Il 22 Aprile è il D-DAY! Anzi ,ancora di più, è l’E-Day!!!
In questo speciale giorno (1 mese e 2 giorni dopo l’equinozio di primavera) al Palazzo di Vetro dell’ONU si celebra, come ogni anno, la giornata della terra, l’Earth Day, la più grande manifestazione ambientale del pianeta, in cui si festeggia l’ambiente e la salvaguardia della Terra, giunta quest’anno alla 47ª edizione.
Un evento nato sulla spinta negli anni ’60 del senatore Gaylord Nelson e appoggiata dal presidente J.F. Kennedy, i quali decisero di portare la questione ambientale all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico. Il 22 aprile del 1970 questa spinta si concretizzò ipso facto, quando ben 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione in difesa della terra, comprendendo fin da allora il degrado ambientale instauratosi, in nome di valori comuni green per affrontarlo e risolverlo.
Il principio su cui ruotava tutto era: tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito, o provenienza geografica, hanno diritto a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.
La forza, l’imponenza e l’importanza di quell’avvenimento sono state poi foriere di tante altre manifestazioni ambientali a vari livelli, tra cui spicca la prima conferenza delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro, in Brasile nel 1992, la vera prima pietra miliare verso lo sviluppo sostenibile.
Ed è proprio l’ONU il 26 febbraio 1971 con il segretario U Thant a proclamare la partecipazione delle United Nations alla “celebrazione ufficiale” di Earth Day, ricoprendo come il massimo organo mondiale un ruolo di grande importanza per la sua crescita in campo globale.
La giornata della terra, che era sorta come un momento di protesta locale americano, è diventato ora un avvenimento educativo, informativo e propositivo di coinvolgimento mondiale.
L’attuale obiettivo è quello di valutare primariamente le tante (purtroppo) problematiche ambientali del pianeta (cambiamenti climatici, distruzione degli ecosistemi, esaurimento delle risorse rinnovabili, consumo di suolo, la scomparsa di specie animali e piante, l’inquinamento di aria acqua e terreno, ecc) per poi cercare soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi dell’attività umana, che ci ha portato inesorabilmente a questo tragico status quo.
Questa grande dimostrazione pubblica ha continuato a crescere sempre più a cominciare dall’anno 2000, espandendosi oltre i confini statunitensi, con all’attivo 1 miliardo di persone e 5.000 gruppi ambientalisti.
A questo inaspettato, ma auspicato successo, ha contribuito notevolmente l’ente americano no profit Earth Day Network, entrato corposamente in scena nel 1990, coordinando con l’attuazione della sua mission, tutte le varie iniziative, feste, celebrazioni e quant’altro che vengono messe in atto a livello internazionale, secondo un tema diversificato di volta in volta.
La sfida lanciata per quest’anno 2017 è particolarmente ambiziosa in quanto è già proiettata al triennio 2017-2020 (50°anniversario) sempre su ambiente e clima, puntando sull’alfabetizzazione ambientale, che dovrà essere necessariamente accompagnata da impegno civile: responsabilizzare tutti e ispirare azioni.
Lo slogan è: conoscere, agire e diffondere!
Sono state, quindi, promosse tutta una serie di campagne ambientali che investono i tantissimi settori della nostra vita quotidiana che comportano una certa criticità, da rimuovere il più presto possibile.
In questo duro, delicato e selezionato lavoro, l’Earth Day Network ha potuto contare su partner fidati internazionali, tra cui c’è da segnalare, con un po’ di vanto, la storica cooperazione della nostra Earth Day Italia, nata con lo scopo di rafforzare il capofila Earth Day, favorendo essa stessa lo sviluppo di progetti, iniziative e risorse in soccorso del pianeta malato, nel nostro Bel Paese anche lui “martoriato ambientalmente”.
Earth Day Italia è certamente frutto della nostra cultura italiana, da sempre in prima linea e all’avanguardia su temi e impegni mondiali, tanto da essere costantemente un punto di riferimento culturale per gli amici americani che la apprezzano e la tengono spesso in debito conto, unitamente alla generosa comunità italo-americana che ne è il naturale veicolo di diffusione in terra yankee.
