Un rapporto pubblicato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) a pochi giorni della COP29 a Baku, in Azerbaigian, conferma che il mondo sta vivendo un riscaldamento senza precedenti e il 2024 è destinato a diventare l’anno più caldo mai registrato, superando il precedente record del 2023.
“L’umanità sta dando fuoco al pianeta e sta pagando il prezzo”, ha avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres reagendo all’ultima analisi della temperatura globale dell’WMO, che riguarda i dati da gennaio a settembre 2024.
In un videomessaggio alla 19a Conferenza dei giovani sui cambiamenti climatici, Guterres ha sottolineato il loro ruolo fondamentale nel promuovere l’azione per il clima. “Da giovani, non sottovalutate mai il vostro potere. Nelle vostre comunità, sui social media, nelle scuole e per le strade, non solo chiedete il cambiamento, ma lo state anche realizzando”.
Il sostegno del Segretario Generale alla difesa dei giovani è in linea con le prove crescenti degli impatti della crisi climatica, poiché i rischi legati al caldo sono diventati la principale causa di morte legata alle condizioni meteorologiche a livello globale.
L’analisi della WMO, basata su sei set di dati internazionali, rivela una traiettoria preoccupante dell’aumento delle temperature. Mentre il rapporto evidenzia alcune storie di successo di paesi come le Seychelles, Mauritius, Laos e Irlanda nello sviluppo di servizi climatici efficaci, le prove rivelano che la crisi climatica si sta aggravando a livello globale.
🌍 Just in time for #COP29, this report offers crucial insights to shape national #ClimateAction strategies.
🔍 Let’s equip every country with the tools and funding needed for a climate-resilient future.
👉 Read the full #StateOfClimate Services report: https://t.co/1aZU8TsIMI pic.twitter.com/Rtjx7jyFJA
— World Meteorological Organization (@WMO) November 7, 2024
Secondo il set di dati ERA5 del Copernicus Climate Change Service, l’ottobre 2024 ha segnato il secondo ottobre più caldo mai registrato dopo l’ottobre dello scorso anno.
Questa tendenza allarmante coincide con l’aumento dei disastri correlati. Tra il 2020 e la metà del 2024, i rischi legati al caldo sono emersi come la minaccia meteorologica più mortale, rappresentando il 57% dei decessi segnalati legati alle condizioni meteorologiche, al clima e all’acqua a livello globale.
“Di fronte a sfide ambientali senza precedenti, lo sviluppo, la fornitura e l’uso delle informazioni sul clima per consentire l’azione per il clima non sono mai stati così cruciali”, ha sottolineato il segretario generale dell’WMO Celeste Saulo.
Il rapporto sullo stato dei servizi climatici evidenzia sia i progressi che le sfide persistenti nella fornitura di informazioni critiche sul clima. Sebbene un terzo dei servizi meteorologici e idrologici nazionali (NMHS) forniscano ora servizi climatici essenziali, permangono significative lacune di finanziamento. Dei 63 miliardi di dollari stanziati per l’adattamento climatico, solo circa 4-5 miliardi di dollari sostengono esplicitamente i servizi climatici e le attività di allarme rapido.
“Dobbiamo fare gli investimenti necessari per un futuro sostenibile. Il costo di non agire è molte volte superiore al costo dell’azione”, ha sottolineato Saulo, evidenziando la necessità fondamentale di supportare gli NMHS nello sviluppo di sistemi di allarme rapido e nella fornitura di servizi climatici.
I leader che arrivano a Baku per la COP29 devono affrontare pressioni per agire su più fronti. “I leader devono arrivare a Baku con ambizioni che corrispondano all’urgenza e alla portata della sfida”, ha sottolineato Guterres chiedendo nuovi piani d’azione nazionali per il clima in linea con la limitazione dell’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi.
“Insieme, spingiamo i leader a raggiungere risultati”, ha concluso Guterres, “Continuiamo a lottare insieme per il futuro che meritate e per il pianeta di cui l’umanità ha bisogno”.
Ovviamente, sulla riuscita del vertice di Baku, si sono subite addensate le nerissime nubi della rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, colui che aveva ritirato gli Stati Uniti dagli accordi sul clima di Parigi, decisione che poi l’Amministrazione di Joe Biden ha corretto. Senza gli Stati Uniti, come ha già fatto capire lo stesso Guterres in una recente intervista al Guardian, ovviamente qualunque accordo raggiunto alla Cop29 rischia di restate, dal 20 gennaio 2025, paralizzato.