In una denuncia formale al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan ha presentato il materiale dell’intelligence che dimostrerebbe come i terroristi di Hezbollah si sono infiltrati in Israele durante lo scorso mese.
La cartina, insieme alla documentazione inviata dall’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, mostra la strada intrapresa dai terroristi ed è stata resa pubblica per la prima volta lunedì 17 agosto.
Cinque terroristi dal Libano si sarebbero diretti alla zona del Monte Dov in Israele attraverso la Blue Line, il confine tra i paesi, ma l’IDF (Israeli Defence Force) ha sventato l’attacco e non si sono verificate vittime israeliane.
L’accusa è stata smentita dal segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, secondo cui Hezbollah non sarebbe entrato in Israele.

L’ambasciatore israeliano Gilad Erdan ha dichiarato che “le operazioni terroristiche di Hezbollah, violano le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e potrebbero portare al disastro, provocando il caos in Libano”.
La denuncia è arrivata proprio mentre il Consiglio di Sicurezza discute della proroga del mandato di UNIFIL, in scadenza il prossimo 31 agosto.
Ora la missione UNIFIL, comandata dall’Italia, è a rischio: “Il ruolo della forza UNIFIL è quello di impedire a Hezbollah di trasformare il Libano meridionale nella propria base terroristica. Se UNIFIL non è in grado di compiere questa missione, la sua esistenza dovrebbe essere messa in dubbio” ha dichiarato l’ambasciatore israeliano Erdan nella sua lettera inviata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Israele e Stati Uniti stanno lavorando insieme affinché venga modificato il mandato UNIFIL per renderlo più efficace, comprendendo l’ampliamento delle sue capacità di accesso e supervisione nelle aree in cui opera Hezbollah.
Essendo gli Stati Uniti il principale finanziatore di UNIFIL, minacciano di porre il veto al mantenimento della pace delle Nazioni Unite nel Libano meridionale se il mandato non verrà modificato secondo i voleri di Israele e USA. Per i due paesi, Hezbollah, movimento sciita, alleato di Siria e Iran, è troppo a suo agio con UNIFIL, per questo sono a favore di una maggiore stretta.
Nonostante la disastrosa esplosione del 4 agosto, sembra difficile trovare un punto di incontro tra i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, anche se la maggioranza è a favore dell’estensione del mandato.

Il Direttore di La Voce di New York, Stefano Vaccara, durante il quotidiano briefing con il portavoce del Segretario Generale dell’ONU, ha chiesto se il Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres, fosse preoccupato per la situazione della missione ONU in Libano, poiché a breve si voterà per il rinnovo del mandato UNIFIL, e Israele ha dimostrato o sostiene di aver dimostrato che la Missione UNIFIL non parrebbe in grado di fermare Hezbollah per infiltrarsi in Israele.
Il portavoce Stéphane Dujarric ha risposto: “le preoccupazioni e le osservazioni del Segretario Generale della situazione sulla Blue Line sono state espresse nei vari rapporti, vi rimando alla recente lettera al Consiglio di Sicurezza in cui aveva detto che stavano ancora aspettando il permesso di trasferirsi in un certo numero di posti ed espresso una certa preoccupazione per la situazione in quell’area. Noi, ovviamente, pensiamo che sia molto importante rinnovare il mandato di UNIFIL, poiché la forza delle Nazioni Unite è una forza che dà stabilità lungo la Blue Line”.
(L’intervento al minuto 16.45 del video sotto)
La missione UNIFIL
La missione UNIFIL è nata con la Risoluzione 425 adottata il 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell’invasione del Libano da parte di Israele, con l’incarico di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal paese e assistere il Governo libanese nel ristabilire la propria sovranità nell’area.
Nel 2006, con la seconda guerra in Libano tra Israele ed Hezbollah, la missione assunse un compito più ampio. A luglio di quell’anno, un gruppo di terroristi di Hezbollah colpirono l’Israeli Defence Force (IDF) a Sud della Blue Line nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zar’it.
Da quel momento lo scopo del mandato, è stato quello di monitorare la cessazione delle ostilità, assistere le attività delle forze armate libanesi, monitorare il rispetto della Blue Line, supportare la popolazione locale, check point e pattugliamento.
L’Italia è a capo del comando della missione UNIFIL con il Generale Stefano Del Col e ha schierato circa 1.100 uomini.
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