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October 9, 2018
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Nikki Haley si dimette: Trump vuole la figlia Ivanka o il genero Jared all’ONU?

L'ambasciatrice USA alle Nazioni Unite appare con il presidente Trump alla Casa Bianca per dare l'annuncio. Un déjà vu da House of Cards?

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 3 mins read

L’ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley si è dimessa (lascerà l’incarico dal primo gennaio 2019) e il presidente Donald Trump ha accettato le dimissioni. Trump e Haley sono apparsi questa mattina, poco dopo le 11, dentro l’ufficio ovale, per dare l’annuncio. All’apparenza sembrerebbe, dalle frasi pronunciate, che la decisione sia stata di Haley, “perché chi serve in questi incarichi nel governo deve capire quando è il momento di lasciare”: a quanto pare, per dare spazio ad altri che possano portare nuova forza all’incarico, ha detto l’ambasciatrice. Ma è proprio così, è stata sua la decisione, o è stata spinta a lasciare? Si specula già che in realtà Trump avesse in mente da tempo chi mettere al posto di Haley nell’importante incarico (l’inviato USA all’ONU è un cabinet member, cioè ha praticamente il titolo di ministro e partecipa alle riunione di governo alla Casa Bianca).

Fonti giornalistiche hanno speculato anche che la sofferta nomina di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema, che ha ancora di più spaccato il paese, abbia accelerato l’uscita di Nikki Haley, che già in passato aveva mostrato sulla questione della violenza sulle donne e il movimento #Metoo alcune posizioni in contrasto con quelle del presidente Trump. Altri, invece, pensano che la sua decisione sia strettamente economica: Nikki Haley (che ha due figli al college) vorrebbe “cash in”, far soldi sul prestigio ricevuto dalla sua carica, accettando alcune posizioni molto remunerative in qualche board di qualche corporation americana.

Altri ancora pensano che Haley abbia fatto bene i conti: probabilmente, le elezioni di novembre per il Congresso non risulteranno favorevoli al partito repubblicano e quindi potrebbero indebolire molto la presidenza Trump; a quel punto, la sua uscita dall’amministrazione sarebbe avvenuta appena in tempo per diventare un potenziale candidato per una nomination repubblicana per il 2020 se  Trump, assediato anche dalle inchieste del super procuratore speciale Mueller, dovesse dissolvere la sua presidenza. All’incontro nell’ufficio ovale con Trump, Haley ha detto di non pensare affatto alla candidatura per la Casa Bianca, e che insomma non correrà certo contro Trump. Ma se invece fosse l’attuale Commander-in-Chief a dover rinunciare alla candidatura del 2020? L’ambasciatrice ed ex governatrice del South Carolina avrebbe tutte le carte in regola per tentare la scalata alla presidenza.

26 settembre 2018: Ivanka Trump esce dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Foto VNY)

Intanto, è iniziata la corsa ad indovinare il possibile sostituto o la possibile sostituta che Trump sceglierà per il Palazzo di Vetro. Con accanto Nikki Haley, il presidente ha detto che il nome sarà scelto tra tanti candidati papabili tra circa due-tre settimane, ma invece si pensa che la Casa Bianca abbia già scelto e che questo abbia accelerato le dimissioni di Haley. La stessa ambasciatrice forse ha rivelato il nome del proprio successore, proprio nel giorno dell’annuncio delle sue dimissioni, quando ha cominciato a parlare dell’apporto di Ivanka Trump (la figlia preferita del Presidente) e del marito Jared Kushner nella politica estera americana. Quasi come nella famosa serie “House of Cards”, dove il Presidente Francis Underwood nomina la First Lady Claire ambasciatrice all’ONU, ora Trump invierà la figlia Ivanka o il genero Jared?

Noi della Voce, proprio due settimane fa, abbiamo visto Ivanka all’ONU, mentre usciva dalla riunione del Consiglio di Sicurezza presieduto dal padre. Jared potrebbe essere favorito perché ha già un incarico ricevuto sul fronte della mediazione tra Israele e palestinesi… Chissà: prevediamo che la coppia Ivanka-Jared sarà a breve una visione ben più comune nei corridoi del Palazzo di Vetro…

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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