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January 8, 2014
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Con Valarie D’Elia da New York all’Italia. E ritorno

Laura CaparrottibyLaura Caparrotti
Time: 5 mins read

È lei che, in soli due minuti, ci dà consigli validissimi su gite fuori New York o su viaggi da sogno, dagli schermi del canale NY1. Si chiama Valarie D’Elia, ma è probabilmente più conosciuta grazie al nome della sua rubrica come Travel with Val. Ha lavorato per The Travel Channel, Outdoor Life Network, CNN's Travel Guide e il CNN's Airport Network. È citata continuamente dal New York Times, Cigar Aficionado, Woman's Day, Redbook, Reader's Digest's New Choices e Family PC.

Il suo nome ha evidente sapore italiano e, infatti, la sua famiglia paterna viene dalla provincia di Benevento, precisamente da Castelfranco in Miscano, da dove il suo bisnonno partì agli inizi del 1900 per trovare fortuna in America. “Il mio bisnonno è venuto negli Stati Uniti a fine Ottocento – ci racconta Valarie – il suo nome era D’Elia, ma cambiò la pronuncia del cognome per essere più americano. Voleva essere considerato un businessman americano, senza essere trattato come succedeva all’epoca agli italiani che arrivavano negli Stati Uniti e dunque cambiò la pronuncia del nome. L’agenzia di viaggi nella nostra famiglia iniziò nel 1902 col nome D’Elia Travel. Quando arrivò a Bridgeport aprì un negozio dove vendeva panini, imparò l’inglese e divenne colui che faceva da liasion per gli operai italiani che stavano costruendo le ferrovie. Decise, infatti, che doveva imparare la lingua ad ogni costo e velocemente. Le persone iniziarono dunque a rivolgersi a lui perché parlava entrambe le lingue e poteva aiutarli ad organizzare il viaggio dei vari parenti dall’Italia attraverso Ellis Island, fino a Bridgeport. Insomma, il negozio di panini pian piano divenne una agenzia di viaggi e lui divenne l’agente di una grossa linea marittima. E questo è il business di famiglia da quattro generazioni. Pensare che tutto iniziò da quel piccolo paesino in provincia di Benevento dove il mio bisnonno era calzolaio. Era un calzolaio e divenne un agente di viaggio”.

valarie d'elia

Qual è il tuo rapporto con l’Italia?

Mi sento molto italiana. Mia madre è di origine irlandese, io sono sempre stata metà italiana, un quarto irlandese e un quarto molte altre cose. La parte italiana è sempre stata la parte che abbiamo celebrato, credo fosse perché mio padre si è sempre sentito molto italiano. Aveva così tanti parenti in Connecticut, anche perché molti degli abitanti di Castelfranco sono confluiti qui. Abbiamo talmente tanti parenti a Bridgeport che ogni 4 luglio ci riuniamo tutti per fare un grande picnic con tutta la famiglia. Io sono molto contenta della mia parte italiana e anzi, mi sento poco italiana alle volte, voglio essere molto più italiana. Anche mia madre era felice della parte italiana della famiglia. Amava la suocera, amava guardarla cucinare e mangiare quello che cucinava mia nonna. Ha amato tutto quello che era italiano, da sempre.

Sono tanti anni che presenti Travel with Val su NY1. Ultimamente hai proposto quattro segmenti realizzati nel paese di origine della tua famiglia, Castelfranco in Miscano in provincia di Benevento. Come è stato tornare a casa?

Sono 17 anni che faccio Travel with Val e sono stata in Italia dieci volte. I miei primi servizi sono stati su Venezia, Roma, la Sicilia e così via. Dico sempre che Venezia è il più grande cliché in Italia, ma allora? Ben venga! L’Italia si vende da sola, più di ogni altra destinazione. Secondo me è bene che i turisti visitino prima le grandi città e poi vadano ad esplorare i piccoli centri, anche perché molti non hanno legami con questi paesini come succede a me e ad altri italo-americani. Quando sono andata nel paese dei miei antenati, il legame è stato subito fortissimo. Sono posti così autentici che è difficile farli diventare uno stereotipo. Stare nel mio paese, mangiare con loro, sentire le campane della chiesa suonare ogni ora, diventare amica degli abitanti, mi ha reso per sempre legata alla mia terra d’origine. Mi ha dato tanto e vorrei ora dare io tanto a loro.

