla RAI di Torino), immediatamente percepisce che non può essere vero quel castello di accuse e si mobilita.
https://youtu.be/nadSnmi8xuw
Il 16 settembre del 2015 a Torino viene inaugurata la Galleria Enzo Tortora. Una bella e commovente cerimonia: interviene anche Angela. Sei minuti e mezzo, che si possono riascoltare grazie all’archivio di “Radio Radicale”. Con toni sobri e al tempo commossi, Angela rievoca sia rimasto incredulo e scioccato, nell’apprendere la notizia: “Non è possibile”, il suo primo pensiero. Subito si attiva. Scrive l’appello: “E se fosse innocente?”, per insinuare il dubbio che poi diventa certezza (ma a che prezzo!). Tortora non solo è innocente; è assolutamente estraneo a tutto quello che i magistrati gli contestano.
Angela racconta di come raccoglie decine di firme sotto quell’appello, convincendo perplessi e dubbiosi; di come buona parte della stampa in quell’occasione si sia comportata in modo a dir poco vergognoso e di come, in carcere, Tortora gli confidi: “Quando sarò scagionato, pretendo di tornare nella stessa rete, alla stessa ora, a fare lo stesso programma”. Una promessa mantenuta: tutti noi ricordiamo Tortora sorridente e melanconico, sofferente ma non domo, che pronuncia il famoso: “A che punto eravamo rimasti?”.
Ecco: Angela è stato anche questo. Anche per questo va ricordato e ringraziato.