Il sangue italiano che scorreva nelle vene di Charles Alfred Taliaferro proveniva da molto lontano nel tempo e negli anni si era amalgamato perfettamente al Nuovo Mondo, divenendone anche protagonista. Ma quella di Al Taliaferro era un'eredità intellettuale trasmessagli attraverso i cromosomi dei suoi avi giunti sulle coste americane nel lontano Seicento, un'eredità che sarebbe esplosa nella ricchezza delle intuizioni e nel gusto della caratterizzazione.

Al Taliaferro
Al Taliaferro è stato un disegnatore di fumetti, una vera e propria pietra miliare nella storia di quest'arte grafica che accompagna da decenni la vita di piccoli e grandi divoratori di storie illustrate. Ed è stato il padre di un personaggio che ogni bambino (e ogni adulto) conoscono fin troppo bene: Donald Duck per gli americani, Paperino per gli italiani! Che nacque ufficialmente il 9 giugno del 1934.
Eppure il suo nome è rimasto sconosciuto al grande pubblico, disperso tra i tanti rivoli nei quali la genialità italiana si è espressa nel mondo e nelle più disparate arti. Il suo nome apparve una sola volta sulle titolazioni delle storie "papere" di Walt Disney. Nel 1951 la sua firma venne posta infatti sul libro "Donald Duck and the Hidden Gold". Ma se la modestia è sempre stata la grande virtù di questo artista delle strisce, la sua grandezza risplende senza ombre attraverso le migliaia di vignette inchiostrate per la titanica Disney, regina di tutti i sogni in cartone animato.
Charles Alfred Taliaferro nacque a Montrose, in Colorado, il 29 agosto del 1905. Egli apparteneva a uno dei tanti rami della grande famiglia Taliaferro, distintasi nelle terre americane fin dai primi del Settecento. Di tutto questo Al forse era al corrente, e la sua innata predisposizione al disegno e alla grafica lo avvicinarono all'idea di un'eredità artistica italiana. Trasferitosi con la famiglia a Glendale, in California, il giovane Alfred si diplomò in disegno e grafica ed ottenne il suo primo lavoro in uno studio pubblicitario, come disegnatore. Il subitaneo successo professionale non gli impedì di continuare i suoi studi artistici per corrispondenza e di frequentare l'istituto d'arte della California e a soli 26 anni ebbe la soddisfazione di veder ripagato il proprio talento con l'assunzione negli "Studios" della Disney, in Hyperion Avenue. Era l'anno 1931 e nelle settimane seguenti egli passò subito, dall'originario incarico di "animatore" di cartoons, al settore fumetti. Dal marzo del 1931 al luglio del 1932 Al Taliaferro passò le sue giornate ad inchiostrare (insieme a Floyd Gottfredson) le strisce giornaliere di "Topolino", personaggio di punta della casa Disney. Dal '32 al '38 proseguì con lo stesso incarico, insieme all'altro disegnatore Ted Thwaites, ed eseguì stupendi disegni per la serie disney adattata dalle "Silly Symphonies". L'italoamericano realizzò cinque storie: Birds of a Feather, The Boarding School Mystery, Ambrose the Robber Kitten e Elmer the Elephant, tutte destinate a incontrare ottimi consensi tra i lettori del genere. Impegnato temporaneamente nella realizzazione della storia "Jim Davis and the Sangor Shop", Taliaferro ritornò subito dopo al suo amato "Topolino" per passare però in brevissimo tempo alla strisce quotidiane di un nuovo personaggio. Chiamato a illustrare la storia della "Piccola anatra bianca" (all'interno delle Silly Simphonies) Al Taliaferro realizzò nel giugno del 1934 il primo "prototipo" di "Paperino", un papero dall'impronta intellettiva decisamente opposta a quella dei "topi" disney. Paperino riapparve poi nel 1936, sulle ali delle storie immaginate da Ted Osborne (inserite sempre nelle Silly Simphonies, dal '36 al '37), prendendo sempre più corpo come personaggio sganciato dalla famiglia di Mickey Mouse.
