Torinese di nascita, newyorchese d'adozione, Erene Mastrangeli é una cantautrice che dal 2000 ha fatto della Grande Mela la sua casa e il suo palcoscenico. Ma l'Italia non l'ha dimenticata ed è sua la voce che ha risvegliato il patriottismo degli italiani a New York, quando, lo scorso aprile, è salita sul palco del gala della Italy-America Chamber of Commerce e ha cantato l’inno nazionale con uno stile inconsueto e inaspettato che ha suscitato grande emozione in sala, tanto che alla fine dell'esecuzione il parterre ha travolto la cantautrice con un’ovazione: Viva l’Italia. Dal quel momento Erene è diventata un poco la testimonial degli italiani a New York tanto che il Consolato Generale d’Italia l'ha invitata a cantare l’inno alla festa del 2 giugno.
Classica la sua prima formazione. Erene nasce come cantante nel coro di musica sacra al Teatro Regio di Torino. Nel '97 la sua prima esperienza americana, a San Francisco, come ragazza alla pari per due mesi. Poi l'arrivo a New York, la lunga gavetta e l'incontro con personaggi chiave che l'hanno sostenuta e incoraggiata a seguire il proprio percorso.Tra questi l'artista irlandese, Rodney Dickson, che, subito dopo il suo arrivo New York, l'ha quasi adottata .
Di questo suo percorso racconta a La VOCE: “Ho lavorato come cameriera per un bel po' di tempo ma ho avuto anche molta fortuna: dopo due mesi di lavoro all'Anyway Café nell'East Village, il proprietario decise di farmi esibire per tre ore tutti i lunedì sera durante la cena. Ho così iniziato a farmi conoscere nella comunità dei musicisti newyorchesi finché iniziai la mia prima collaborazione affinando al contempo il mio inglese. Da allora scrivo e conservo tutte le mie composizioni in uno schedario. Ho tirato fuori composizioni di 14 anni fa per riproporle oggi durante i miei concerti. Un'emozione unica”.
Erene, parlaci della tua formazione musicale?
La mia vera origine musicale é da ricondursi al mondo classico attraverso lo studio del canto e della chitarra, ma é nel jazz-blues che mi poi trasformo, creando le sfaccettature che mi caratterizzano. La mia radice jazz si nota nella scelta degli accordi che compio durante la composizione dei miei brani. Prediligo sempre note che creano dissonanze. Ma per quanto io sia influenzata dal jazz, non sono una musicista jazz.
Quali sono le influenze che hai subito durante il tuo percorso formativo?
Ho subito molte influenze dalla musica brasiliana e dalla fusion strumentale e soprattutto dalla musica italiana. Il mio modo di concludere le mie canzoni, che non finiscono mai su qualcosa di scontato ma hanno sempre una finale a sorpresa, lo riconduco alle influenze delle origini formative.
Quali gli italiani che in particolare ti influenzano?
Senz'altro cantautori come Pino Daniele primo periodo, Rossana Casale, Ivano Fossati. È evidente che io non pongo la parola al centro della composizione come fanno invece grandi cantautori come Francesco De Gregori o De André, per me la musica è sempre più importante della parola e del suo utilizzo. Se canto la linea melodica i suoni che escono fuori nella ricerca della melodia coincidono o sono molto simili alla parola stessa. Alle volte scrivo volutamente anche parole che suonano bene. Direi, che faccio un uso poetico della parola utilizzandone il suono.
Come ci si differenzia o caratterizza come cantautore italiano negli States?
Sono da sempre stata molto influenzata da musicisti come Stevie Wonder, Sting, Joni Mitchell, James Taylor, Susan Vega ma anche da Pat Metheny ed altri ma, pur trovandomi negli USA da 14 anni questo mese, nel mio modo di cantare e comporre ritrovo le caratteristiche musicali tipiche dell'Italia. Ho la tendenza a scrivere la melodia supportata da armonie importanti quasi come se io fossi ispirata delle arie dell'opera. Il modo in cui scrivo é decisamente melodico e lirico, caratteristica questa che incarna e descrive perfettamente la mia identità italiana.
Canti in inglese o in italiano?
Per il concerto al Rockwood canterò per la maggior parte in italiano, caratteristica che si sta prepotentemente facendo spazio durante i miei concerti. Quando ero molto giovane amavo profondamente la musica napoletana ma al contempo studiavo ed eseguivo le arie di Verdi e di Puccini essendo nel coro del Teatro Reggio e per qualche motivo ora mi ritrovo a cantare sempre più in italiano mettendo assieme tutti i pezzi che compongono il mio puzzle formativo.
Raccontaci della tua esperienza di collaborazione con Brad Roberts, il cantante dei Crash Test Dummies (famoso gruppo canadese formatosi nel 1988 arrivato al successo negli anni '90).
Con Brad abbiamo scritto pezzi anche a quattro mani ma senz'altro il pezzo che è rimasto è Let's Take It Slow. Lo conobbi su Craigslist ed il nostro accordo fu che io gli insegnavo le tecniche del canto e lui mi ripagava facendomi da coach di lingua e scrittura in inglese. Davvero un'esperienza indimenticabile.
Erene si esibirà domenica 9 marzo alle 20.00 al Rockwood Music Hall -Stage 3. Poi il 28 Marzo al St John's Lutheran Church alle 19.30, insieme ai cantautori Angela Ai, Andy Marino e Garry Novikoff con cui collabora ormai da qualche anno.