Si chiamava Robert Trentacarlini, ma per tutti era Trent Carlini, il più grande tributo di Elvis Presley mai esistito al mondo. Nato a Chicago il 15 settembre del 1962, da Aloisia e Lorenzo originari di Porto San Giorgio, era diventato una leggenda come colui che “si era fatto Re”.

La sorprendente somiglianza con il più celebre cantante del Novecento, le sue indimenticabili movenze, la stessa voce corposa e modulata di Elvis con l’unicità della sua estensione, avevano fatto di Robert un performer ricercatissimo negli Stati Uniti d’America. Assistere ad uno Show di Trent Carlini significava fare un salto indietro nel tempo e vivere un entusiasmante concerto con l’icona culturale di tutti i tempi. Non c’era ‘il Re’ su quel palco, c’era invece ‘un Re’ in cui pulsava, a suon di rock, il cuore di un prodigioso ragazzo italo-americano.
Di Elvis non ne aveva soltanto l’aspetto, ne aveva soprattutto il carisma. A sipario chiuso, quel carisma non si dissolveva ma diventava ancora più lapalissiano, macroscopico, a volte persino ingombrante nel suo meraviglioso ruolo di padre, figlio, fratello, compagno, amico. Impossibile non amarlo, impossibile non recepire quell’onda di grandiosità che accompagnava la sua quotidianità a riflettori spenti. Un divo, eppure un figlio che viveva per la madre, per la famiglia.

Sulle scene dalla metà degli anni ‘80, Robert aveva iniziato la sua carriera musicale proprio in Italia. Una chitarra avuta in regalo a soli 10 anni e la successiva scomparsa di Elvis, nel 1977, avevano fatto il resto. Infine la scelta di tornare oltreoceano e l’inizio di un percorso che sarebbe rimasto lo stage più brillante della sua esistenza, interrotta prematuramente a soli 57 anni per un’ischemia cerebrale.
Si era aggiudicato il contest dell’’ABC Next Best Thing’, portandosi a casa 100 mila dollari di premio. Le sue straordinarie performance sono passate dal salotto di Oprah Winfrey, a quello di David Letterman, fino a Jay Leno.
Chi ha visitato Las Vegas fino al 2017, ha assaporato l’adrenalina pura che traspirava dai suoi coinvolgenti show nei prestigiosi teatri della “città che non dorme mai”. Chi ha avuto quella fortuna ha potuto applaudire un mito in tutta la sua magnificenza e il suo splendore. Perché Robert stesso era quella Stella, un ragazzo di inconsapevole bellezza con un sorriso abbagliante per tutti, proprio quel sorriso che faceva rivivere Elvis, insieme a due occhi neri e scintillanti come il carbone che sembrava parlassero, anzi, cantassero da soli.

The King starring Trent Carlini, o consentitemi, Trent Carlini starring The King.
Se ne è andato in silenzio, come il suo Re, stretto nell’abbraccio dei figli Thalia, Isabella, Sophia, Gabriel, l’amatissima nipote Ilaria e le sorelle Lory e Laura. E’ stata proprio Laura, l’adorata sorella che lui chiamava con affetto “il mio eroe”, a darne il triste annuncio.
Si è spento al Centennial Hills Hospital di Las Vegas, domenica 8 dicembre, proprio nel giorno in cui, per tradizione, nella sua Italia si addobba l’albero di Natale.
Lo immaginiamo mentre intona “I’ll be Home for Christmas”, e per qualche secondo proviamo a crederci.