Si è concluso nel pomeriggio di lunedì 29 agosto il terzo straw poll per la nomina del nuovo Segretario Generale delle Nazioni Unite che sostituirà Ban Ki-moon a partire dal 1 gennaio 2017.
Fedele alla linea adottata in occasione delle precedenti sessioni, il Consiglio di Sicurezza anche questa volta ha espresso il desiderio di mantenere confidenziali i risultati comunicandoli in via ufficiale soltanto ai rappresentanti degli Stati dei vari candidati. Il Presidente dell’Assemblea Generale Mogens Lykketoft ha colto l’occasione per ripetere il suo dissenso a questa modalità, chiedendo maggiore trasparenza in tutto il processo di selezione. Facendo appello alla lettera già rilasciata in seguito al primo sondaggio, il 21 luglio, Lykketoft ha oggi pubblicato il seguente comunicato: “Il Presidente del Consiglio di Sicurezza per il mese di agosto, l’ambasciatore malese Ibrahim, mi ha chiamato per informarmi del fatto che il terzo sondaggio informale del CdS per la posizione di Segretario Generale è stato svolto. Ringraziandolo, gli ho anche fatto presente la mia lettera datata 21 luglio 2016 in cui riconosco la natura informale degli straw polls, sottolineando però che la mancanza di comunicazione di ogni ulteriore dettaglio al di là dell’avvenimento dei sondaggi ha poco significato e non si adegua alle aspettative degli Stati membri per il raggiungimento di maggiori standard di apertura e trasparenza”.
Di parere diverso sembra invece essere l’ambasciatore inglese Matthew Rycroft, che prima dell’inizio delle votazioni ha dichiarato parlando con i giornalisti: “Gli sforzi fatti per migliorare la trasparenza del processo stanno funzionando: ci sono somiglianze tra i risultati ottenuti durante le udienze dell’Assemblea Generale e durante le votazioni del Consiglio di Sicurezza”. Rycroft ha inoltre affermato che per poter sperare di vincere un candidato ha bisogno di almeno 9 voti positivi, 5 dei quali devono appartenere ai membri permanenti del CdS che godono del diritto di veto. “È una realtà ancora lontana dalla situazione attuale” ha però fatto notare l’ambasciatore.
Subito dopo la fine della riunione le pretese di segretezza del Consiglio sono state aggirate e i giornalisti sono giunti in possesso dei risultati del terzo straw poll nel giro di qualche ora grazie a delle soffiate interne.
Gli ultimi dati confermano in prima posizione António Guterres, ex Primo Ministro portoghese e già responsabile del UNHCR, che ha ricevuto oggi 11 voti favorevoli (tra i quali probabilmente, gli USA), 3 sfavorevoli e 1 neutro. Rispetto all’ultima tornata di votazioni, però, Guterres ha guadagnato un “no” in più: forse anche la Cina, oltre alla Russia, ha deciso di votare contro il candidato portoghese?
Al secondo posto compare con un colpo di scena il nome di Miroslav Lajčák, attualmente ministro degli esteri slovacco, che fino ad ora aveva goduto di scarse attenzioni nella corsa a Segretario Generale. Se il 5 agosto, durante l’ultima votazione, Lajčák aveva infatti ottenuto soltanto 2 voti favorevoli e ben 6 contrari, oggi egli ha conquistato 9 voti a favore, 5 contrari e 1 neutro. A inizio agosto in seconda posizione era invece arrivato lo sloveno Danilo Türk i cui consensi oggi sono calati da 7 a 5, con 6 voti contrari.
A contendersi la terza posizione con 7 “sì”, 5 “no” e 3 neutrali troviamo la bulgara Irina Bokova, direttrice dell’UNESCO e attualmente favorita tra le donne, e il serbo Vuk Jeremić. Bokova ha diminuito i voti sfavorevoli passando da 7 a 5, mentre i risultati di Jeremić si sono mantenuti piuttosto stabili.
A seguire nella graduatoria troviamo Susana Malcorra, ex Ministro degli Esteri Argentino, il macedone Srgjan Kerim, la neozelandese Helen Clark e Danilo Türk. A chiudere la classifica della terza sessione di sondaggi informali si posizionano, a pari merito, la costaricana e Segretario Esecutivo della Convenzione ONU per il Cambiamento Climatico (UNFCCC) Christiana Figueres e la moldova Natalia Gherman, entrambe con 12 voti contrari, 2 favorevoli e 1 neutro.
Dall’inizio del processo di selezione due candidati si sono ritirati dalla corsa: il 4 agosto ha ufficialmente abbandonato Vesna Pusic, ex Ministro degli Esteri croato, seguita il 23 agosto dal montenegrino Igor Luksic.
Dopo l’entusiasmo iniziale il sogno di avere una donna come successore di Ban Ki-moon sembra lentamente svanire, mentre si rafforza la possibilità di eleggere un candidato appartenente all’area geografica dell’Europa dell’Est, tenendo quindi fede al principio informale della rotazione geografica.
Probabilmente ci saranno presto altri straw polls e il Consiglio di Sicurezza dovrebbe infine arrivare a selezionare un nome in ottobre o novembre.