Dopo anni di gelo con Donald Trump, il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, è stato accolto con calore al Palazzo di Vetro dal Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha definito la visita virtuale “un’importante opportunità per rinnovare il dialogo tra le Nazioni Unite e gli Usa sulle sfide più urgenti della nostra epoca”.
Con un linguaggio totalmente diverso dal passato, Blinken ha difeso il ruolo dell’Onu, definendola “l’àncora” del multilateralismo, che la nuova amministrazione statunitense considera “di vitale importanza“.
Il capo della diplomazia americana ci ha tenuto a precisare come il presidente Biden abbia mostrato profondo interesse per il multilateralismo fin “dal primo giorno“. Dopo lo strappo durante il mandato di Trump, gli Stati Uniti sono rientrati nell’Accordo di Parigi, nell’Organizzazione mondiale della sanità e si sono reimpegnati con il Consiglio per i diritti umani. L’accordo nucleare con l’Iran dipende ancora da chi farà la prima mossa tra Teheran e Washington.

Nonostante il rientro nell’Oms, in una recente intervista alla Cnn, Blinken ha puntato il dito contro Pechino, sostenendo che avrebbe “aiutato nella stesura del rapporto” sull’origine del virus, la cui pubblicazione è attesa per domani. Il Segretario di stato Usa ha comunque escluso la possibilità di azioni punitive contro la Cina per la gestione dell’epidemia. Piuttosto, ha posto l’accento sull’importanza di mitigare le pandemie future in tutto il mondo.
Attraverso Guterres, le Nazioni Unite hanno invitato gli Stati Uniti a svolgere un ruolo di leadership nella stesura di un piano di vaccinazione globale per combattere Covid-19. Ma Washington è importante anche sulla questione del riscaldamento globale. È necessario “investire di più nell’adattamento ai cambiamenti climatici” e la COP26 di Glasgow sarà un momento decisivo per il pianeta.
Condividendo lo schermo con Blinken e la nuova ambasciatrice ONU, Linda Thomas-Greenfield, Guterres ha insistito molto sulla necessità di aumentare la diplomazia per la pace, e si è detto felice dell’operato degli Stati Uniti durante il mese di presidenza del Consiglio di Sicurezza che sta per concludersi.
L’Onu vuole collaborare con gli Usa per consolidare i progressi compiuti in Libia, riprendere il processo di pace tra palestinesi e israeliani e puntare ad accordi di pace in Afghanistan e Yemen. Il presidente Biden ha assicurato di mantenere la promessa di mettere fine alla guerra in Afghanistan, ma ha indicato che sarà difficile rispettare la scadenza del 1 ° maggio per il ritiro delle truppe americane.
Sulla Siria, la situazione è più tesa perché secondo Russia e Cina, gli Stati Uniti mantengono illegalmente la loro presenza militare, e lo scorso febbraio, in diverse occasioni, hanno bombardato alcune zone vicino al confine iracheno. Rimane comunque attiva la volontà sia dell’Onu, sia degli USA di promuovere una soluzione politica per Damasco dopo dieci anni di morte, distruzione, sfollamenti e malattie che non vedono fine.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, alla presenza dello stesso Blinken, ha affrontato il tema degli aiuti umanitari in Siria, ora più necessari che mai e che riguardano 13,4 milioni di persone, il 20% in più rispetto allo scorso anno.