Il dottor Paolo Ascierto, che si è visto spesso in molte trasmissioni televisive o sui giornali (anche il New York Times ne ha parlato!) per la sua innovativa cura anti Covid-19 a base di un farmaco anti artrite, è un oncologo Presidente della Fondazione melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli.
Il dottore, dal 7 marzo, sta trattando con successo i pazienti affetti da Coronavirus mediante il farmaco Tocilizumab nell’ospedale Cotugno.
“Somministrato in fase precoce” ci dice il dottore durante un forum organizzato on line “può evitare che il paziente finisca in terapia intensiva”.
Il dottor Ascierto rimane cauto sui dati (solo a fine aprile o inizio maggio avremo dati certi sulla sperimentazione) ma è ottimista. “Lo abbiamo testato inizialmente su 330 pazienti e arriveremo a circa 3000 per fine mese. Ho iniziato a trattare i primi pazienti il 7 marzo, con la collaborazione di AIFA, che ha stilato un protocollo in pochi giorni”.

Come e quando avete deciso di iniziare questo tipo di terapia?
“Spiegare il perché di questa scelta terapeutica non è semplice, ma è legata al trattamento dei tumori, alle strategie messe in campo per combatterli. Infatti queste strategie (come l’immunoterapia) spesso hanno effetti collaterali, si può assistere infatti ad una vera e propria tempesta di citochine, che infiammano i tessuti polmonari. Quando ciò accade usiamo appunto il Tocilizumab, un anti artritico, per sfiammare i tessuti e quindi abbiamo pensato di usarlo anche contro il Covid-19, che attacca i tessuti polmonari. Abbiamo anche visto come era stato sperimentato in Cina su alcuni pazienti, riscontrando benefici immediati.

Ricordo anche che questo è un trattamento che si fa prevalentemente mediante una sola infusione e che è meglio farlo in una fase poco avanzata della malattia. Durante i primi giorni della sperimentazione siamo anche riusciti a stubare 7 pazienti su 18 che erano intubati.
Bisogna anche aggiungere che ci sono pochi effetti collaterali. Certamente, se ci sono infezioni da HIV o Epatite B e C bisogna stare più attenti, ma è un farmaco generalmente ben tollerato. Studiamo anche la capacità respiratoria nell’arco delle 24/48 ore e se non migliora si può pensare di fare un’ altra infusione. E’ come un cortisone per i polmoni, si deve dosare con parsimonia, ma è molto efficace per curare l’infiammazione dovuta dal Covid nei polmoni.
Quando si ha una saturazione polmonare inferiore a 93 bisogna già intervenire ed è meglio somministrare il farmaco su chi è intubato da meno di 24 ore o prima di essere intubato”.

Cosa ne pensa dell’ozonoterapia usata da altri ospedali e della cura con idrossiclorichina?
“L’ozono puo distruggere il virus, ma non tutti gli ospedali hanno le giuste attrezzature, dove ci sono è sicuramente giusto usare questa terapia”.
Quale è la mortalità che ha notato nei pazienti del suo ospedale?
“Le persone morte hanno un’età media di 80 anni e i malati di 63. Una delle condizioni pregresse che sono un fattore di rischio è l’obesità, perché le cullule in questa condizione producono più interleuchina 6 e quindi un’ infiammazione cronica”.
Quando si potrà allentare la chiusura totale in Italia?
“Bisogna riaprire in modo razionale, fra qualche settimana la curva scenderà di parecchio, bisogna quindi ottimizzare le risorse e aprire per gradi”.