Domenica i combattimenti tra Armenia e Azerbaigian per la contesa regione del Nagorno-Karabakh hanno preso un’altra svolta, con i due paesi che si sono accusati a vicenda di violare l’ultimo cessate il fuoco pochi minuti dopo che è entrato in vigore. La piccola regione del Caucaso meridionale è stata teatro di centinaia di morti tra militari e civili, distruzione di proprietà e tensioni riaccese da quando sono scoppiate le violenze tra i due paesi alla fine di settembre, intensificando un conflitto decennale.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha rilasciato una dichiarazione sulla situazione in Azerbaigian, definendola “totalmente inaccettabile” per la “tragica perdita di vite civili, compresi i bambini, a causa dell’ultimo sciopero del 16 ottobre” contro la seconda città più grande dell’Azerbaigian, Ganja. Il capo delle Nazioni Unite ha ribadito che gli “attacchi indiscriminati su aree popolate ovunque, anche a Stepanakert / Khankendi e in altre località dentro e intorno alla zona di conflitto del Nagorno-Karabakh”, erano allo stesso modo del tutto inaccettabili. Il Nagorno-Karabakh è internazionalmente riconosciuto come parte dell’Azerbaigian ma governato dall’etnia armena come uno stato de facto indipendente.
Entrambe le parti hanno concordato ad una tregua che inizierà a mezzanotte di sabato, ora locale, secondo quanto riferito a seguito degli interventi della Russia e di altri leader del cosiddetto Gruppo di Minsk della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), creato nel 1992, per incoraggiare una soluzione pacifica al conflitto del Nagorno-Karabakh tra le due nazioni. Un cessate il fuoco umanitario, mediato dalla Russia, era entrato inizialmente in vigore il 10 ottobre ma è stato accolto quasi immediatamente da accuse di violazioni della tregua da entrambe le parti: l’Azerbaigian ha accusato l’Armenia di tentare di attaccare i suoi oleodotti, mentre gli armeni hanno risposto che l’Azerbaigian stava ancora provando conquistare il territorio conteso. Il gruppo è co-presieduto da Stati Uniti, Francia e Russia, ed i suoi membri permanenti sono Bielorussia, Germania, Italia, Svezia, Finlandia, Turchia, Armenia e Azerbaigian.
“Il Segretario generale si rammarica profondamente che le parti abbiano continuamente ignorato i ripetuti appelli della comunità internazionale a fermare immediatamente i combattimenti”, si legge nel comunicato diffuso domenica. Guterres ha anche “sottolineato nelle sue ultime chiamate con i Ministri degli Esteri di Armenia e Azerbaigian, entrambe le parti hanno l’obbligo, ai sensi del diritto internazionale umanitario, di prestare costante attenzione a risparmiare e proteggere i civili e le infrastrutture civili nella conduzione delle operazioni militari. e proteggere i civili e le infrastrutture civili. Il Segretario generale prende atto dell’ultimo annuncio sull’inizio della tregua umanitaria il 18 ottobre e si aspetta che entrambe le parti si attengano pienamente a questo impegno e riprendano senza indugio negoziati sostanziali sotto gli auspici dei co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE”, conclude la dichiarazione