“Nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza dell’ONU”. A sostenerlo è l’autorevole voce di Papa Francesco, tornato a Roma dopo un viaggio apostolico a Malta.
“Oggi si parla spesso di ‘geopolitica’, ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, ideologica e militare. Lo stiamo vedendo con la guerra”, ha detto il Pontefice durante l’udienza generale romana del mercoledì.
“Dopo la seconda guerra mondiale si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace. Purtroppo non impariamo, ma purtroppo è andata avanti la vecchia storia di grandi potenze concorrenti”, ha aggiunto Bergoglio, che si è poi soffermato sulle drammatiche scoperte di Bucha, cittadina nella periferia nord-ovest di Kyiv dove centinaia di cadaveri dilaniati di civili sarebbero stati scoperti dagli ucraini dopo il ritiro russo.
“Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina, anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, come il massacro di Bucha. Crudeltà sempre più orrende, compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al cielo e implora: si metta fine a questa guerra, si facciano tacere le armi, si smetta di seminare morte e distruzione. Preghiamo insieme su questo”, ha detto papa Francesco, che poi si è alzato in piedi e ha srotolato una bandiera ucraina proveniente proprio da Bucha.
“Questa bandiera viene dalla guerra. Proprio da quella città martoriata, Bucha”, ha spiegato: “E anche qui ci sono qui alcuni bambini ucraini che ci accompagnano. Salutiamoli e preghiamo insieme con loro”. Francesco ha perciò invitato a “non dimenticare il popolo ucraino”, specialmente i bambini che “sono dovuti fuggire e arrivare a una terra strana”, ad alcuni dei quali il Santo Padre ha distribuito uova di Pasqua.
Non sono mancate poi parole di apprezzamento per Malta, dove Francesco è stato impegnato in una due-giorni di viaggio apostolico (3-4 aprile): “Malta rappresenta, in questo quadro, il diritto e la forza dei ‘piccoli’, delle Nazioni piccole ma ricche di storia e di civiltà, che dovrebbero portare avanti un’altra logica: quella del rispetto e della libertà, della convivialità delle differenze, opposta alla colonizzazione dei più potenti. Lo stiamo vedendo adesso, e non solo da una parte anche dalle altre”, ha sottolineato il Pontefice ripercorrendo il suo viaggio nell’isola-Stato al centro del Mediterraneo.