Per la terza volta seduta al tavolo circolare del Consiglio di Sicurezza in occasione del briefing annuale sulle relazioni tra UE e ONU, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza dell’Unione, Federica Mogherini, ha parlato innanzitutto dell’impegno europeo a difendere l’approccio multilaterale e a sostenere, anche finanziariamente, l’architettura delle Nazioni Unite in risposta ai problemi globali del nostro tempo. La visita di Mogherini al Palazzo di Vetro è coincisa con una giornata interamente dedicata al ruolo della donna nella società, con un grande evento di alto livello organizzato dalla Presidente dell’Assemblea Generale, María Fernanda Espinosa Garcés, opportunamente intitolato “Women in Power”. Insieme ad altri eventi collaterali, l’occasione ha portato all’ONU, tra le altre, alcune delle donne che ricoprono il ruolo di capi di Stato e di Governo. In una giornata difficile per l’Unione Europea, con un nuovo voto sull’accordo sulla Brexit programmato nella serata londinese, al centro dell’intervento di Mogherini in Consiglio di Sicurezza c’era soprattutto la volontà di ribadire la piena disponibilità europea a cooperare con le Nazioni Unite, visto che, ha detto, “la strada europea alla pace e alla sicurezza è identica a quella dell’ONU”.
#EU @UN @FedericaMog’s annual briefing at the #UNSC The #UN serves our interests & values. We need to expand the system for global governance, not to weaken or demolish it. Cooperation among nations more needed than ever. For us Europeans supporting the #UN is the best investment pic.twitter.com/7Uz85uzy47
— Sabrina Bellosi (@sabellosi) March 12, 2019
Una partnership, ha spiegato Mogherini, che avviene su vari livelli. In primis, nel rispondere ai conflitti: come in Siria, in Yemen, in Afghanistan, in Libia, dove l’Europa, ha specificato, sostiene pienamente l’operato dell’inviato del Segretario Generale Ghassan Salamé, ma coopera anche in forma di quartetto con le Nazioni Unite, gli Stati Arabi e l’Unione Africana. E proprio all’Africa Mogherini ha dedicato qualche minuto del suo intervento, citando tra le altre cose le sofferenze dei migranti nei campi di detenzione libici e le attività criminali transfrontaliere che culminano nel traffico di esseri umani nel Mediterraneo, e ricordando che l’Europa sostiene “soluzione africane ai problemi africani”. “Ben oltre le attività di peacekeeping, l’Africa vuole e ha bisogno di prendersi le proprie responsabilità per il suo futuro”, ha ribadito.
Quanto al Venezuela, Mogherini ha ricordato come la crisi nel Paese abbia “cause politiche e istituzionali”, affermando con forza che le soluzioni devono essere pacifiche e democratiche. L’Alto Rappresentante ha nuovamente escluso ogni opzione militare – che gli Stati Uniti, invece, continuano a tenere sul tavolo –, e ha sottolineato che la via per la risoluzione dell’impasse non può essere “imposta dall’esterno”. La posizione europea, dunque, resta ancorata alla richiesta di nuove elezioni, libere e democratiche. Quanto agli aiuti umanitari, Mogherini ha sottolineato la collaborazione tra Unione Europea e agenzie dell’ONU, ribadendo la necessità che l’aspetto umanitario resti del tutto avulso da “ogni tipo di politicizzazione”.
L’Alto Rappresentante ha inoltre confermato che la risposta a sfide globali deve essere, a sua volta, globale. E nel delineare questo principio, al centro dell’azione delle Nazioni Unite, ha ribadito il sostegno europeo per gli accordi di Parigi per quanto riguarda il cambiamento climatico, e per l’accordo con l’Iran sul nucleare: argomenti, entrambi, su cui di recente si è consumata una frattura tra Unione Europea e Stati Uniti di Donald Trump. Proprio in merito all’Iran, Mogherini ha ricordato che “togliere le sanzioni è un parte integrante dell’accordo”. Quanto alla produzione di missili balistici ed ad altri temi, come i diritti delle donne nel Paese, l’Alto Rappresentante ha specificato che esistono, su questi elementi, delle questioni aperte, ma senza l’accordo “il dialogo con l’Iran sarebbe molto più difficile, non più facile”.
Mogherini ha anche fatto riferimento alla crisi ucraina, citando il comportamento della Russia in Crimea come un esempio di quello che succede quando non si rispetta la legge internazionale. La titolare della politica estera dell’UE ha anche espresso la sua preoccupazione per la decisione di Washington prima e di Mosca poi di sospendere la propria adesione al trattato sulle forze nucleari a medio raggio (INF), l’“Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty”: pur non essendo l’Unione Europea parte in causa, ha fatto capire Mogherini, resta fortemente interessata alla sussistenza dell’accordo, in un’ottica di sicurezza globale. “La Russia è un importante interlocutore per l’UE”, ha poi dichiarato, “e lavoriamo insieme positivamente in molti campi: dall’Iran all’Artico. Eppure”, ha aggiunto, “non è un mistero, siamo profondamente preoccupati per certi comportamenti, non solo in Ucraina, ma anche a Salisbury (dove è avvenuto l’avvelenamento di Sergei Skripal e di sua figlia Yulia – ndr) e con lo spionaggio contro l’Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons (OPCW)”.
Sulla riforma dell’ONU, l’Alto Rappresentante ha espresso l’impegno europeo ad impegnarsi verso l’obiettivo. E ha puntualizzato – fil rouge di tutto il suo discorso – che l’UE sta contribuendo a rendere più forte ed efficace il sistema multilaterale e la sua intera architettura come mai fatto prima. “Le Nazioni Unite perseguono i nostri interessi e valori. Dobbiamo espandere il sistema per una governance globale, non indebolirlo e distruggerlo. La cooperazione tra le nazioni è più necessaria che mai. Per noi europei, supportare le Nazioni Unite è il miglior investimento”.
Durante la sua giornata al Palazzo di Vetro, Mogherini ha anche partecipato ad alcuni eventi collaterali sul tema del gender equality, compresa una conferenza intitolata Women on the Frontlines: lessons learnt from Yemen and Syria, presso la delegazione dell’UE alle Nazioni Unite. Nell’agenda dell’Alto Rappresentante, anche un incontro con il Segretario Generale, Antonio Guterres e con la presidente dell’Assemblea Generale, Maria Fernanda Espinosa Garces.
Prima della sua tappa newyorkese, la titolare della politica estera dell’Unione Europea è stata a Seattle per partecipare alla terza edizione di Global Tech Panel, iniziativa volta a riunire leader globali del settore privato e della società civile per mettere a punto nuove tipologie di cooperazione tra diplomazia e tecnologia. All’Università di Princeton, ha tenuto un discorso sul ruolo dell’UE come attore globale. “Credo che il multilateralismo sia più che mai necessario. Oggi, tutto è possibile: il vecchio ordine mondiale è scomparso, il nuovo non è ancora emerso”, ha detto agli studenti della Woodrow Wilson School of Public and International Affairs. “Non sappiano ancora se abbiamo attori che abbiano l’intenzione, il potere e gli strumenti per costruire un nuovo ordine mondiale”. E proprio per questo, ha aggiunto, “il multilateralismo è l’unica risposta che abbiamo al momento. Forse ne dovremo trovare di nuove e migliori in futuro, ma per il momento è questa l’unica strada per portare intorno al tavolo più voci per costruire soluzioni favorevoli a tutti, per identificare un terreno comune e tenere in considerazione la complessità del nostro mondo”.