Hai trovato l’Italia cambiata negli anni?

No, rimango sempre molto affascinata dall’italia. Scoprirla è bellissimo. È la destinazione numero uno per gli americani e io voglio continuare a scoprirla anche per loro, andando a trovare quello che non si conosce. Certo, le tecnologie rendono sempre più facile la comunicazione e la promozione nel mondo. Quando sono arrivata la prima volta avevo due lettere che mio padre aveva scritto alla cugina per presentarmi. Invece, l’altra sera ero sulla chat di facebook a parlare con la mia amica che mi ha aiutata nei miei ultimi viaggi lì. Ora è così più facile rimanere in contatto. Il cambiamento viene però con le giovani generazioni, le vecchie generazioni sono ancora ancorate alle vecchie tradizioni.

Val 3bis

Allora è la gente ad essere cambiata…

Credo che ora la gente sia più curiosa della proprie origini. Questo per quanto riguarda i posti meno conosciuti che grazie alla voglia di conoscere da dove veniamo vengono scoperti. Penso che questi piccoli paesi potrebbero piacere anche a chi non ha legami familiari. Io sto già organizzando una serie di tour da proporre su tema cucina, lingua, fotografia, travel’s diary tour. L’unica cosa che forse potrà essere un piccolo ostacolo è che in questi posti non si trovano hotel a cinque stelle. Magari, però, proprio in questo sta il fascino di luoghi del genere.

Come scegli le storie da raccontare?

Alle volte una storia sceglie te, io sono una produttrice in fondo in fondo. C’è sempre una storia che aspetta di essere raccontata. Amo questo del mio lavoro: puoi raccontare delle bellissime storie e credo che sia questo che mi fa avere successo. Io vivo una storia da quando la concepisco, a quando la filmo (Valarie lavora solo con una telecamera), a quando la edito, a quando la posto sul sito. Le storie che racconto non sono mai su di me, sono sul posto, sulle persone, il soggetto della storia deve essere il protagonista, io compaio di più nei pezzi realizzati a Castelfranco perché quella è la mia storia.

Potremmo continuare a parlare con Valarie a lungo. La sua passione è travolgente quanto la sua forza nel progettare e realizzare quello che ritiene valido. Senza togliere niente alla parte irlandese che è in lei, Valarie ha tutto dell’italianità bella, solare, creativa e che non ha paura di alcun ostacolo. Mentre parla è come se in lei parlasse quel bisnonno che a fine ottocento decise di attraversare l’oceano per costruire una nuova vita, riuscendoci pienamente.

Sicuramente questa non è l’ultima volta che ci faremo raccontare la nostra Italia da Valarie. Nel frattempo, se volete informazioni su viaggi e su sconti particolari forniti da Val, consultate il suo sito: www.travelwithval.com oppure guardatela in televisione, su NY1 il lunedì, giovedì sabato e domenica.

 

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Laura Caparrotti

Laura Caparrotti

Ho cominciato a fare teatro nell'ingresso di casa mia, a Roma. Poi sono venuti i maestri, la laurea in discipline dello spettacolo e le tournée. Nel 1996, New York, nello storico The Kitchen. Vent'anni dopo sono ancora qui. Ho fondato una compagnia, la Kairos Italy Theater, specializzata in cultura italiana, e In Scena! Italian Theater Festival NY, un festival che porta il nostro teatro in tutti i distretti della città. Il teatro è la mia grande passione, insieme al ballo e alla (magggica) Roma. A New York ho anche iniziato a scrivere (proprio con Stefano Vaccara nel 1997), a insegnare teatro, a fare voice over e la dialect coach. Il tutto condito da un inconfondibile – ma affascinantissimo, mi dicono – accento italiano.

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