Il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha commemorato il decimo anniversario dall’inizio della guerra civile in Siria. Troppi orrori sono stati commessi. Violazioni umanitarie, assedi, attacchi con armi chimiche. Distruzione e spargimenti non hanno lasciato intatta nessuna famiglia. Centinaia di migliaia di siriani sono morti, milioni sono sfollati e innumerevoli altri rimangono illegalmente detenuti, sono scomparsi o vivono nell’incertezza del domani. Un “incubo vivente” lo ha definito Guterres.
Il 60% della popolazione rischierà di soffrire la fame quest’anno. “È necessario un maggiore accesso umanitario. L’intensificazione delle consegne transfrontaliere è essenziale per raggiungere tutti i bisognosi ovunque” ha affermato il Segretario Generale. È necessario, dunque, che i paesi si uniscano. Una divisione da parte della comunità internazionale “condannerà il popolo siriano ad una maggiore disperazione. E semplicemente non possiamo lasciare che ciò accada”.
In questo scenario drammatico, l’ONU ha sottolineato la sua determinazione a cercare una soluzione politica, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza, che approva una road map verso una transizione politica guidata dalla Siria. In questo modo, le parti in conflitto avrebbero l’opportunità di dimostrare la volontà di trovare un terreno comune.
Durante l’apposito “stake out” con la stampa al Palazzo di Vetro, è stato chiesto al Segretario Generale se l’ONU e il Consiglio di Sicurezza avessero deluso il popolo siriano. “È chiaro che se una guerra dura da 10 anni, il sistema di governance della sicurezza internazionale che abbiamo non è efficace – ha risposto Guterres – E questo è qualcosa che dovrebbe essere fonte di riflessione”. Per Guterres, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la comunità internazionale dovrebbero essere più pronti per intervenire durante situazioni drammatiche come queste, ma “purtroppo, i meccanismi che abbiamo oggi non sono in grado di rispondere pienamente a questa sfida”.