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Africa e migranti: Per Meloni con Guterres “accordo pieno”, ma l’ONU non lo dice

La risposta del Portavoce del Segretario Generale sul perché nel comunicato rilasciato dal suo ufficio dopo l'incontro non c'era la frase "full agreement"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Meloni e Tajani all’ONU alle prese con la ragione della nazione Italia

Secretary-General António Guterres (right) meets Giorgia Meloni, President of the Council of Ministers of the Republic of Italy. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Time: 3 mins read

Spesso il lavoro dei giornalisti alle Nazioni Unite consiste nel leggere i “read out” (comunicati) redatti dall’ufficio del Segretario Generale Antonio Guterres e confrontarli con quelli pubblicati dai governi dei leader da lui appena incontrati. Qualche volta sono quasi identici, qualche volta molto meno. In diplomazia ogni parola, ogni aggettivo, può portare a infinite discussioni e persino le risoluzioni dell’ONU non vengono votate o subiscono il veto per via di una parola inserita o tolta da un documento.

Così quando abbiamo confrontato il “read out” rilasciato dal Segretario Generale Guterres sul suo incontro con la premier Giorgia Meloni di mercoledì, abbiamo notato che confermava che si era discusso della situazione dei migranti in Africa, ma senza accennare al fatto che ci fosse stato un “full agreement” (accordo totale) sulle posizioni suggerite dall’Italia rispetto alle politiche da attuare riguardo al continente per risolvere le migrazioni di massa verso l’Europa.

Roma, 24/07/2023 – Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, al Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari. (Foto Palazzo Chigi)

Così venerdì, al primo briefing tenuto dal portavoce di Guterres al Palazzo di Vetro dell’ONU da quando Meloni ha incontrato l’UNSG mercoledì, lo abbiamo chiesto a Stephane Dujarric, facendo la seguente premessa: essendo la questione dei migranti sempre più bollente in questo momento in Europa (Josep Borrell proprio oggi ha dichiarato che è una questione che rischia di sciogliere l’Unione Europea), volevamo sapere esattamente l’opinione di Guterres. Perché quando il Segretario Generale ha avuto il suo incontro con il Primo Ministro Meloni, nella lettura del comunicato ufficiale del governo italiano, si afferma che il segretario generale dell’ONU ha espresso “il suo pieno accordo” con l’approccio italiano all’Africa. Ma quando, proprio a Dujarric in questa sala, avevamo chiesto pochi  giorni fa un commento alla dichiarazione  del ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani – “Più che di Europa c’è  bisogno più di  Nazioni Unite in Africa” – il portavoce aveva risposto che “non è una questione di volontà, ma è una questione di soldi”. Però quando abbiamo riferito cosa avesse replicato l’ONU, il ministro degli Esteri italiano ha a sua volta replicato che non crede che sia una questione di soldi, “ma è una questione politica, non di tattica ma di strategia etc”.

Dopo l’incontro tra Meloni e Guterres nel comunicato del governo italiano si trova scritto che il Segretario Generale Guterres “è pienamente d’accordo”, ma nel documento che ha pubblicato l’ONU non si accenna al “full agreement” ma solo che avevano avuto uno “scambio di opinioni” del problema migrazioni dall’Africa; quindi abbiamo chiesto: il Segretario Generale Guterres è pienamente d’accordo con l’approccio del governo Meloni sulla questione migrazione in Africa oppure no?

Questa la risposta di Dujarric (vedere video sopra a partire da min. 17:41): “Stefano, il confronto e il contrasto delle letture dei comunicati, quello è il tuo lavoro. Noi abbiamo pubblicato la nostra lettura. Posso dirti che… non ero (nella stanza?)… il precedente incontro con il Primo Ministro italiano era stato a Roma. E, naturalmente, lì è emersa la questione della migrazione. Uno dei punti principali del Segretario Generale è che questo non è compito solo dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Giusto? Che sia l’Italia o la Grecia, affrontare la questione migratoria è una responsabilità europea. È una solidarietà globale. Ciò che vogliamo è, e se ci penso, probabilmente l’ho detto 240 volte, si tratta di avere un dialogo e accordi reali tra paesi di origine, paesi di destinazione e paesi di transito. E abbiamo un patto globale sulla migrazione. Abbiamo il quadro. Serve più volontà politica”.

A questo punto abbiamo insistito con un follow-up:  il Segretario Generale è un esperto in materia di migranti-rifugiati (è stato l’alto commissario dell’UNHCR, ndr), si sarà fatto una opinione del cosiddetto memorandum con la Tunisia firmato dall’ Italia, Olanda, e parte l’Ue? (Lo ha firmato Ursula von der Leyer ma Josep Borrell lo ha criticato, ndr)

(S-D) Il primo ministro Mark Rutte, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il presidente tunisino Kais Saied e la premier Giorga Meloni, in occasione della firma del Memorandum di intesa tra Ue e Tunisia. Tunisi, 16 luglio 2023.
ANSA/ FILIPPO ATTILI – PALAZZO CHIGI

“Non ho l’esatta opinione di Guterres a riguardo. Ok?” ha risposto un po’ sbrigativo Dujarric.

Dalle risposte del portavoce di Guterres, non ci sembra che ci sia ancora “full agreement” su quello che il governo italiano vorrebbe fare per fermare i migranti dall’Africa (come nel memorandum di Tunisi), o quando Roma chiede più ONU nel continente e quello che invece – e da parecchi anni – suggerisce il Segretario Generale Guterres.

Continueremo a far domande su una questione che, come gli stessi Meloni e Tajani hanno ripetuto durante la loro permanenza a New York, è per l’Italia la più importante e pressante da discutere con le Nazioni Unite.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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