Questa mattina, 14 marzo, si è tenuto presso la Missione italiana alle Nazioni Unite il Side Event su “Come affrontare lo sfruttamento e la tratta degli immigrati sostenendo i diritti dei lavoratori nell’economia rurale. La legge italiana contro il Caporalato” – organizzato da Italia, CGIL, IFAD, ILO, Nigeria, Bulgaria, UNODC -, evento incluso tra i meeting della Commissione sullo stato delle donne iniziata il 12 marzo.
A introdurre il panel è stata Cornelia Richter, Vice Presidente del IFAD, e a parlare per l’Italia sono state la Vice Ministra per lo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, e Susanna Camusso, Segretaria Generale della CGIL. Sono intervenute anche Aicha Elabbasy, Capo del Gabinetto del Ministero marocchino della Famiglia, Solidarietà, Equità, Diyana Videva, membro del Consiglio dell’Alliance for Protection against Gender-based Violence, Chidi King, Direttrice dell’Equality Department del ITUC, Alette Van Leur, Direttrice delle Politiche Settoriali dell’ILO, e Adwoa Sakyi, Cordinatrice del IUF.

Le panelist hanno salutato con favore il raggiungimento della legge contro il Caporalato, e hanno fornito differenti visioni nazionali e contestuali rispetto al problema dello sfruttamento, del lavoro forzato e del traffico di esseri umani che le donne, specialmente quelle delle zone rurali, subiscono in tutto il mondo.
L’Italia aveva prodotto nel 2011 un’importante legge che criminalizza il Caporalato, cioè il fenomeno per cui i lavoratori vengono assunti attraverso degli intermediari irregolari e incorrono in gravi abusi e e sfruttamento. Ma è nel 2016 che il nostro Paese ha assunto un ruolo pionieristico rispetto a questo problema, attraverso l’approvazione della legge n. 199/2016, che introduce misure innovative di sanzione – arresto e requisizione delle terre nei confronti non solo di chi “recluta illegalmente i lavoratori ma anche chi li sfrutta”, ha detto Bellanova – e di protezione delle vittime.
La Vice Ministra ha continuato poi affrontando il tema “della tratta degli esseri umani, che coinvolge migliaia di uomini, donne e bambini, dei quali vengono violati quotidianamente i diritti umani fondamentali”; questione a cui l’’Italia ha risposto, sempre nel 2016, con il primo Piano di azione nazionale contro la tratta e lo sfruttamento.
“Il Piano, in linea con la Strategia UE per l’eradicazione della tratta degli esseri umani, propone programmi volti alla prevenzione attraverso il miglioramento della conoscenza e dell’emersione del fenomeno, alla realizzazione di azioni mirate nei Paesi origine, e alla repressione del fenomeno con l’azione penale”, ha continuato Bellanova, ma “è sufficiente? No. Anche ora che per me si profila un ruolo politico diverso, da senatrice e non più da esponente del governo, sarà un mio impegno continuare a perseguire questi obiettivi nello svolgimento dell’attività parlamentare”.
Concludendo il panel, Susanna Camusso ha preso la parola, sottolineando che “mai potremmo accettare che le donne lavorino in cambio di prestazioni sessuali”. La legge per la criminalizzazione del Caporalato, per cui si è lottato dieci anni, “non riguarda solo il campo agricolo, ma per esempio colpisce anche le dinamiche dei cantieri edili”. Inoltre è solo una parte di tutti i passi che il Parlamento italiano deve ancora fare, secondo la sindacalista, verso la creazione di un Paese più equo. Urge, per questo, “l’abolizione del realto di clandestinità”, e un impegno maggiore verso il rafforzamento delle relazioni contrattuali lavorative.
Ma l’Italia, ora che le elezioni hanno dato quei risultati ormai noti, continuerà ad impegnarsi a livello internazionale nella lotta per una maggiore tutela delle categorie più vulnerabili della popolazione? Bellanova e Camusso hanno risposto a La Voce di New York parlando di collaborazione eventuale con tutte le forze politiche rispetto a diritti sociali. “Auspichiamo che ci sia una continuità nelle battaglie di civiltà che sono state intraprese e votate in Parlamento, a partire dalla lotta contro il Caporalato. Sarebbe devastante se chi vince le elezioni mettesse in discussione dei diritti di civiltà che devono essere messi al primo posto in un Paese democratico come l’Italia”, ha dichiarato la Vice Ministra. “Quando sono andata in Parlamento per difendere la nostra proposta di legge contro le dimissioni in bianco e la legge sul Caporalato, ho chiesto a tutte le forze politiche di superare steccati ideologici e di affrontare il tema per quello che era, il riconoscimento del lavoro dignitoso e dei diritti dell’uomo e della donna. E’ evidente che in Parlamento le forze politiche devono puntare alla massima collaborazione”.
Per quanto riguarda i sindacati, “per scelta, per autonomia del sindacato, ci confrontiamo con il governo che scelgono gli elettori con il loro voto. Ovviamente proveremo a continuare ad affermare la linea di tutela e diritti del lavoro. Perché quando si arretra sui diritti del lavoro arretrano anche le condizioni sociali”. Siete preoccupati? Siete pronti a lottare, nel caso servisse? “Non abbiamo mai smesso”, ci ha risposto Susanna Camusso.