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February 9, 2014
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Pamela Quinzi, la stilista imprenditrice. Artigianato italiano ed estro newyorchese per scarpe con carattere

Liliana RosanobyLiliana Rosano
Time: 5 mins read

A New York è arrivata per gioco, sfidando se stessa e investendo la sua arte e creatività, rischiando anche di non veder decollare il suo sogno. Invece Pamela Quinzi, stilista romana, sbarca nella Grande Mela e centra il suo obiettivo. Il sogno non rimane solo nel cassetto ma diventa realtà. La fashion designer si forma a Roma e Milano, collabora con nomi importanti del mondo della moda, da Armani a Dolce e Gabbana a Fiona Swarovski. I suoi abiti, accessori e scarpe sono create per una donna raffinata, sexy, cosmopolita e al passo con i tempi. Il talento sta non solo nella creatività ma anche nell’artigianalità tutta italiana, nell’attenzione per gli obiettivi e nella massima espressione di un melting pot di stili che a New York trova terreno fertile.

Pamela , che ha uno showroom a Chelsea, quartiere artistico per eccellenza a Manhattan, si prepara per il suo fashion show nella modaiola Highline Ballroom. Sul palco la sua collezione Kilame, con scarpe barocche e fantasiose, accessori originali e raffinati, abiti per donne che non hanno mai smesso di giocare a fare le principesse. A metà tra il sogno stiloso e modaiolo di Carrie Bradshaw di Sex and The City e le donne italiane votate naturalmente all’eleganza.

Dalla collaborazione con le sorelle Fontana, alla creazione di un tuo marchio a New York, il tuo design punta sull'artigianalità, tutta italiana ma con un tocco cosmopolita tutto newyorchese.

Il primo stage mentre ancora studiavo a Roma come fashion designer fu nell'atelier delle sorelle Fontana, con Micol Fontana. Anni ed anni di storia della moda in quell'archivio unico al mondo nel cuore di Piazza di Spagna. Ricami, abiti, pezzi unici che hanno incrementato la mia passione per la moda e la couture, ispirazione giornaliera della mia collezione Kilame nata a New York nel 2012. Un tocco di spirito barocco che si unisce a colori, ricami e materiali vivaci e sofisticati.

Quali donne, idealmente, indosserebbero le tue collezioni?

Una donna romantica e sognatrice, elegante e sicura di sé. Una donna che ama osare e che non smetterà mai di volersi sentire un po' principessa…

scarpe rosaAnche in Italia, vantavi già collaborazioni e lavori importanti. Quanto, l'esserti trasferita a New York, ti ha aiutato professionalmente?

In Italia ho avuto modo di lavorare per grandi nomi del mondo della moda, la mia passione è fortissima per il mio lavoro e quando mi sono trasferita a New York il mio portfolio mi ha aiutato ad inserirmi benissimo e fortunatamente a trovare lavoro come fashion designer quasi subito. New York però mi ha dato quella carica e quell'energia che mi ha portato a lottare giorno e notte per realizzare il mio sogno, un sogno che forse prima non avevo chiaro e che ho scoperto a New York e cioè la creazione della collezione Kilame, la realizzazione e l'espressione della mia arte, delle mie scarpe un po' pazzerelle.

Il fashion design però in Italia sembra non avere crisi e molti giovani preferiscono formarsi nel nostro paese. Cosa c'è da imparare dagli americani in questo settore?

Lo stile Italiano e la formazione in Italia è imbattibile, ma l'America con il suo "business world" ti apre dei mondi incredibili. Dal momento che decidi di entrare a far parte del gioco devi essere pronta a tutto, inizia la lotta. L'America ti insegna a difenderti, a proporti, a sapertela cavare e a realizzare il tuo sogno, a farlo diventare reale. Penso di potermi definire una piccola stilista imprenditrice ora. New York mi ha dato un'energia esplosiva che ho riversato nel mio design, mi ha fatto superare la paura a mischiare i colori, i materiali, un vero melting pot dello stile ma fatto sempre con un'eleganza tutta Italiana.pamela

Qual è lo stilista o la stilista che più influenza la tua creatività artistica?

