“Non dobbiamo sottovalutare quello che succede in Africa, ne parleremo anche alle Nazioni Unite. Durante la nostra missione dobbiamo assolutamente chiedere una presenza dell’Onu perché la situazione in Africa non è esplosiva è già esplosa”.
Così oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dell’assemblea di Confindustria, riguardo alla ennesima crisi dei migranti (e rifugiati) che stanno attraversando il Canale di Sicilia – con imbarcazioni partite per lo più dalla Tunisia ma anche dalla Libia – e che hanno messo nel caos il centro di smistamento nella piccola isola siciliana di Lampedusa.
L’Italia affronterà il problema la prossima settimana qui a New York durante la UNGA78 e in più, ci sembra di capire dalle parole del ministro, chiederà una presenza più marcata dell’ONU nella regione.
Oggi al briefing giornaliero al Palazzo di Vetro con Farhan Haq, (video sopra, min. 16:36), vice portavoce del Segretario Generale Antonio Guterres, abbiamo chiesto sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano e della sua richiesta di “presenza dell’ONU”. Haq nella sua risposta, ha elencato le agenzie dell’ONU già presenti in Nord Africa (come UNHCR e IOM) e ha spiegato che dal canto suo, il Segretario Generale aveva già replicato, sullo specifico della crisi di migranti a Lampedusa, quale fosse per lui la soluzione (in sostanza: Il paese di arrivo non può essere lasciato solo, è l’Europa che deve essere più solidale e intervenire, vedere qui per l’intera dichiarazione di Guterres).
Intanto Tajani, nelle sue dichiarazioni, aggiungeva anche che “l’Italia farà tutto quello che deve fare, serve una visione strategica… Consideriamo la Rotta balcanica una priorità insieme con la Rotta mediterranea. La lotta contro il traffico degli esseri umani, la soluzione della questione migratoria è sempre meno una questione italiana è sempre più una questione europea e oggi direi sempre più una questione internazionale”.
Così Tajani a margine del focus Risorsa mare, ribadendo che ne parlerà “alla sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni unite a New York” e sostenendo che “deve essere anche l’Onu a intervenire”. Dunque, “se non si affronta il problema alla radice fra un mese saremo nella stessa condizione” di oggi, parlando di una “situazione esplosiva”.

A group of migrants wait on the island of Lampedusa as Italian authorities prepare for transferring people following new arrivals, southern Italy, 13 September 2023. ANSA/CONCETTA RIZZO
“Nel 2050 ci saranno tra i 2,5 e 3 miliardi di africani, se non andiamo a fare quello che Benedetto XVI chiamava ‘il diritto a non emigrare’, se non andiamo lavorare in quella direzione la situazione sarà sempre più esplosiva. In questo il governo sta facendo e farà la sua parte”.
Tajani ha anche fatto una panoramica dei conflitti e delle calamità naturali che affliggono in questo momento l’Africa e il Medio Oriente: “Mi diceva ieri il nostro ambasciatore in Sudan che la città di Karthoum è stata praticamente distrutta dalla guerra civile” e poi “in Niger si è visto cosa è successo per non parlare del Ciad, del Burkina Faso, del Gabon”, che si sommano alle “difficoltà economiche in Costa d’Avorio e in Guinea, più i disastri provocati in Marocco e Libia, mentre nel Corno d’Africa ancora si continua a combattere”. In questo scenario si aggiunge “la situazione in Afghanistan”.
Quindi Tajani, ha anche spiegato: “Vogliamo aumentare la presenza di migranti regolari. Questo è un altro strumento per fermare l’immigrazione irregolare, perché sono persone che vengono a lavorare, non costano nulla allo Stato e pagano le tasse. Serve una visione molto più ampia”.
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