Il tratto grafico di Taliaferro, cui spetta decisamente la paternità di questo personaggio destinato a conquistare il cuore e l'affetto di milioni di piccoli e grandi lettori ( e che in Italia con gli anni ha conquistato una sua precisa fisionomia, alquanto diversa da quella americana), si impose definitivamente il 7 febbraio del 1938, quando Donald Duck acquistò la sua propria autonomia (il disegnatore illustrò in questa data la prima storia di Bob Karp). I primi anni Taliaferro lavorò esclusivamente alle strisce a matita, per poi completarle con l'inchiostratura fino al 1965. Paperino divenne in brevissimo tempo il personaggio più conosciuto della grande e allegra famiglia Disney. Taliaferro però non si limitò a dare un volto al chiassoso scansafatiche dei fumetti: sue furono anche le paternità di numerosi personaggi di supporto del mondo dei "Paperi". Il matrimonio con Lucy non fu allietato quindi soltanto dalla nascita di figli umani, ma anche dalla nascita di nuove figure a fumetti. Daisy, ovvero Paperina, prese corpo proprio sul modello della moglie Lucy, così come Nonna Papera nacque modellando le caratteristiche della suocera Donnie M.Wheaton. Anche il cane "Bolivar" è un vero e proprio figlio della famiglia Taliaferro, che sulle strisce riprodusse i tratti e il carattere del proprio cane Scottish Terrier – chiamato affettuosamente "George Mc Travis".
La famiglia di Paperopoli si allargò anche nell'oggettistica. La caratteristica macchina del personaggio disney nacque su ispirazione dei modelli automobilistici degli amici.
L'inventiva di Al Taliaferro non conobbe più limiti. Il disegnatore fece nascere anche il personaggio del cugino Gastone, papero decisamente baciato dalle più mirabolanti fortune. In Italia la fortuna di "Paperino" esplose negli anni '50. Il personaggio di Taliaferro piaceva (e piace tuttora) più di quello di Topolino, forse per quella stessa affinità caratteriale che trasfigura nel "papero" alcuni tratti del carattere latino. Lo sfortunato e pasticcione personaggio del disegnatore italoamericano venne presentato in quattro grandi volumi: "Paperino e mille e 92 strips", "Paperino:1072 paperinate in tempi di autarchia", "Paperino: un triennio di strips DOC" e "Paperino: Affari di Famiglia", raccolsero entusiastici consensi tra i lettori lanciando il piccolo papero nel firmamento della Disney. Pubblicato regolarmente nelle raccolte a fumetti in Norvegia, Danimarca e Svezia, il Paperino di Al Taliaferro conobbe anche un enorme successo attraverso le sue strisce domenicali. Negli anni '40 nacquero storie bellissime che alcuni anni fa sono state ripubblicate con i titoli di "Paperino, 365 storie per un anno" e "Paperino, Le mie allegre domeniche". Anche Taliaferro divenne un vero e proprio simbolo, seppur nascosto tra i tavoli da disegno, della Disney. Oggi i suoi lavori vengono esposti in Francia, Olanda, Germania, Svezia, oltre ad essere conosciuti negli USA e in Italia, dove Paperino rimane il personaggio più amato dei lettori disneyani.
Il mondo di questo schivo artista si è chiuso il 3 febbraio del 1969. Ammalatosi tre anni anni prima, Al Taliaferro continuò comunque a disegnare strisce del suo "figlio" a fumetti, pur avendo lasciato ufficialmente l'inchiostro il 18 aprile del 1965. Nessuna marea umana si fermò a commemorare la sua morte ma è bello immaginare la sua famiglia "papera", intorno al capezzale, rendere l'ultimo saluto all'eccezionale padre, artista americano dalle passioni decisamente italiane.
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