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September 26, 2018
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All’ONU Conte accontenta tutti: l’Italia è multilaterale e sovranista

Il discorso tenuto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla 73esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

Mentre ascoltiamo  dentro l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite  il discorso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, tenuto in italiano e iniziato poco prima delle tre del pomeriggio, in una sala piena al 40% –  come era del resto avvenuto pochi minuti prima per la premier britannica Theresa May – le sue parole ci appaiono subito come tese a riprendere quelle pronunciate il giorno prima dal Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, ma anche quelle del Presidente Donald Trump. Conte si appella al multilateralismo ma anche al sovranismo, e imposta il suo discorso su queste due parole che sembrano, per alcuni, inconciliabili. E infatti noi, su questo, gli faremo la prima domanda poco dopo, quando lo avremo davanti al giardino delle rose, fuori dal Palazzo di Vetro. (Vedi questo articolo).

Secondo il governo italiano presieduto da Conte, quindi, la comunità internazionale “in un contesto globale sempre più frammentato, multipolare e in continua evoluzione”, ha bisogno “di un multilateralismo effettivamente efficace e di Nazioni Unite rafforzate nel loro ruolo di pilastro di un sistema internazionale fondato sulla pace, la giustizia e l’equità”.

Conte afferma che le Nazioni devono essere “vicine alle persone, in grado di rispondere alle loro esigenze di sicurezza e di benessere, pronte a proteggerle dalle insidie della globalizzazione, che offre molte opportunità ma è capace anche di produrre effetti perversi”.

Conte continua nel suo discorso a sottolineare la linea ferma del suo governo: “Non considero infatti, prima ancora che politicamente, moralmente accettabile un’azione di governo che non si preoccupi adeguatamente di assicurare a tutti i cittadini condizioni di vita eque e pienamente dignitose”.

Così, alle accuse di sovranismo e populismo nei confronti del suo governo, Conte dall’Assemblea Generale rilancia: “Amo sempre ricordare che sovranità e popolo sono richiamati dall’Art.1 della Costituzione italiana, ed è esattamente in quella previsione che interpreto il concetto di sovranità e l’esercizio della stessa da parte del popolo”.

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, parla all’Assemblea Generale dell’ONU (Foto ONU/ Cia Pak )

Conte, dopo aver dato un colpo alla botte sovranista, ecco che lo ridà al cerchio multilateralista: “Tale impostazione non modifica la tradizionale posizione dell’Italia all’interno della comunità internazionale e di conseguenza nei confronti delle Nazioni Unite. Sicurezza, difesa della pace e dei valori che meglio la preservano, promozione dello sviluppo e dei diritti umani sono obiettivi che condividiamo e vogliamo continuare a perseguire con coraggio e convinzione, dal piano nazionale a quello globale”.

Riguardo quindi alla scottante questione migranti, il presidente ritiene che si debba adottare una strategia strutturata e multilivello, sia sul breve che sul lungo periodo “Da anni l’Italia è impegnata in operazioni di soccorso e salvataggio nel Mar Mediterraneo ed ha sottratto così alla morte decine di migliaia di persone, spesso da sola, come è stato più volte riconosciuto dalle stesse istituzioni europee allorché hanno affermato che l’Italia aveva “salvato l’onore dell’Europa”.

E quindi che fare? Sui migranti, l’Italia sovranista di Conte ha già la soluzione “globalista” e “multilateralista” che l’aspetta in un trattato che si firmerà in Marocco: “I fenomeni migratori con i quali ci misuriamo richiedono una risposta strutturata, multilivello e di breve, medio e lungo periodo da parte dell’intera Comunità internazionale. Su tali basi sosteniamo i Global Compact su migrazioni e rifugiati. Si tratta di una sfida che può e deve essere raccolta con un approccio di “responsabilità condivisa”, in una logica di partenariato tra Paesi di origine, transito e destinazione dei flussi, che tenga conto dell’esigenza prioritaria di garantire la dignità delle persone ma anche con la ferma determinazione di combattere chi questa dignità e la stessa esistenza calpesta con il traffico di esseri umani”.

Nonostante le minacce di tagliare i soldi dell’Italia diretti alle Nazioni Unite lanciate dal vice premier Matteo Salvini quando Michelle Bachelet ha accusato l’Italia di non rispettare i diritti umani dei migranti, Conte rilancia gli impegni finanziari dell’Italia nei confronti dell’ONU: “L’Italia persegue gli obiettivi di pace e sviluppo sul piano internazionale anche nei momenti di restrizioni di bilancio. Siamo saldamente all’ottavo posto come contributore al bilancio ordinario delle Nazioni Unite e a questo impegno aggiungiamo iniziative di sviluppo realizzate sia in via bilaterale sia attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite. Iniziative che sono ispirate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030. La povertà, le diseguaglianze, la disoccupazione e gli effetti devastanti del cambiamento climatico sono mali che riguardano ogni Paese, indipendentemente dal grado di sviluppo”.

E dal discorso di Conte, non poteva mancare l’area di crisi del Mediterraneo che in questo momento tiene più in apprensione gli interessi in gioco dell’Italia, quindi la Libia: “Tali principi sono essenziali quando si affronta la grave e generalizzata situazione di instabilità che caratterizza oggi un’area vitale per la sicurezza e la prosperità dell’Italia e dell’intera Europa qual è il “Mediterraneo allargato”. Nelle prossime settimane l’Italia ospiterà una Conferenza sulla Libia che avrà come obiettivo principale proprio quello di sostenere un percorso politico condiviso tale da contribuire a stabilizzare politicamente il Paese. Tale percorso sarà fondato sul più ampio coinvolgimento degli stessi attori libici, che restano i padroni del loro destino, e sulla centralità delle Nazioni Unite, il cui Piano d’Azione costituisce l’elemento verso cui far convergere i contributi dei principali stakeholders internazionali e regionali”.

Giuseppe Conte inizia il suo discorso all’Assemblea Generale dell’ONU (Foto VNY)

E per chiudere il suo discorso durato poco poco meno di venti minuti, Conte ha parlato di “spirito di cambiamento” anche per l’ONU, che deve essere lo stesso che “caratterizza l’azione del governo” da lui guidato.

“Le responsabilità condivise, nella prospettiva di costruire società “pacifiche”, “eque” e “sostenibili” rappresentano un richiamo che condividiamo e che assumiamo come invito “al cambiamento”. Lo stesso spirito di cambiamento che caratterizza l’azione del Governo da me guidato”.

“Ma questa responsabilità ce la dobbiamo assumere anche con riferimento alla riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per la quale l’Italia continuerà a impegnarsi a fondo, dialogando con tutti gli Stati Membri, per raggiungere l’obiettivo di una riforma condivisa”

“Il percorso verso un “multilateralismo efficace”, al quale tutti dobbiamo aspirare, non può prescindere, infatti, dall’esigenza che ogni membro della “famiglia umana” possa riconoscere nelle Nazioni Unite una reale leadership globale a cui guardare con rinnovata fiducia”.

Alla fine, sempre in italiano, ha detto grazie. E la sala, seppur non piena, ha applaudito.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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