“Un’azione atroce e codarda”. Il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, ha definito così l’attacco terroristico di venerdì, che ha portato alla morte di 28 cristiani in Egitto. Parole forti, pronunciate durante il consiglio riunitosi la stessa mattina, iniziato con un minuto di silenzio in onore delle vittime.
L’attacco ha scioccato l’intera comunità internazionale e ha portato in tempi rapidissimi, per quelli che sono in genere gli standard del Consiglio di Sicurezza, a una condanna unanime da parte degli Stati membri. Quella di venerdì mattina in Egitto, del resto, è stata una vera e propria esecuzione, con un obiettivo ben preciso: colpire un pullman di innocenti, di famiglie, donne e bambini appartenenti alla religione cristiana-copta, dirette in pellegrinaggio al monastero di Anba Samuel (Samuele Il Confessore), nel sud del Paese.
Il fatto è avvenuto in un’area deserta all’altezza di Ben Suef, nel Governatorato di Minya. Scesi dai loro suv, una decina in tutto, i terroristi in divisa e con il volto coperto sono prima saliti sull’autobus rubando denaro e oro alle vittime, poi hanno iniziato l’esecuzione: 28 morti, di cui due bambine di quattro e due anni, e 22 feriti. Uno dei terroristi, ha raccontato un testimone, avrebbe anche girato un video dell’attacco.
“Non c’è nessuna giustificazione per una violenza così orribile” ha commentato ancora Antonio Guterres, che ha espresso la propria vicinanza e le condoglianze ai parenti delle vittime. Mentre i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU hanno evidenziato, in un Press Statement, all’unanimità, come “il terrorismo, in tutte le sue forme e in tutte le sue manifestazioni” costituisca oggi “una delle questioni più serie e pericolose per la pace e la sicurezza di tutto il mondo: qualsiasi atto di questo genere è ingiustificabile, indipendentemente dalla sua motivazione e ovunque sia stato commesso”.
L’episodio di venerdì non è il primo rivolto ai cristiani in Egitto, negli ultimi anni. Proprio qui infatti, in particolare nell’area del Governorato di Minya, i copti sono da tempo bersaglio di gruppi terroristi e fondamentalisti. Come evidenzia l’organizzazione “Iniziativa egiziana per i diritti della persona” (Eipr), solo nel 2016 sono stati 77 gli attacchi registrati, mentre non si contano gli atti vandalici all’ordine del giorno, nei confronti di scuole e chiese. “L’attacco in Egitto di oggi e quello di pochi giorni fa a Manchester ci ricordano chiaramente come il fronte del terrorismo non conosca confini – ha commentato Nassir Abdulaziz Al-Nasser, Alto Rappresentante dell’UNAOC (United Nations Alliance of Civilizations). È necessario riallineare le forze di tutti nella lotta contro il terrorismo, in tutte le sue forme”.