Proseguono all’ ONU le operazioni di selezione del successore di Ban Ki-moon: il 5 agosto infatti il Consiglio di Sicurezza si è nuovamente riunito a porte chiuse in occasione delle votazioni per il secondo straw poll, un sondaggio informale in cui i 15 stati membri hanno la possibilità di dare un giudizio ad ognuno dei 12 candidati al segretariato, scegliendo tra le opzioni “favorevole”, “non favorevole” e “neutro”. I risultati delle votazioni dovrebbero essere strettamente confidenziali e, secondo le regole, il presidente del CdS dovrebbe comunicarli soltanto agli Ambasciatori dei paesi a cui appartengono i vari candidati. Questa procedura, però, è da anni considerata eccessivamente rigida in quanto non permette né alla società civile né agli altri organi delle Nazioni Unite di conoscere ciò che accade durante le misteriose riunioni del Consiglio di Sicurezza. Il Presidente dell’Assemblea Generale Morgen Lykketoft, in particolare, era rimasto deluso dalle modalità con le quali il Consiglio ha deciso di svolgere gli straw polls e le ha definite come un un ostacolo al tentativo di rendere più trasparente l’intero processo selettivo, affermando in una lettera indirizzata a tutti i capi missione dell’ONU: “Limitare le comunicazioni in questo modo non ha valore e non è all’altezza delle aspettative fissate dai nuovi standard di apertura e trasparenza”. Il Cds si è però dimostrato sordo alle proteste di Lykketoft ed ha continuato a condurre i sondaggi a porte chiuse.

UN Photo/Jean-Marc Ferré
L’argomento, tra l’altro, è stato al centro del dibattito che ha seguito la presentazione del nuovo Presidente del Consiglio di Sicurezza per il mese di agosto, il malesiano Dato’ Ramlan Ibrahim Edith Lederer dell’Associated Press ha infatti affermato: “Anche se il Consiglio ha cercato di mantenere confidenziali i risultati del primo straw poll, questi sono stati resi pubblici nel giro di 90 minuti. Ciò ha suscitato numerose critiche riguardo alla credibilità del Consiglio di Sicurezza”. Anche Evelyn Leopold, dell’Huffington Post, ha sollevato l’argomento affermando che “non ha alcun senso che il Consiglio tenti di mantenere segreti i risultati”.
Ibrahim ha risposto alle critiche in modo piuttosto confuso: “Abbiamo discusso di tutte queste problematiche e non abbiamo trovato alcun accordo. Vogliamo ovviamente mantenere alta la credibilità del Consiglio, ma allo stesso tempo dobbiamo e vogliamo rispettare le regole che noi stessi abbiamo sottoscritto. Al momento il Consiglio non è pronto a cambiare le procedure e rimane fedele ai principi di confidenzialità”.
Qui il video dal minuto 14:
In seguito alla fine delle votazioni per il secondo straw poll i 15 rappresentanti degli stati membri del Consiglio sono usciti dalla Sala ma, passando davanti ai numerosi giornalisti che aspettavano bramosi di dichiarazioni, non hanno fatto alcun commento. L’Ambasciatore cinese Liu Jieyi ha anzi dichiarato: “Non avrete niente da me”. L’unico a sbilanciarsi, per usare un iperbole, è stato l’angolano Ismael A. Gaspar Martins che ha definito la riunione “positiva”.
Allo stakeout per la stampa il presidente del Cds Ibrahim ha poi affermato che la riunione è stata condotta in modo tranquillo ma senza rispondere al microfono ad alcuna domanda. Interrogato da La VOCE di New York mentre si accingeva ad andar via, ha ripetuto che il presidente dell’Assemblea Generale è stato informato dell’avvenuta votazione ma non dei suoi risultati.
Abbiamo inoltre domandato a vari giornalisti chi pensano che potrà diventare il successore di Ban Ki-moon, ma anche i giornalisti, nel darci i loro pronostici, hanno voluto che non rivelassimo i loro nomi. Mentre le agenzie di stampa russe hanno risposto senza alcun dubbio “Danilo Türk” (ex presidente Slovenia), una reporter americana che lavora per agenzie asiatiche ha affermato che al momento la situazione è bloccata perché Antonio Guterres, il candidato ed ex premier portoghese uscito vincitore dalla prima sessione di sondaggi, sembra essere considerato “troppo occidentale” dalla Russia che quindi non accetterà una sua vittoria. Anche un altro esperto giornalista americano attivo alle Nazioni Unite per un importante journal di geopolitica, si trova d’accordo con questa linea affermando che le votazioni sono ormai in una fase di stallo e si prospetta quindi l’arrivo di un nuovo, inedito candidato che possa rappresentare un buon compromesso per il delicato insieme di interessi che sono in gioco.
Nonostante le pretese di segretezza del Consiglio, come previsto i risultati del secondo straw poll sono finiti online poche ore dopo la fine della riunione.
La prima tornata di sondaggi si era chiusa il 21 luglio con la vittoria indiscussa del portoghese Antonio Guterres, già apprezzatissimo leader dell’Alto Commissariato ONU per i rifugiati. Egli ha confermato il suo vantaggio anche nel secondo straw poll ottenendo 11 voti a favore, 2 sfavorevoli e 2 neutri. Alla precedente sessione Guterres non aveva però ricevuto alcun voto negativo: sembra che nel frattempo si sia guadagnato l’inimicizia della Russia.
Al secondo posto troviamo il serbo Vuk Jeremic con 8 sì, 4 no e 3 neutri, seguito dallo sloveno Danilo Türk che ha avuto 7 voti positivi, 5 negativi e 3 neutrali. Le nomine dei candidati successivi a Türk sembrano essere piuttosto traballanti a causa dei numerosissimi giudizi negativi ricevuti: Malcorra, ex ministro degli Esteri argentino, ha ottenuto 8 voti favorevoli ma ben 6 negativi, seguita dalla bulgara Irina Bokova (7 positivi e 7 negativi), il macedone Kerim (6 positivi e 7 negativi) e la neozelandese Helen Clark (6 positivi e 8 negativi).
Pessimi invece i risultati della costaricana Christiana Figueres e della moldava Natalia Gherman che hanno ottenuto rispettivamente 8 e 10 voti negativi. Figueres, in particolare, aveva brillato agli occhi dell’opinione pubblica durante la Town Hall tenutasi il 12 luglio ma, probabilmente, è vista dai membri del Consiglio di Sicurezza come una personalità troppo forte e decisa, incapace forse di scendere al compromesso.
Agli straw polls, insomma, ciò che conta sono i giudizi negativi: è sufficiente infatti il dislike di uno o due paesi leader per annullare all’istante una decina di voti favorevoli. I nomi che hanno ricevuto numerosi giudizi negativi, quindi, dovrebbero riconsiderare la propria candidatura.
Il Presidente del Consiglio di Sicurezza Dato’ Ramlan Ibrahim ha affermato che ci saranno nuovi straw polls in agosto o settembre, in base alle decisioni degli stati membri. La situazione intanto appare sempre più complicata e gli sviluppi non sono per nulla scontati.