Dopo aver mangiato una pizza sui marciapiedi di New York, probabilmente perché non disponeva delle credenziali vaccinali per poter mangiare all’interno dei locali, è arrivato il turno di parlare anche per il presidente brasiliano Jair Messias Bolsonaro alla prima Assemblea Generale delle Nazioni Unite in presenza dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
Ha chiarito che lo scopo del suo discorso sarebbe stato quello di spiegare, “faccia a faccia”, che cosa sta realmente accadendo in Brasile, che non coinciderebbe con quanto raccontato dalla stampa.
Il Brasile di Bolsonaro è un paese molto cambiato, che ha recuperato la sua credibilità internazionale poiché la nuova amministrazione non ha avuto “nessun caso di corruzione”. Le parole del presidente sono un diretto riferimento a quanto sta accadendo a Brasilia, dove è in corso l’inchiesta da parte di un gruppo parlamentare riguardo ad un maxi-scandalo di corruzione che ha coinvolto il Ministero della Sanità.
Bolsonaro riconosce a sé stesso parte del merito per aver debellato la minaccia comunista e socialista dal paese: “un presidente che crede in Dio, rispetta la Costituzione, apprezza i valori della famiglia ed è fedele al popolo è un’ottima base se si pensa che eravamo sull’orlo del socialismo”, ha detto.
Ha elencato i molti successi della sua amministrazione, in particolare nell’assicurarsi investimenti privati per centinaia di miliardi di dollari e concentrare gli investimenti pubblici finanziati dalle tasse all’interno dei confini, anziché in “stati comunisti senza garanzie collaterali”. “Abbiamo tutto ciò che gli investitori cercano: un grande mercato di consumatori, eccellenti servizi, una tradizione di rispetto degli impegni presi e grande fiducia nell’amministrazione”, ha affermato il presidente, annunciando che nei prossimi giorni intende aprire l’appalto per installare la tecnologia 5G anche nel suo Brasile.
Buona parte dell’intervento di Bolsonaro è stata dedicata all’impegno brasiliano nella lotta al cambiamento climatico. Secondo il presidente, il paese avrebbe una politica climatica senza eguali nel mondo, con una protezione delle foreste che è modello a livello globale.
La produzione agricola, “moderna e sostenibile”, sfamerebbe 1 miliardo di persone nel mondo occupando “solo l’8% del territorio brasiliano”. Secondo gli ultimi dati disponibili, in realtà sarebbe quasi il 29% della terra brasiliana ad essere utilizzata per la produzione agricola.
Anche la deforestazione amazzonica sarebbe secondo il presidente in enorme calo: il 32% rispetto a quella dello scorso anno ha detto Bolsonaro, anche se i report parlano in realtà dell’anno peggiore dell’ultimo decennio per il polmone verde del mondo.
Inoltre, Bolsonaro ha rinnovato il suo impegno a raggiungere l’impatto zero entro il 2050, che intende raggiungere grazie alla produzione di energia, già “per l’83% rinnovabile”. Per la verità i dati riportano che solo il 45% dell’energia brasiliana verrebbe da fonti rinnovabili – per quanto questo lo renda effettivamente uno dei paesi meno dipendenti dai combustibili fossili al mondo.
Questa rinnovata narrativa (sulla veridicità valuti il lettore) ambientalista non è nuova a Bolsonaro, che ha iniziato a proporla dalla scorsa primavera, quando il suo governo era sotto attacco da tutti i fronti a livello globale a causa dei devastanti incendi che stavano incenerendo la foresta Amazzonica.
Le affermazioni odierne di Bolsonaro sono infatti difficilmente conciliabili con le sue posizioni precedenti: dall’inizio del suo mandato a gennaio 2019 ha eroso tutte le politiche di protezione ambientale brasiliane, in particolare schierandosi dalla parte delle industrie che richiedevano di accedere alle aree protette dell’Amazonia e di ridurre i diritti degli indigeni su quelle terre.
Il suo intervento si è poi concentrato sullo sforzo umanitario del Brasile, che ospita rifugiati dal Venezuela e accoglierà “i cristiani” provenienti dall’Afghanistan. Anche in ragione di questo impegno, Bolsonaro ha avanzato il desiderio che il Brasile ottenga un posto permanente nel Consiglio di Sicurezza ONU.
La conclusione è stata dedicata alla pandemia. “Ci dispiace per i morti”, che ha preso il governo di sorpresa. Tuttavia, la risposta economica è stata rapida ed efficiente secondo il Presidente, che non ha risparmiato condanne verso i suoi oppositori: il Brasile ha garantito un supporto economico nell’ordine delle centinaia di dollari alle persone che hanno perso il lavoro “a causa delle decisioni prese da governatori e sindaci”, che hanno imposto chiusure contro il suo parere (i livelli di povertà ufficiali sono i più alti dal 2012). “La storia e la scienza daranno a ognuno le sue responsabilità”, ha commentato.
La vaccinazione brasiliana avrebbe un record da primato mondiale, con oltre il 90% degli adulti già inoculati, secondo Bolsonaro. Our World Data, però, attesta la percentuale di vaccinati brasiliani attorno al 32%. In ogni caso, il presidente ha ribadito la sua disapprovazione per il passaporto e l’obbligo vaccinali.