Dopo la doverosa esposizione del panorama generale su cui si concentra Earth Day, per capirne meglio la sua attuazione, è interessante concentrarsi sull’applicazione concreta di un particolare argomento proposto in questo 2017 molto caro all’ONU (che gli ha dedicato il 6 aprile una sua giornata mondiale), molto significativo per la sua popolarità, la sua portata mondiale, la sua valenza di valori, e poi particolarmente trattato e seguito dalla nostra sopracitata Earth Day Italia.
Mi riferisco allo sport, all’attività fisica praticata quotidianamente da milioni di persone in svariati luoghi (naturali e urbani) per raggiungere benessere e salute, inserito specificatamente nella campagna di quest’anno nel capitolo ambientale “atleti”, il quale a sua volta è strettamente intrecciato ad altri 2 settori strategici quali la “Green City” e le “Schools pubblici verdi”.
Ma davvero persino il mondo dello sport è minacciato?
Sì, il cambiamento climatico sta cambiando il pianeta e anche il mondo dello sport, come si può notare ad esempio dalle stazioni sciistiche con poca neve, oppure da come lo smog impedisca di correre sulle strade, fino a non poter praticare attività acquatiche in acque inquinate.
Però per avere un quadro completo e oggettivo bisogna ammettere che, del resto, anche il mondo dello sport non è immune, in alcuni casi, dall’essere esso stesso un potenziale danneggiatore ambientale.
Scienza, massmedia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, così come il Comitato Olimpico Internazionale, facendo un po’ di autocritica, hanno seriamente preso in esame questa triste realtà, evidenziandone la portata e sottolineando però che il mondo dello sport può diventare un importante veicolo per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare il mondo politico a mettere in atto provvedimenti green.
Sicuramente sarà determinante il ruolo richiesto in questo Earth Day agli atleti famosi nel mondo chiamati a testimoniare in favore dell’impegno di tutti per la salvaguardia ambientale.
Ma altrettanto determinante sarà l’impegno che il mondo dello sport assumerà “al suo interno”, mettendo in atto azioni virtuose e guaritrici per l’ambiente e per la salute degli atleti.
Lo sport ecosostenibile è la giusta risposta alla sua chiamata in causa di danneggiato (e danneggiatore) riscoprendo i suoi originari valori etici e rinnovandosi ecologicamente in tutta la filiera di ogni pratica sportiva, puntando sulla qualità dell’habitat, sul poco consumo di energie rinnovabili, sui materiali bio-compatibili, sul riciclo dei rifiuti, ecc.
Nel mondo, negli Stati Uniti e in Italia, per fortuna, non mancano di certo degli esempi virtuosi in tal senso.
E a proposito di Italia, proprio Earth Day Italia da tempo si interroga sulla conciliazione tra sport e ambiente, sulla scia dell’attenzione e della profusione della nostra ricca cultura italiana sportiva, mettendo in campo anche quest’anno ulteriori eventi per la salvaguardia ambientale attraverso la collaborazione dello sport, (che ne beneficerà in primo luogo), che vanno dal Piemonte alla Sicilia (particolarmente prolifica).
A testimonianza del suo notevole impegno, c’è da segnalare un innovativo ed esaustivo “progetto verde” denominato Sport 4 Earth, organizzato in collaborazione con il CONI da qualche anno, suddiviso in diversi momenti tematici con interi momenti dedicati allo sport, che vanno dalla pratica sportiva ai momenti di riflessione, fino a manifestazioni di massa, favorendo la passione per lo sport e la promozione della tutela ambientale, indirizzato particolarmente ai giovani che sono il futuro del mondo.
Non c’è dubbio che la strada “italiana” intrapresa su sport e ambiente coadiuvata dal background culturale comune mondiale, dimostra che la nostra eredità culturale è sempre viva e fa sentire il “peso” internazionale di noi italiani.
La crisi ambientale e climatica che ci sta attanagliando può ora contare, per il suo superamento, su 2 alleati davvero preziosi a migliorare la qualità della vita, ossia Sport&Earth Day Italia.
Walter Cocchio, architetto veneto di Monselice, è un free researcher sport ecologico che dopo tanti anni di ricerca nazionali e internazionali, pubblicherà il libro “Sport, ambiente e salute”, sulla sostenibilità dei luoghi di pratica finalizzati alla attività sportiva, ecologica quali contributo alla città sostenibile in atto.