Tre esperti nominati dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno invitato venerdì il Senato degli Stati Uniti a opporsi a un disegno di legge che mira a imporre sanzioni alla International Criminal Court (ICC, CPI in italiano) e a tagliare i finanziamenti al tribunale sostenuto dall’ONU in risposta ai mandati d’arresto emessi contro i leader israeliani.
La CPI ha emesso mandati d’arresto a novembre per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per l’ex ministro della difesa Yoav Gallant per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza. Il disegno di legge approvato dalla Camera e che ora attende l’esito del Senato USA, è intitolato “Illegitimate Court Counteraction Act”, ed entrerebbe in vigore 60 giorni dopo la sua promulgazione.
Gli esperti dell’ONU sono Margaret Satterthwaite, Relatrice Speciale sull’indipendenza di giudici e avvocati; Francesca Albanese, Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati; e George Katrougalos, Esperto Indipendente sulla promozione di un ordine internazionale democratico ed equo.
I tre si sono detti sconvolti dal passaggio della legge alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti giovedì, che sanziona la CPI per la sua decisione. Il tribunale ha emesso anche un mandato d’arresto per un ex comandante di Hamas, oltre ad averlo in precedenza emesso anche contro il presidente russo Vladimir Putin per la deportazione di bambini ucraini in Russia.
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“È scioccante vedere un Paese che si considera un campione dello stato di diritto cercare di ostacolare le azioni di un tribunale indipendente e imparziale istituito dalla comunità internazionale per garantire responsabilità,” hanno detto gli esperti dell’ONU riferendosi al Congresso degli USA, avvertendo che “le minacce contro la CPI promuovono una cultura di impunità e ridicolizzano la ricerca decennale di mettere la legge al di sopra della forza e delle atrocità”.
Gli esperti hanno scritto alle autorità statunitensi per esprimere le loro preoccupazioni. La Corte penale internazionale è stata istituita in base a un trattato del 1998 noto come Statuto di Roma. Gli Stati Uniti non sono parte dello statuto, insieme a dozzine di altre nazioni, ma 125 Paesi sono membri della Corte.
Essa ha il mandato di indagare e perseguire individui per i crimini internazionali più gravi: genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Ha sede all’Aja, nei Paesi Bassi.
UN experts urge US Senate to reject bill seeking to impose sanctions and cut funding to the @IntlCrimCourt, after the tribunal issued arrest warrants against Israeli leaders accused of war crimes and crimes against humanity in #Gaza.https://t.co/ZB3ykRWOA3 pic.twitter.com/TNnFcEAZj9
— UN Special Procedures (@UN_SPExperts) January 10, 2025
Gli esperti hanno ricordato che la CPI è l’eredità dei processi di Norimberga che portarono i leader nazisti davanti alla giustizia e l’impegno a non permettere mai più che crimini odiosi come quelli commessi durante la Seconda Guerra Mondiale rimangano impuniti. Hanno sottolineato che il lavoro instancabile dei coraggiosi professionisti legali della CPI è il motore principale per garantire la responsabilità.
Gli esperti hanno inoltre invitato tutti gli Stati Parte della CPI e tutti i paese Membri ONU a osservare e rispettare gli standard internazionali relativi ai professionisti legali che lavorano per garantire responsabilità per i crimini internazionali più gravi.
Gli esperti hanno dichiarato che imporre sanzioni al personale della giustizia per adempiere alle loro responsabilità professionali rappresenta “una palese violazione dei diritti umani” e mina l’indipendenza giudiziaria e lo stato di diritto. Hanno avvertito che tali azioni erodono la fiducia pubblica nell’imparzialità della giustizia e creano un precedente pericoloso, politicizzando le funzioni giudiziarie. Gli esperti hanno infine esortato i legislatori statunitensi a sostenere lo stato di diritto e l’indipendenza di giudici e avvocati, invitando gli Stati a rispettare l’indipendenza della Corte come istituzione giudiziaria e a proteggere coloro che vi lavorano.
Al briefing giornaliero con i giornalisti al Palazzo di Vetro dell’ONU, è stato chiesto al portavoce del Segretario Generale la reazione di Antonio Guterres al passaggio della legge al Congresso USA contro la Corte Penale Internazionale. “Come sapete, non ci piace commentare potenziali leggi o disegni di legge che stanno attraversando un processo legislativo” ha rispsoto Stephane Dujarric che però ha aggiunto: “Detto ciò, abbiamo una posizione di principio sulla Corte Penale Internazionale, e questa è che, pur essendo indipendente dal Segretariato, il Segretario Generale nutre grande rispetto per la Corte e per il lavoro della Corte Penale Internazionale, che di per sé è un pilastro molto importante della giustizia internazionale”.