Mercoledì mattina, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU presieduto dalla Federazione russa, con la formula “Arria”, terrà una riunione sui bambini ucraini che, secondo la Corte penale internazionale, sarebbero stati deportati in Russia, mentre per le autorità russe sarebbero stati solo evacuati temporaneamente dai pericoli della guerra. Il titolo scelto per la riunione informale del Consiglio voluta dalla missione russa all’ONU: “Children and armed conflict: Ukrainian crisis. Evacuating children from conflict zones”. L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia, ha dichiarato che la riunione era stata già organizzata prima del mandato di cattura emesso dell’ICC, ma è evidente che questa diventa la risposta di Mosca alle accuse di crimini contro l’umanità che sarebbero avvenuti in Ucraina nei confronti dei minori.
Il “colpo di scena” è che alla riunione, ha fatto sapere martedì la missione russa all’ONU, parteciperà con collegamento video da Mosca, Maria Lvova-Belova, la Children’s Rights Commissioner per il Presidente della Federazione Russa, ovvero colei che è stata incriminata, insieme al presidente Vladimir Putin, dall’ International Criminal Court dell’Aja con l’accusa di aver illegalmente deportato in Russia migliaia di bambini dai territori occupati in Ucraina. L’ICC ha affermato di avere informazioni secondo cui centinaia di bambini sarebbero stati prelevati da orfanotrofi e case di cura per bambini nelle aree dell’Ucraina occupate dai russi. Alcuni di quei bambini, secondo le accuse dell’ICC, sarebbero stati dati già in adozione in Russia.
Intanto, martedì, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione in cui chiede alla Russia di fornire accesso e informazioni sui bambini ucraini e altri civili “trasferiti con la forza nel territorio sotto il suo controllo”. Il massimo organismo Onu per i diritti umani con sede a Ginevra ha approvato la risoluzione con 28 sì, 17 astenuti e due contrari (Cina ed Eritrea), e intima così a Mosca di “cessare il trasferimento forzato illegale e la deportazione di civili e altre persone all’interno dell’Ucraina o nella Federazione Russa, in particolare i bambini, compresi quelli provenienti da istituti di accoglienza, minori non accompagnati e separati”.

Ma i russi insistono che li avrebbero solo trasportati i bambini in Russia temporaneamente per sottrarli ai pericoli della guerra. L’ambasciatore Nebenzia, durante la conferenza stampa lunedì, ha detto che “questo problema è stato discusso in molte sedi, comprese le Nazioni Unite, e vogliamo dissipare alcuni dubbi e propaganda su tale questione che è stata intrapresa da alcuni paesi”. In una dichiarazione precedente rilasciata alla agenzia Tass, Nebenzia aveva dichiarato che “l’incontro ‘formula Arria’ ha lo scopo di portare alla comunità internazionale informazioni di prima mano sui bambini evacuati dalla zona di guerra nel Donbass e in Ucraina e sfatare la falsa narrativa diffusa dai media occidentali sui presunti ‘rapimenti’ di bambini da Ucraina e tentativi di ‘distruggere la loro identità’… stiamo parlando di evacuazione dalla zona di guerra nel pieno rispetto degli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario, nonché dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia. Apparentemente, il pensiero collettivo dell’Occidente è che i bambini, in particolare gli orfani, è meglio lasciarli nella zona di guerra…”.

In una conferenza stampa tenuta a Mosca martedì, Maria Lvova-Belova, commissario russo per i diritti dei bambini, ha respinto come false le accuse della Corte penale internazionale (ICC) secondo cui lei era responsabile della deportazione illegale di bambini dall’Ucraina. Lvova-Belova ha dichiarato che la sua commissione ha agito per motivi umanitari per proteggere gli interessi dei bambini in un’area in cui era in corso un’azione militare e non aveva trasferito nessuno contro la loro volontà o quella dei loro genitori o tutori legali, il cui consenso era sempre ricercati a meno che non fossero mancanti. I bambini “non sono stati dati in adozione”, ha detto Lvova-Belova, dicendo che sono stati affidati a tutori legali temporanei in famiglie affidatarie. Poi ha detto che se ci sono genitori che credono che i loro figli siano in Russia, potrebbero scriverle un’e-mail per cercare i bambini. “Scrivetemi… per trovare vostro figlio”, ha detto Lvova-Belova che ha proseguito: “Per quanto riguarda le accuse della CPI, non capiamo di cosa siamo accusati. Dateci i fatti e li esamineremo. Finora sembra tutto una farsa senza dettagli ed è incomprensibile”, ha dichiarato la commissaria nominata da Putin. Secondo Lvova-Belova, l’Ucraina non ha inviato alcuna richiesta ufficiale riguardante bambini presumibilmente separati dai loro genitori. “Forniteci gli elenchi di genitori che stanno cercando i loro figli e noi li troveremo. Se madri, padri… stanno cercando e hanno bisogno di aiuto, siamo disponibili a darlo”, ha detto Lvova-Belova durante la conferenza stampa, definendo le accuse secondo cui i bambini ucraini sarebbero stati portati nei campi per presunta rieducazione “una teoria del complotto”.
L’Ucraina afferma che sta indagando sulla deportazione di oltre 16.000 bambini, molti dei quali sottratti ai genitori nei “punti di filtraggio” mentre cercavano di lasciare il territorio appena conquistato, rimossi dagli istituti di accoglienza o prelevati da persone che si prendevano cura di loro dopo che i loro genitori erano stati uccisi in guerra.
Lvova-Belova ha affermato che la Russia ha accolto più di 5 milioni di rifugiati dalla regione ucraina del Donbass, inclusi 730.000 bambini con genitori o tutori legali, dal febbraio 2022, quando il presidente Putin ha ordinato “l’operazione speciale” in Ucraina. Secondo le autorità di Mosca, i leader insediati dai russi di due regioni ucraine rivendicate e parzialmente controllate dalla Russia avevano chiesto al governo russo di accettare i civili, inclusi orfani e bambini i cui genitori erano scomparsi.

Domani alla riunione del Consiglio di Sicurezza, si avrà l’inedita situazione in cui i Quindici ascolteranno la testimonianza di una “ricercata” dalla Corte Penale Internazionale. Ma cosa ne pensa il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres? Al briefing giornaliero con Stephane Dujarric, i giornalisti hanno cercato di avere una reazione a proposito e la risposta è stata: “Non commenterò, quello che sottolineo è che se una persona è qui di persona o da remoto a un incontro (del Consiglio di Sicurezza) con la formula Arria, è sotto la responsabilità degli organizzatori dell’incontro”.
Ma Guterres crede che i bambini ucraini siano stati “rapiti” dai russi o che siano stati solo “evacuati” per salvarli dal pericolo della guerra? Su questo Dujarric ha risposto: “Vi rimando agli aggiornamenti più recenti della Missione di monitoraggio dei diritti umani in Ucraina, che ne ha parlato. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione e penso che sia molto importante che ci sia chiarezza sulla condizione di questi bambini, ma penso che i nostri colleghi per i diritti umani e la missione in Ucraina si siano espressi al riguardo”.
Vedremo quindi, alla riunione di mercoledì, come la Russia cercherà di “discolparsi” dalle terribili accuse che hanno provocato l’emissione di un mandato di cattura per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, e se altri paesi, innanzitutto gli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, porteranno avanti le loro accuse ora supportate dalle indagini della Corte Criminale internazionale che però, bisogna sempre ricordarlo, né Mosca né Washington, hanno mai riconosciuto l’autorità.