Presso lo studio legale Fried, Frank, Harris & Jacobson di New York si è tenuto un importante simposio internazionale per celebrare il 50mo anniversario del Center for Migration Studies (CMS) e della International Migration Review (IMR). Entrambe iniziative furono ideate e fondate mezzo secolo fa a New York nel clima di rinnovamento del Concilio Vaticano II da un gruppo di giovani scalabriniani, in particolare dal padre Silvano Tomasi ora Arcivescovo e Nunzio Apostolico della Santa Sede a Ginevra, esperto riconosciuto delle complesse tematiche delle migrazioni contemporanee. L’incontro di New York oltre all’Arcivescovo Tomasi e di suo fratello Padre Lidio, che per anni ha diretto e sviluppato il CMS, ha visto la partecipazione del vescovo di Brooklyn Nicholas Di Marzio e di autorevoli studiosi dell’Emigrazione: da Donald Kervin Executive Director del Center for Migration Studies a Ellen Percy Kraly Editor uscente e del nuovo, Douglas Gurak, dell’ International Migration Review a Pia Orrenius Vice President and Senior Economist della Federal Reserve Bank a Dallas a Richard Alba, Distinguished Professor of Sociology al Graduate Center della CUNY e tanti altri studiosi (l’elenco in calce all’articolo).
Per la VOCE di New York abbiamo chiesto all’Arcivescovo Tomasi un bilancio di questi cinquanta anni di attività:
“Non è facile riassumere cinquanta anni di storia in due parole. Quella del CMS è stata una attività sistematica. Crebbe lungo gli anni attraverso la pubblicazione regolare della rivista e di libri, l’organizzazione di conferenze legali per migliorare le leggi di immigrazione e per sensibilizzare le comunità cattoliche all’accoglienza pastorale e umana. Partiti da soli, attraverso le varie attività del CMS venne stimolata ed incoraggiata la formazione di professionisti di studi sull’emigrazione come pure lo sviluppo di altri centri di ricerca e studio su questo fenomeno della mobilità umana.
Attorno alla IMR si è creata una rete internazionale di collaboratori che hanno reso possibile mantenerla strumento di avanguardia per conoscere a fondo cause e conseguenze delle migrazioni e le esigenze delle persone coinvolte. Si è riusciti a sensibilizzare i legislatori sulla condizione degli immigrati e sulla necessità e utilità della difesa dei loro diritti umani. Direi che il bilancio mi sembra molto positivo ma che il lavoro non è affatto concluso. L’emigrazione continua in tutti i continenti. Una persona su 7 è un migrante internazionale (circa 240 milioni di persone) o interno (700 milioni). I migranti sono oggi una componente strutturale della globalizzazione e occorre leggere correttamente questo fenomeno. Le migrazioni si rivelano un elemento necessario sia per i Paesi ricchi che per i Paesi in via di sviluppo. Nei Paesi ricchi la popolazione comincia a diminuire a causa della ridotta fertilità ed essere educata in un certo modo per cui dei settori dell’economia necessitano mano d’opera. Purtroppo, anche se l’emigrazione porta benefici ai paesi di partenza, di arrivo e ai migranti stessi, c’è spesso un rigetto emotivo, una certa paura dell’immigrazione per gli aspetti culturali e abitudini diverse di chi arriva per cui si crea una contraddizione tra bisogno e rigetto. E poi non bisogna dimenticare il dovere della solidarietà verso chi deve emigrare per semplicemente sopravvivere violenze e abusi”.

L’Arcivescovo Silvano Tomasi
Quali sono i prossimi traguardi dell’IMR?
“Guardando al futuro, il 50mo anniversario incoraggia a far leva sull’esperienza acquisita e ad affrontare le nuove situazioni di minorenni che emigrano soli, di gente forzata a lasciare il suo ambiente a causa di cambiamenti climatici, di milioni di emigrati senza documenti. Il compito di IMR rimane urgente e vivo davanti al crescente fenomeno delle migrazioni odierne presenti in ogni continente.
Gli sviluppi in corso puntano su due esigenze importanti. La prima riguarda l’attuazione dei diritti umani di tutti gli immigrati e la seconda la responsabilità della comunità internazionale di collaborare per una governance più razionalizzata delle migrazioni che risponda ai bisogni oggettivi dei Paesi che hanno bisogno di manodopera e a quelli di chi deve essere accolto perché è in pericolo ed estrema necessità. L’IMR e il Center for Migration Studies di fatti sono già in cammino su questa strada.
Vi sono inoltre aree del mondo sulle quali è urgente riflettere in modo particolare. Dobbiamo avere più informazioni sui movimenti di persone Sud / Sud e cercare soluzioni per i milioni di lavoratori emigrati che si trovano nei Paesi del Golfo ove i loro diritti sono poco rispettati e lo sfruttamento è legalizzato.
Un altro servizio che IMR e il CMS provvedono e continueranno a fare è quello di informare e mobilitare l’opinione pubblica internazionale per renderla consapevole di queste grave violazione dei diritti umani. Il lavoro è tanto. L’attenzione ai migranti occuperà le agende dei legislatori e le ricerche degli studiosi per molti anni a venire.”
Salutiamo l’Arcivescovo Tomasi soddisfatto della intensa giornata di riflessione sulle migrazioni che spinge i partecipanti tutti ad abbracciare nuove sfide intellettuali ed umanitarie.
Ecco l’elenco dei partecipanti al Simposio: Donald Kerwin, Ellen Percy Kraly, Arcivescovo Silvano Tomasi, Jorgen Carling, Jennifer Lee, Pia Orrenius, Fei Guo, Frederic Docquier, Giovanni Peri, Ilse Ruyssen, Jaime Weinders, Nicholas Van Hear, Alan Gamlen, Monica Boyd, Irene Bloemradda, Richard Alba, Matthew Wright, Katherine Donato, Bhumika Piya, Ceren Ozgen, Cornelius Peters, Annekatrin Niebuhr, Peter Nijkamp, Jacques Poot, Mark Miller, Douglas Gurak.