Duecentocinquanta mila casi americani affetti dalla sindrome di Down. L’impegno di Donald Trump “per affermare la parità di diritti contro miti persistenti, discriminazioni ed aborti selettivi”. In Italia intanto fa clamore il caso di un papà napoletano, single, 40 anni, Luca Trapanese che adotta una bambina, lasciata dalla sua madre biologica, rifiutata da 30 famiglie, prima che il Tribunale decidesse di affidarla a lui. Gay, cattolico, Luca lavorava già nel sociale per i disabili; ha fondato e gestisce associazioni, residenze, centri di inserimento: con lui è stato inaugurato in Italia il registro degli affidi previsti dalla legge per i single.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Luca che ci presenta Alba, sua figlia.
Piacere Luca e complimenti al neo papà! Come è il carattere di sua figlia?
“Alba è una bambina serena, allegra, simpatica, gioiosa che ama molto la vita; è positiva ed ha portato molta positività anche nella mia vita”.
La parola più ricorrente oltre a papà?
“Pappa! Sì, si sveglia al mattino con un grande appetito e la prima parola della giornata è pappa!”
Come e dove è avvenuto il vostro primo incontro?
“Quando il Tribunale mi ha concesso il decreto di affido l’incontro è avvenuto in uno ospedale di Napoli. Nella nursery dell’ospedale me l’hanno subito messa in braccio e fatta cambiare, ridendo e scherzando. Lei piange davvero poco!”.
C’è una persona accanto a Lei che condivide questa singolare paternità? Altre figure di riferimento magari femminili?
“C’è una tata tutti i giorni che copre metà giornata e due nonne, poiché io ho due mamme, due possibilità ed anche Alba ha due possibilità e ha due nonne”.
I Napoletani hanno un gran cuore. Arrivano plausi, like e grazie da tutta Italia per il suo esempio pubblico.
“Essere additato ad esempio pubblico mi mette a disagio. La bontà ed il bene vanno divulgati, ma ci tengo a sottolineare non mi sento un eroe, ma un padre con un desiderio vero di paternità senza porre limiti”.
Ed è proprio il concetto di paternità colto nelle sue diverse sfaccettature alla base di questa vicenda che qui abbiamo raccontato, con una piccola anticipazione della storia di Alba&Luca che potremo leggere tra qualche giorno. “Nata per me”, scritto per Einaudi. È l’iter e le riflessioni di una scelta fortissima tra difficoltà, pratiche, burocrazia, momenti di sconforto e molta gioia, e dove affioreranno le ragioni di una scelta. Nel libro scritto da Luca Mercadante, l’io narrante conduce un reportage narrativo, da cui è scaturito un dialogo/intervista duro, introspettivo, in cui ci si interroga e si tenta di dare una risposta da due diverse prospettive di che cosa sia la paternità. Il libro mette a fuoco il concetto di paternità sotto diversi aspetti: in termini di sangue, di accudimento, e di eredità culturale da trasmettere come esperienza di vita e di riflessione. Sotto forma di intervista si attraversano vari ambiti della “genitorialità” fotografata da due modi diversi di viverla: entrambi i due Luca sono padri, cresciuti in due diversi quartieri della stessa città, con una prospettiva diametralmente opposta di concepire la paternità, la religione, la vita.
Mercadante ateo e Trapanese cattolico, Mercadante favorevole alla interruzione di gravidanza, Trapanese contrario. Per Mercadante la paternità passa per il sangue prima che per l’accudimento come asserisce invece Trapanese. Un solo punto di contatto tra i due amici coautori: entrambi desiderano essere padri.