Ieri, il premier Giuseppe Conte, in un discorso pre-registrato di 20 minuti, al dibattito generale della 75a Assemblea generale delle Nazioni Unite e introdotto dall’ambasciatrice Mariangela Zappia, ha raccontato di come “un nemico invisibile” ha messo in ginocchio l’Italia e di come il suo popolo ha saputo rispondere “con determinazione”. Ha sottolineato come l’Italia sia stata “il primo paese in Europa e in Occidente, ad affrontare questa emergenza” e di come sia “divenuta simbolo di uno sforzo collettivo, umano”, “sanitario e politico, portato poi in dote all’intera comunità internazionale”. Si è detto orgoglioso, dei suoi scienziati, ricercatori e aziende, poiché l’Italia è protagonista in alcuni dei progetti più avanzati nella ricerca del vaccino. E ha assicurato che il vaccino sarà “patrimonio collettivo”, poiché la salute sta rischiando di diventare “un lusso”. “La salute è un bene comune, inalienabile e come tale dev’essere garantito ad ogni donna e ad ogni uomo del pianeta”.
Il premier Conte ha parlato dell’agenda delle tre “P”: “Persone, Pianeta e Prosperità”, che pone al centro l’empowerment delle donne, dei precari e delle imprese, concentrandosi su una ripresa verde. Si è augurato che il G20 dell’anno prossimo, in Italia, possa essere un “momento di rinascita collettiva”, per un “nuovo Umanesimo, che rimetta al centro il valore dell’uomo”.
Il premier Conte ha poi sostenuto l’appello del Segretario Generale Antonio Guterres per una cessate il fuoco globale, e parlando della Libia ha promosso “un’equa gestione delle risorse a beneficio di tutto il popolo libico”. Ha poi ricordato la missione italiana UNIFIL, che continuerà a sostenere nel Libano. Sui flussi migratori irregolari ha detto che “sono una sfida globale, a cui la comunità internazionale” deve dare risposte multilaterali.
Il premier Giuseppe Conte, inoltre, il 24 settembre, è intervenuto anche all’evento virtuale High Level Round table on Climate Action, sottolineando la necessità di una “transizione verso un’economia sostenibile” e di “posti di lavoro green”, e ha ricordato che la partnership con il Regno Unito, in vista della COP26, intende riaffermare il ruolo dell’Italia in quest’ambito.
Nella settimana della 75° Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia ha partecipato anche a diversi eventi marginali, in cui sono intervenuti il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la Vice ministra degli Esteri Marina Sereni e la Vice Ministra Emanuela Del Re.
“Death Penalty and Gender Dimension”
Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio è intervenuto all’importante evento, organizzato dall’Italia, “Death Penalty and Gender Dimension”, ovvero “Pena di morte e dimensione di genere”, in cui si sono esplorati gli svantaggi e le barriere sistematiche che influenzano le condanne a morte. L’evento, in collaborazione con l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) e UN Women, e co-sponsorizzato da Gambia, Unione Europea e Amnesty International, si inserisce nel ciclo di eventi di sensibilizzazione contro la pena di morte promosso negli ultimi anni insieme all’OHCHR, in occasione della presentazione all’Assemblea generale della risoluzione biennale per una moratoria universale sull’uso della pena di morte.
Sebbene statisticamente esista un tasso inferiore di condanne a morte per le donne, è più probabile che esse siano condannate per determinate categorie di crimini, come quelli legati alla moralità sessuale. Inoltre, le donne sono spesso lasciate senza sostegno finanziario se il marito viene condannato, e soprattutto, coloro che provengono da contesti socioeconomici difficili, sono colpite in modo significativo dalla pena capitale per reati legati alla droga, anche se di solito, le donne, operano al livello più basso del traffico di droga. Il traffico di droga e altri reati non letali non raggiungono la soglia dei “crimini più gravi” ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici, ai quali l’uso della pena di morte deve essere limitato in attesa della sua abolizione.
Il Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio ha assicurato che l’Italia rimarrà pienamente impegnata a sostenere la campagna internazionale per una nuova moratoria universale sulla pena di morte, in vista della sua abolizione nel mondo. Il Ministro Di Maio ha detto che si tratta di una campagna che riguarda i diritti e la dignità di ogni essere umano.
Ha definito la pena capitale “disumana e degradante”, e ha continuato affermando che: “il nostro Paese ha una lunga tradizione nell’opporsi alla pena di morte e sul fronte della difesa dei diritti umani”, sottolineato anche del premier Giuseppe Conte, il quale nel suo discorso, in occasione di UNGA75, ha ricordato che “fu abolita per la prima volta nel mondo nel 1786 nel granducato di Toscana” e che “la prima bozza di una risoluzione per una moratoria universale venne presentata proprio dall’Italia nel 2007”.
“ISG per il Lebanon”
Di rilievo anche la partecipazione in videoconferenza del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ad una riunione dell’International Support Group (ISG) per il Libano, il Paese colpito da una violenta esplosione a Beirut il 4 agosto scorso. La riunione è stata co-presieduta dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e dal ministro degli Affari esteri francese, Jean-Yves Le Drian.
