“Siamo come api, che impollinano senza saperlo, ognuno di noi quando lascia la sua patria per andare a vivere all’estero porta un po’ di polline italiano per creare qualcosa di nuovo nel mondo. Forse lo sappiamo, forse non ne siamo coscienti, ma alla fine i risultati sono lì. E credo che sia allo stesso tempo un fatto indiscutibile e una cosa bellissima”.
Architetto, fotografo e anche regista, pubblicato su Vogue Italia, Vanity Fair, Uomo Vogue, Russian Elle, Amica, The Observer e The Telegraph, con clienti come Bulgari, Hermes, Chopard, Alexo Wandael ha immortalato star del calibro di Kate Perry e Roberto Bolle ma anche, in uno splendido reportage del 2012, le prigioni femminili afghane e il training militare delle donne soldato. Dopo due viaggi in solitaria sulla sua amata moto, uno nel 2103 da New York a San Francisco e il secondo nel 2015 da New York al Labrador e Terranova, Alexo pubblica due bellissimi volumi intitolati Dear America from NY to SF e Dear America from NY to NL. I libri sono un’indagine fotografica e giornalistica sull’America. Alexo, ha anche realizzato il progetto ITALIANY.US, in cui esplora, attraverso dei bellissimi ritratti fotografici nei luoghi preferiti dai protagonisti, quegli italiani che negli ultimi anni hanno lasciato la loro patria per avventurarsi in America per realizzare i loro sogni. Italiani che hanno intrapreso negli Stati Uniti una nuova vita con coraggio, sacrificio e dedizione.

Anche Alexo ha lasciato Bolzano, la sua città natale, per recarsi a Ferrara e poi a Berlino, Los Angeles, fermandosi in seguito a New York. Attualmente Wandael si trova a Los Angeles per girare il suo primo feature film “To my pink lady”, dedicato alla sua amica Cristina Belenchia. Cristina ha combattuto per anni una strenua battaglia contro il cancro: prima vittima di un tumore al seno e in seguito anche di una leucemia. Alexo è rimasto affascinato dal blog di Cristina “My pink chemio” dove la malattia era affrontata con estremo coraggio ma anche con frivolezza e femminilità, ispirando tantissime altre donne colpite dalla stessa sorte. Il film è un viaggio emozionale che diffonde un messaggio positivo e riflessioni sulla vita, sulla morte, sull’amicizia.
Alexo, tu hai fotografato tante celebrità e top model, cosa o chi ricordi con più piacere?
“Nella mia mente rimangono fortemente impressi i ritratti dello stilista Oleg Cassini, di Patch Adams (il medico ed attivista statunitense famoso per aver portato clown e sorriso nelle corsie degli ospedali pediatrici n.d.r.) il reportage sulle donne soldato in Afghanistan e i ritratti dei senzatetto a downtown Los Angeles”.

Dove hai conosciuto Cristina, la donna alla quale dedichi il tuo cortometraggio?
“Cristina l’ho incontrata a New York, tramite amici in comune, mentre si riprendeva dalla sua prima battaglia (un cancro al seno) e prima di imbattersi in una nuova, la leucemia. Mi ricordo una bella passeggiata dopo pranzo insieme all’amica comune Isabella, nel West Village, conclusasi con un dessert da Magnolia, un vero “must” per chi visita New York”.
Come mai hai scelto lei e la sua storia per il tuo primo film?
“Penso in verità che sia stata Cristina a scegliermi, una bellissima mattina di fine settembre mi scrisse su Facebook per ringraziarmi di aver messo in contatto una mia amica oncologa a New York con la sua dottoressa di Milano e all’improvviso mi disse che mi aveva sognato e mi pregò di non usare la moto per quel giorno. In quel periodo non ero a conoscenza della gravità della sua condizione, però essendo sensibile ai sogni e alle intuizioni, all’energia che spesso trova canali a noi sconosciuti, decisi di ascoltarla e non prendere la moto, anche se la giornata era bellissima. Neanche un mese più tardi mi fu data la notizia che Cristina era morta e rimasi molto impressionato, mi sembrava di averle parlato da pochissimo”.

Eri già a conoscenza del blog “My Pink Chemio”?
“Me lo portò, dopo le vacanze natalizie, il suo caro amico Davide (che mi sta anche aiutando con il film) già stampato in un libro. Dopo averlo letto mi sono ripromesso che qualora avessi girato il mio primo film la storia sarebbe stata proprio la storia di Cristina. Era gennaio 2015 e adesso, nel maggio 2019, il mio primo film su Cristina sta per venire alla luce”.
Puoi descriverci il film e di cosa tratta?
“Il film è una celebrazione di Cristina e un invito a leggere il suo Pink Blog, le sue parole, pensieri e consigli a donne nella sua stessa situazione. E’ un regalo per lei, un viaggio emotivo concentrato in soli undici minuti e girato in California, a Los Angeles. Cristina è interpretata da un’altra Cristina, Rambaldi, nipote del grande Carlo, il creatore di E.T.”

Hai scelto tu come attrice Cristina Rambaldi?
“Anche in questa situazione credo che l’intuizione abbia giocato un ruolo fondamentale. Ho incontrato la Rambaldi a Los Angeles, durante un party e quando si è presentata dicendomi “Sono Cristina e faccio l’attrice” è scattato qualcosa in me che mi ha fatto capire che fosse proprio lei la persona che stavo cercando, un tassello importante di questo viaggio. Infatti abbiamo finito per scrivere il corto insieme, sebbene avessi già una scrittrice che mi stava aiutando.
Oltre a Cristina nel film c’è Andria Kozica che interpreta Dakota (che in lingua nativa americana significa “Amico”). Dakota è la rappresentazione delle sette migliori amiche di Cristina presenti nel blog e poi abbiamo anche una mini star, Aria Lyric Leabu, apparsa anche in Grey’s Anatomy, che interpreta Cristina da bambina. Da non dimenticare la speciale performance dell’artista Treeman, che interpreta un albero”.

A che punto è il film?
“Stiamo lavorando alla post produzione, al montaggio, sound, colore e colonna sonora e stiamo cercando di finire tutto in tempo per il festival di Venezia”.
Cosa ti ha colpito di più del blog di Cristina “My pink chemio” ?
“Quello che mi ha più colpito leggendo le sue parole è stato il suo spirito, la sua sensibilità, la sua ironia, il suo coraggio e la luce che dimostra di avere dentro di sé. Leggere il suo blog è davvero di ispirazione per tutti, ho consigliato la sua lettura anche alla mia sorellastra Titti, che l’anno scorso ha scoperto di avere un cancro al seno. L’ho invitata a leggere il blog e quando ha saputo che stavo girando un film in sua memoria mi ha confessato che le parole di Cristina l’avevano aiutata immensamente, perché tutto quello che le accadeva in ospedale durante i trattamenti non era più una novità per lei, che il blog l’aveva aiutata a non sentirsi sola durante quel periodo così duro. Cristina le aveva dato tanta forza e coraggio, una cosa che mi ha riempito di gioia”.
Per contribuire al completamento del film “To my Pink Lady” potete cliccare qui per donare ciò che desiderate, oltre a leggere ulteriori notizie sul film.
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