Il Tribunale dell’Aja ha pronunziato l’atteso verdetto sulla morte dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, ucciso 15 anni fa da un’autobomba sul lungomare di Beirut.

La sentenza ha dichiarato colpevole il membro di Hezbollah, Salim Ayyash ritenuto il pianificatore dell’attentato.
Gli altri tre imputati, del gruppo sciita “partito di Dio” sostenuto dall’Iran, Hussein Oneissi, Assad Sabra e Hassan Merhi sono stati assolti per mancanza di prove. Secondo la corte non ci sono prove nemmeno sul coinvolgimento del governo siriano nell’attentato.
I quattro erano stati collegati all’assassinio grazie alle tracce lasciate dai cellulari, mentre l’organizzazione non è accusata direttamente, anche se molti libanesi ritengono che il gruppo sia responsabile dell’attentato.
Questa decisione parrebbe destinata ad alimentare le tensioni tra nella regione libanese, già scossa dalla tragedia dello scorso 4 agosto, e alcune manifestazioni si sono svolte ieri vicino al palazzo presidenziale.
Rafiq Hariri fu ucciso sul lungomare di Beirut da una potente bomba il 14 febbraio 2005. Il giorno dell’attentato persero la vita altre 21 persone, mentre si contarono 226 feriti. L’esplosione fu così forte da distruggere gli edifici vicini.
Il pensiero del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres va alle vittime e alle famiglie di quel tragico attentato, ed esprime il suo apprezzamento per la dedizione e il duro lavoro nel tempo dei giudici coinvolti nel caso.
“La sentenza è un riflesso dell’impegno della comunità internazionale per la giustizia dei terribili crimini commessi quel giorno” ha detto il portavoce del capo dell’ONU Stephane Dujarric.
Il Tribunale speciale per il Libano era stato istituito su richiesta del governo del Libano, con un mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per questo il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres prende atto della sua indipendenza e imparzialità, e invita tutti a rispettare la decisione presa.