Durante un punto stampa ai margini dei lavori di UNGA 76, abbiamo chiesto al Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, una reazione al discorso del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, che ha dato una “F” ( uno zero) ai paesi ricchi per la loro etica sulle scoperte della scienza, e anche al discorso del presidente degli Stati Uniti Joe Biden dopo le polemiche che ci sono state di aver “tradito” l’Europa.
Qui di seguito le risposte del ministro Di Maio (nel video sotto dal minuto 3:20):
“Sul tema affrontato dal Segretario Generale Guterres, sicuramente posso dirvi che vedere come nei paesi sviluppati si sta parlando di terza e quarta dose di vaccino, mentre solo il 2% della popolazione africana è vaccinata, è un tema che ci deve interrogare, ci deve stimolare ad aumentare i progetti delle Nazioni Unite per accelerare le campagne vaccinali nei paesi in cui ci sono più difficoltà. Ricordo che l’Italia ha contribuito con una somma ingente al programma CoVax Facility, ma il problema sono il numero di dosi a disposizione. E quindi un grande lavoro lo dovremmo fare come paesi che hanno sul loro suolo nazionale le case farmaceutiche per fornire ai programmi CoVax e a tutti i programmi che consentono ai paesi in via di sviluppo di avere dosi di vaccino, di poterle avere. Su questo dobbiamo fare molto di più, sono d’accordo con il Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Per quanto riguarda il Presidente Biden e il suo discorso che ho ascoltato all’Assemblea Generale. Ciò che posso dire è che sicuramente anche il caso AUKUS ci consente come Unione Europea di accelerare la nostra riflessione sull’autonomia strategica dell’UE. Come Stati Membri dell’UE non possiamo perdere terreno nell’ambito delle politiche legate al pacifico. Rappresentano una opportunità troppo importante di stabilizzazione di quell’area e anche partecipazione con le nostre imprese alle opportunità che si creeranno. Però, se posso dire, il grande interrogativo è al nostro interno, Italia e Francia e Stati Uniti sono alleati, ma all’interno dell’UE dopo l’Afghanistan, e dopo anche questo caso, dobbiamo accelerare dentro un framework complessivo che riguarda sicuramente una politica Estera dell’UE più incisiva, una politica di Difesa più incisiva, e un coordinamento generale dell’autonomia strategica che ci consenta, anche nell’ambito dell’industria della Difesa, di fare azioni che siano più incisive. Credo che non ci sia più tempo, nell’ambito dell’UE per discutere, dobbiamo passare ai fatti. Credo che sia ampiamente superato il meccanismo per cui per prendere una decisione di politica estera o di politica di difesa europea dobbiamo avere una unanimità a 27. Non è più attuale come meccanismo decisionale e spero che la conferenza sul futuro dell’Europa in corso possa raggiungere un risultato concreto sul tema che questa maggioranza qualificata di 2/3 possa decidere la linea di politica estera dell’Unione Europea e quindi anche di Difesa”.