Il Palazzo di Vetro dell’ONU accoglie i teenagers in occasione del “World Youth Skills Day” del 15 luglio 2016, una giornata dedicata alle riflessioni riguardanti il precario ruolo che i giovani oggi ricoprono nel mondo del lavoro e agli ultimi dati sul tasso di istruzione.
I giovani sono tre volte più esposti al rischio di disoccupazione rispetto agli adulti e devono quotidianamente combattere contro lavori di bassa qualità, ineguaglianza nei salari ed una transizione tra il mondo scolastico e lavorativo che diventa sempre più lunga e tortuosa. Inoltre, il tasso di disoccupazione continua ad essere più altro tra le ragazze, le quali devono spesso accettare lavori part-time o contratti a tempo determinato con una paga inferiore al minimo fissato dalla legge. Il sistema attuale non si rivolge ai giovani con l’attenzione che essi meritano e il miglioramento dei livelli di istruzione e occupazione continua ad essere al centro della Lista di Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, con richieste che mirano a raggiungere un sostanziale aumento del numero di giovani con abilità tecniche specifiche.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha preso parte alla cerimonia d’apertura della Giornata per le Abilità dei Giovani ed ha così commentato l’attuale situazione: “I ragazzi rappresentano la chiave per il progresso della società, ma troppo spesso devono confrontarsi con barriere che impediscono loro di andare avanti. I tragici fatti che ci accompagnano in questo periodo rendono ancora più impellente la missione di ridurre il tasso di disoccupazione giovanile. Troppi ragazzi e ragazze sono sottopagati o sottoposti a contratti irregolari, senza alcuna protezione sociale. Il mercato del lavoro non è in grado di stare al passo con l’aumento della domanda […] In questa giornata, ci impegniamo ad investire di più per l’educazione e la crescita degli adolescenti”.
I giovani si aspettano infatti che il lavoro possa garantire loro sicurezza finanziaria e soddisfazione personale, ed è fondamentale che i leader sostengano le nuove generazioni in modo che queste riescano ad affrontare con sicurezza le nuove sfide che l’attuale situazione propone: povertà, ingiustizia e violenza.
Sono ben coscienti di queste problematiche i 263 milioni di bambine e bambini che ancora oggi, in tutto il mondo, non hanno accesso all’istruzione. Stando agli ultimi dati rilasciati nel report Non lasciare nessuno indietro: quanto manca al raggiungimento di un’educazione primaria e secondaria per tutti? i bambini che non hanno possibilità di ricevere un’istruzione adeguata sono circa 61 milioni in età compresa tra i 6 e gli 11 anni, 60 milioni tra i 12 e i 14 anni e 142 milioni tra i 15 e i 17 anni. La maggior parte di loro si trova nella zona sub sahariana.
La situazione è ancora più preoccupante se prendiamo in considerazione il fatto che le disparità aumentano in base al sesso: 15 milioni di ragazze infatti non avranno mai l’occasione di imparare a leggere o scrivere (in contrapposizione a 10 milioni di ragazzi). Solo il 50% dei bambini rifugiati, inoltre, ha ricevuto un’educazione primaria e il 25% arriva ad ottenere un qualche titolo di istruzione secondaria.
In un mondo che presenta sempre più sfide l’educazione è fondamentale. Senza di essa, nessuno sviluppo o miglioramento sarà possibile ma si potrà arrivare soltanto ad un aumento del già troppo alto tasso di ingiustizie e soprusi. Nizza, Parigi, la difficile situazione in Medio Oriente, niente di tutto questo potrà mai avere fine se non attraverso la diffusione del sapere. Conoscere è fondamentale perchè soltanto attraverso una lucida visione dei fatti i giovani di tutto il mondo potranno pensare a risposte appropriate che non abbiano a che fare con armi o segregazioni. Giustizia sarà fatta nel momento in cui mettere le mani su un libro sarà più facile che imbracciare un’arma, quando tutti potranno scambiarsi opinioni senza temere di perdere la vita, quando l’istruzione sarà percepita come un diritto e non un privilegio per pochi eletti, quando le bambine impareranno a scrivere prima che a cucire e quando le donne non dovranno più lottare per ottenere un titolo di studio o un posto di lavoro coerente con le loro abilità. Come ha detto Irina Bokova durante la Town Hall per l’elezione del nuovo Segretario Generale (qui, dal minuto 2:23:10) “l’educazione è la miglior arma nostra disposizione per combattere le diseguaglianze”. È un’arma che non spara, che non uccide ma fortifica, è ciò che ci permette di fare la differenza rispetto alle organizzazioni terroristiche e ai crescenti estremismi che si nutrono di una visione che non tollera l’esistenza di prospettive differenti. Senza la possibilità di sviluppare una conoscenza d’insieme del mondo in cui viviamo, infatti, i bambini sono esposti al rischio di entrare a contatto con mentalità chiuse senza poterle correttamente riconoscere e combattere, rischiano di farsi coinvolgere ed arrivare a far proprie idee che, se fossero nati in paesi con un sistema educativo appropriato, avrebbero probabilmente criticato a gran voce. L’educazione è un diritto umano, come la salute e la libertà, che oggi però non viene rispettato.
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