L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riprendendo la sessione speciale di emergenza, ha approvato lunedì la risoluzione sulle “riparazioni di guerra” all’Ucraina, in cui la Russia viene ritenuta responsabile dell’invasione e quindi gli viene chiesto di pagare i danni di guerra. Inoltre la risoluzione chiede alla Russia di interrompere le operazioni di combattimento in Ucraina e di ritirare le sue truppe. Il voto è stato di 94 a favore della risoluzione (tra i quali gli USA e l’Italia), 14 contrari (tra i quali con la Russia anche la Cina) e 73 astenuti (tra i quali Israele e Brasile).
Quasi 50 nazioni hanno co-sponsorizzato la risoluzione sull’istituzione di un meccanismo internazionale per il risarcimento di danni, perdite e lesioni, nonché un registro per documentare prove e reclami.

Nel presentare la risoluzione, l’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya ha utilizzato l’adagio biblico che “non c’è niente di nuovo sotto il sole” insistendo sul fatto che la Russia deve essere ritenuta responsabile per le sue violazioni del diritto internazionale: “Settantasette anni fa, l’Unione Sovietica ha chiesto e ricevuto riparazioni, definendolo un diritto morale di un paese che ha subito la guerra e l’occupazione”, ha affermato Kyslytsya. “Oggi la Russia, che afferma di essere il successore della tirannia del 20° secolo, sta facendo tutto il possibile per evitare di pagare il prezzo della propria guerra e occupazione, cercando di sfuggire alla responsabilità per i crimini che sta commettendo”.

L’ambasciatore dell’Ucraina ha sottolineato che la Russia ha anche sostenuto la creazione della Commissione di compensazione delle Nazioni Unite (UNCC), istituita nel 1991 in seguito all’invasione e all’occupazione irachena del Kuwait. La Commissione ha completato il suo mandato a febbraio, ha riferito, dopo aver pagato oltre 52 miliardi di dollari in risarcimenti alle vittime. L’Ambasciatore ucrain ha delineato l’impatto della guerra russa sul suo paese, compresi i bombardamenti contro edifici residenziali e infrastrutture, la demolizione di quasi la metà della rete elettrica e dei servizi pubblici, lo sfollamento massiccio e le atrocità come omicidi, stupri, torture e deportazioni forzate. “Questa proposta non riguarda solo la Russia. Funzionerà a beneficio di tutti coloro che sono minacciati ora o potrebbero essere minacciati in seguito dall’uso della forza”, ha detto Kyslytsya.

Intervenendo prima della votazione, l’ambasciatore russo Vassily Nebenzya ha definito la bozza di risoluzione “un classico esempio” di un ristretto gruppo di Stati che non agiscono sulla base del diritto internazionale, ma cercano piuttosto di consacrare qualcosa di illegale. Ha detto che i paesi che sostengono la risoluzione stanno tentando di posizionare l’Assemblea Generale come un organo giudiziario, cosa che non è: “Questi paesi si vantano di quanto siano impegnati nello stato di diritto, ma allo stesso tempo si fanno beffe della sua stessa parvenza”, ha aggiunto Nebenzia, parlando in russo.

L’ambasciatore della Federazione Russa ha messo in guardia da un meccanismo di riparazione proposto che sarà creato da un gruppo di paesi che deciderà come funzionerà. “Le Nazioni Unite non giocheranno alcun ruolo in questo processo perché si suggerisce di creare il meccanismo proposto al di fuori delle Nazioni Unite e nessuno ha in programma di rendere conto all’Assemblea generale della sua attività”, ha continuato. Inoltre, ha detto di “non aver dubbi” sul fatto che il finanziamento proverrà da asset russi congelati, che ammontano a miliardi. I paesi occidentali desideravano da tempo sbloccare questi beni, ha detto Nebenzia, non per restituirli al loro proprietario, o per spenderli per aiutare l’Ucraina, “ma piuttosto per finanziare le proprie forniture di armi in costante crescita a Kiev e coprire i debiti per le armi già fornite”.
L’Italia, che era tra i paesi sponsor della risoluzione, ha esultato anche con un twitter alla sua approvazione.
Italy 🇮🇹 welcomes the adoption of #UNGA Resolution endorsing the creation of an international Register of Damage for #Ukraine, which we co-sponsored. Statement👉https://t.co/qhygEI6BIC pic.twitter.com/Bw6X8WinJf
— Italy UN New York (@ItalyUN_NY) November 14, 2022
L’ambasciatore Maurizio Massari, nella sua dichiarazione di voto (vedi video in alto dal minuto 1.38:53), ha affermato che “la presente risoluzione non stabilisce alcun meccanismo permanente di riparazione o compensazione delle Nazioni Unite. Mira invece a fornire una legittimità globale raccomandando agli Stati membri la creazione di un registro internazionale dei danni. Tale registro dei danni coordinerà e organizzerà le attività di raccolta delle prove, comprese quelle svolte nel contesto di varie indagini da parte degli organismi delle Nazioni Unite. Tale registro assicurerà che le prove raccolte siano adeguatamente organizzate, registrate e utilizzate correttamente nei procedimenti legali”.
Per l’Italia quindi “il risarcimento delle azioni civili, nonché degli atti illeciti internazionali della Russia, non è solo un obbligo fondamentale ai sensi del diritto internazionale, ma è anche un passo essenziale verso il raggiungimento della pace e la ripresa postbellica, nonché per il futuro reinserimento dell’aggressore Stato nella comunità delle nazioni amanti della pace, come previsto dall’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite. I risarcimenti relativi ai danni causati dagli atti illeciti della Russia hanno lo scopo di rendere giustizia alle vittime di morte, lesioni, tortura, deportazione, sfollamento forzato”.
L’ambasciatore Massari, nel chiudere il suo discorso ha detto che “L’Italia è orgogliosa co-sponsor di questa bozza di risoluzione. Invito tutti gli Stati membri a sostenere la giustizia, la ricostruzione e la riconciliazione votando SI a questa risoluzione”.

La sessione speciale di emergenza dell’Assemblea generale è iniziata il 28 febbraio, pochi giorni dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Questo segna solo l’undicesima volta che un tale incontro si tiene dal 1950, in linea con una risoluzione ampiamente nota come “Uniting for Peace”. La risoluzione 377A(V) conferisce all’Assemblea Generale il potere di affrontare questioni di pace e sicurezza internazionale quando il Consiglio di sicurezza non è in grado di agire a causa di un veto tra i suoi cinque membri permanenti: Cina, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Russia.
L’attuale sessione speciale è stata convocata dopo che il Consiglio ha votato a favore della riunione dell’Assemblea generale dopo il veto della Russia a una risoluzione che avrebbe condannato l’invasione dell’Ucraina.