Veramente non ce ne sono, ma ho sempre ammirato lo stile unico di Tom Ford.

La moda italiana non ha bisogno di presentazioni. Perché allora si guarda sempre a New York non solo come vetrina internazionale ma anche come ispirazione?

Perché New York rappresenta la libertà dello stile, il non giudizio. Posso andare a fare la spesa in pigiama o vestita da gran gala nessuno mi dirà mai nulla e questo fa di New York un mondo unico di ispirazione.

La tua passione per le scarpe ricorda la protagonista di Sex and the City. Cosa non deve mancare mai nel guardaroba di una donna per essere moderna, pratica e sexy allo stesso tempo?

Una scarpa di Kilame design by Pamela Quinzi. Pizzi, merletti, piume e cristalli!

Oggi anche in America stanno emergendo nuovi designer molto alla moda e apprezzati anche in Italia (cito uno su tutti Michael Kors). C'è uno o una designer che apprezzi tra gli americani emergenti?

Personalmente adoro gli accessori di Mar Jacobs e gli abiti da Oscar di Marchesa.

La moda italiana, secondo te, punta solo sui grandi nomi e poco sui giovani talenti?

scarpe nereI giovani talenti in Italia fanno fatica, la burocrazia e le spese non aiutano se un ragazzo vuole aprirsi un proprio marchio. È molto difficile sopravvivere. La mentalità ancora mi spaventa. Sono giovane, magari inesperto…pero' sono bravo, dammi la possibilità di dimostrarlo. La gavetta non vuol dire "sfruttamento", vorrebbe dire "insegnamento" e questa differenza ancora non si è capita, purtroppo, dalle nostre parti. Così un giovane è costretto per pochi soldi a lavorare ore ed ore ed andare avanti troppo lentamente.

La differenza nell'abbigliamento tra una donna italiana e una newyorchese (parlo di quelle trendy e alla moda). Cosa amano entrambe, in cosa sono diverse?

Amano entrambe le scarpe, le borse firmate, la donna italiana ama i colori caldi, le terre, la newyorchese è tutta vestita di nero, sempre. La donna italiana ama la scarpa con il tacco e le indossa anche se le fanno male i piedi senza darlo a vedere, la newyorchese ha le ballerine ai piedi e i tacchi nella borsa.

Talento, fortuna o anche rischio. Cosa conta per cominciare l'avventura americana?

Il gioco parte appena l'aereo atterra a JFK. È come un flipper degli anni '50: pronti, via! La pallina sei tu, che corre e non si ferma mai, chi si ferma qui è perduto. Se hai talento qui lo puoi dimostrare e se vali andrai avanti. Il rischio deve essere parte di te, Be brave and live your life! Non hai nulla da perdere e allora buttati! La fortuna, nella vita non è mai abbastanza. Ma la cosa che conta più di tutto per me è: venire a New York con un sogno.

Infine, il tuo viaggio è un viaggio di solo andata per l'America?

La mia vita è un viaggio e chissà quali altre fermate farà.

 

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Liliana Rosano

Liliana Rosano

Sono nata a Catania, dove sono sempre tornata dalle mie peregrinazioni che mi hanno portato prima in Grecia, poi a Parigi. Con la mia laurea in Scienze Politiche, sognavo di lavorare nella cooperazione internazionale, ma sono finita a fare la giornalista, prima nella redazione di Telecolor poi del Quotidiano di Sicilia. ll mio ponte con l’America è iniziato grazie a un tirocinio per le Nazioni Unite a New York. Sono una freelance e collaboro con diverse testate e magazine nazionali. Vivo a Fairfield, nelle praterie sperdute dell’Iowa, in una comunità alternativa ed eco friendly e sono sempre alla ricerca di storie di italiani all’estero da raccontare.

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