La discussione tra i Ministri, alla presenza anche del Primo Ministro libanese Hassan Diab, si è concentrata sulla situazione politica, economica e umanitaria in Libano all’indomani dell’esplosione nel porto di Beirut il 4 agosto, e si è conclusa con l’adozione di una dichiarazione congiunta.
Il Ministro Di Maio ha ribadito il sostegno alle istituzioni e al popolo libanese e l’urgenza della formazione di un nuovo governo, capace di adottare le riforme strutturali necessarie al rilancio del Paese. Di Maio, così come Giuseppe Conte nel suo discorso a UNGA75, ha anche confermato che l’Italia continuerà a fornire l’assistenza necessaria al popolo libanese nella fase di emergenza e post emergenza.
“Informal Ministerial Network for International Criminal Court”
La Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni è intervenuta in videoconferenza all’Informal Ministerial Network per la Corte Penale Internazionale (CPI).
La riunione dell’IMN, ogni anno, offre l’opportunità di una discussione sull’operato della Corte, cardine del sistema di giustizia penale internazionale. Recentemente, la CPI è stata protagonista nelle vicende che coinvolgono il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha deciso di sanzionare la Corte per minare la sovranità degli USA, in quanto aveva avviato indagini su personale americano, per crimini contro l’umanità commessi su civili in Afghanistan nel 2003. Quest’anno la discussione si è particolarmente focalizzata su questo. Le sanzioni hanno riguardato in particolare la Procuratrice Bensouda e uno dei suoi più stretti collaboratori, Phakiso Mochochoko.
La Vice Ministra Sereni ha affermato che “l’Italia è stata un convinto sostenitore della Corte penale internazionale sin dalla sua creazione Negli ultimi mesi, abbiamo osservato con grande preoccupazione frequenti attacchi politici contro la Corte e il suo personale. Abbiamo una particolare responsabilità nel sostenere l’indipendenza e l’integrità della Corte. Una responsabilità che può essere espressa attraverso dichiarazioni pubbliche di sostegno – come quella che abbiamo sottoscritto a giugno, insieme ad altri 66 Stati Parti, e attraverso una ‘diplomazia tranquilla’”.
“La Corte è un pilastro dell’ordine internazionale, in cui l’Italia crede fermamente. Siate certi che da parte nostra non sarà risparmiato alcuno sforzo per sostenere l’integrità e l’indipendenza della Corte” ha concluso Marina Sereni.
“Building Back Better: how to create a virtuous cycle for the inclusion for all LGBTI Persons”
La Vice Ministra agli Affari Esteri Marina Sereni è intervenuta poi in un’altra videoconferenza all’evento sull’inclusione delle persone LGBTI.
L’incontro, è stato aperto da un intervento introduttivo dell’alta commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet, leader di UN Women, con l’obiettivo di rinnovare l’impegno degli Stati a prendere posizione contro gli episodi di violenza contro le persone LGBTI, in modo da individuare le azioni necessarie per garantirne una piena inclusione nella società.
“La lotta contro ogni forma di discriminazione, tra cui quelle sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, è un impegno chiave dell’azione internazionale dell’Italia e rappresenta dunque una priorità del mandato che attualmente ricopriamo nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite”, ha detto la Vice Ministra Sereni.
“Le persone LGBTI, già oggetto di stigmatizzazione ed emarginazione in molti contesti, sono ora esposte a un rischio ancora maggiore di diventare vittime di discriminazione, dell’incitazione all’odio e alla violenza, dentro e fuori le loro case, così come sulla rete”. “L’attuale crisi offre a tutti noi l’opportunità unica di ripensare le nostre politiche in modo più inclusivo e di guardare alla protezione dei diritti delle persone LGBTI con un approccio più ampio rispetto al passato. Non dobbiamo sprecare questa opportunità, in quanto rappresenta un importante passo avanti… senza lasciare nessuno indietro” ha concluso Marina Sereni.
“Ministerial Meeting on “Responsibility to Protect”
La Vice ministra agli Affari Esteri Emanuela Del Re,intervenendo alla riunione ministeriale sulla “Responsabilità di Proteggere” (R2P), ha sottolineato che il 15° anniversario dei principi della R2P, offre un’opportunità per dare slancio all’avanzamento e alla messa in opera dell’agenda R2P. “Preservare il principio dei diritti umani universali sarà la vera sfida del XXI secolo”, poiché si continuano a “registrare diffuse violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale che colpiscono i civili in modo sproporzionato, mentre l’epidemia di Covid-19 ha esacerbato la sofferenza delle persone che vivono in zone di conflitto”.
La Vice Ministra Del Re ha sostenuto che “le atrocità possono e devono essere prevenute” dagli attori locali. “L’Italia è un convinto sostenitore della R2P, dimostrato anche dal nostro sostegno finanziario dell’Ufficio per la prevenzione del genocidio e della responsabilità di protezione. Siate certi di poter contare sul nostro instancabile sforzo”, ha assicurato DelRe, concludendo, “a sostegno della Responsabilità di Proteggere”.