"Sia che stiamo cercando di affrontare il cambiamento climatico, di fermare il virus Ebola, di affrontare le minacce di sicurezza informatica o di frenare la proliferazione delle armi nucleari, abbiamo bisogno di scienziati con una visione chiara e l’impegno a lavorare insieme per trovare soluzioni" – ha sostenuto il Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, accogliendo al Palazzo di Vetro la conferenza per la celebrazione del sessantesimo anniversario del CERN, l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, formatosi a ridosso della II Guerra Mondiale come impulso di pace e collaborazione fra gli Stati. Organizzato dal Consiglio delle Nazioni Unite Economico e Sociale (ECOSOC) e il CERN, l'evento "60 anni di Scienza per la Pace", ha evidenziato il ruolo che la scienza ha svolto nel dare impulso a uno scambio pacifico, per l'innovazione e lo sviluppo, nei decenni di cooperazione tra le due organizzazioni.
“La scienza ha il potenziale per avere un impatto significativo in tutte le tre dimensioni di un sostenibile sviluppo economico, sociale e ambientale” – ha dichiarato Martin Sajdik, presidente del ECOSOC. Sajdik ha sottolineato come l'interrelazione ‘scienza-politica-società’ debba essere rafforzata, al fine di garantire che l'istruzione scientifica e l'ingegneria, la ricerca, lo sviluppo tecnologico e le politiche si combinino per rispondere adeguatamente alle esigenze della società. "Il successo delle strategie scientifiche e politiche richiede un dialogo continuo tra scienziati, responsabili politici e della società", ha chiosato. L’ebola ha fatto irruzione nel pianeta in una maniera così violenta e trasversale da ricordare a tutti in maniera vivida quali e quanti sforzi, da parte dell’intera società scientifica, occorrano per fronteggiare le sfide globali. "Ci sono ancora grandi lacune nella ricerca e nell’innovazione, su una serie di questioni cruciali per il benessere umano e dello sviluppo sostenibile" – ha dichiarato Sam Kutesa, presidente dell’Assemblea Generale, aggiungendo – Nel settore sanitario l'epidemia di Ebola ci ha ricordato tutto il duro lavoro che ci attende. Gli sforzi per combattere l'HIV/AIDS, la malaria, la tubercolosi, così come altre malattie trasmissibili e non, rimangono una grande sfida per la scienza e la tecnologia”.
Lo sviluppo della tecnologia diviene dunque cruciale nel sollevamento da macroproblemi quali la fame, la siccità, lo sviluppo sostenibile, la sicurezza della qualità di ciò che si consuma. Il direttore generale del CERN Rolf Heuer ha ricordato come tutto ciò sia possibile solo passando attraverso l’educazione e che “per rendere la società all'altezza delle sue varie sfide, la scienza deve prendere un posto al tavolo della politica”. E’ necessario, inoltre, un livello di cultura sufficiente a far si che le persone acquistino consapevolezza, ha detto Heuer, aggiungendo che "non possiamo avere obiettivi di sviluppo sostenibile se non abbiamo educato la gente ad eseguirli."

Ban Ki-moon saluta il suo predecessore Kofi Annan (Foto ONU – Evan Schneider)
Ad onorare l’evento, ben due premi Nobel erano presenti in sala: Kofi Annan, premio Nobel per la pace, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite e fondatore dell’omonima fondazione, e Carlo Rubbia, senatore a vita della Repubblica italiana e premio Nobel per la fisica (1984). Annan ha parlato del mondo in cui viviamo come un mondo disordinato cui la scienza ha compito di dare ordine, vincendone le sfide. “In un mondo di abbondanza – ha dichiarato il Nobel per la pace – una persona su nove va a dormire affamata e più di 6 milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie che abbiamo capito come curare molto tempo fa. Modelli di produzione e di consumo non sostenibili continuano a mettere a dura prova le nostre risorse” – ha aggiunto – “Nel frattempo, l'aumento delle temperature, il cambiamento estremo dei modelli delle precipitazioni e degli eventi meteorologici costituiscono un chiaro pericolo per le nostre società”. E’ necessario, dunque, che la comunità internazionale sia oggi governata da leader che possano concentrarsi su come colmare il divario tecnologico e su come rafforzare il dialogo tra il mondo della scienza e il mondo della politica. "La scienza deve essere messa al servizio della società e radicata nella cultura di pace e sviluppo" – ha aggiunto Annan, ricordando che la pace “non può essere presa con la forza, ma solo con lo sviluppo”.
Grazie alla collaborazione tra CERN e UNESCO i ricercatori dei Paesi in via di sviluppo sono in grado di accedere a biblioteche digitali. Ogni persona che utilizzi il World Wide Web può attestare l'innovazione scientifica del CERN. E’ fondamentale continuare a facilitare la diffusione capillare della conoscenza in tutto il mondo, sfruttando il rafforzamento dei governi, degli istituti di ricerca e delle fondazioni di beneficenza, in modo che anche quei bambini che abitano le zone più povere del mondo possano avere accesso ai vaccini. “La scienza è una forma d’espressione, che esiste oltre le barriere culturali e geografiche” – ha dichiarato Rubbia, accostando la scienza alla musica. Rubbia ha sottolineato come L’Europa abbia fatto molto per l’incremento della cultura, anche attraverso l’istituzione dei premi Nobel quale lui è divenuto. La II Guerra Mondiale, ancor più della prima, ha costituito un elemento di rottura con questo impulso alla conoscenza ed è proprio per questo che la “collaborazione scientifica”, assieme “all’interdipendenza economica” devono costituire un solido legame per evitare che eventi simili si ripetano. Inoltre, “l’organizzazione per la ricerca nucleare non dovrebbe concernere lavori di interesse militare” – ha aggiunto Rubbia, ricordando i propositi dei padri fondatori del CERN.
A chiudere la conferenza, le parole dell’ambasciatore italiano presso la missione d'Italia alle Nazioni Unite Sebastiano Cardi, che richiamano all’aderenza agli obiettivi stabiliti dalla comunità internazionale: “Mantenendo e accelerando i progressi di sviluppo di fronte a minacce nuove e continue, e impostando il corso di trasformazione affinché sia di successo, l’agenda universale post-2015 resta la nostra priorità” – ha affermato Cardi, aggiungendo – “Nel fare ciò, la scienza e la tecnologia svolgono un ruolo cruciale. Viviamo in una società basata sulla conoscenza e dobbiamo sfruttare appieno le possibilità che la scienza e la ricerca scientifica ci offrono”.

L’ambasciatore Sebastiano Cardi (Foto ONU/Eskinder Debebe)
Hanno presieduto alla conferenza, oltre coloro già mensionati, anche l'ex direttore generale del CERN, il professor Hitoshi Murayama, direttore dell'Istituto Kavli per la Fisica e Matematica dell'Universo dell’Università di Tokyo e professore presso la University of California, (Berkeley) e la signora Naledi Pandor, Ministro per la Scienza e la Tecnologia della Repubblica del Sud Africa.