Una panoramica del Porto canale, l’antichissimo approdo sul fiume Mazaro, tremila anni di storia commerciale nel cuore del Mediterraneo
Mentre ancora non si hanno, a quasi ventiquattro ore dal sanguinoso attacco terroristico, notizie certe sul numero e sull’identità delle persone rimaste uccise (fra le quali quattro italiani che erano in vacanza) al museo del Bardo di Tunisi per mano di una cellula jihadista che si pensa collegata all'ISIS, si susseguono comunicati stampa relativi alla grave situazione ed alla brutta aria che si respira in tutto il Mediterraneo per via della recrudescenza del terrore scatenato dalle migliaia di adepti del califfo Al Baghdadi.
La questione viene seguita con molta attenzione nel comune di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. La cittadina siciliana è separata a meno di duecento miglia dalle coste africane ed è legata storicamente e culturalmente alla Tunisia; Mazara del Vallo è il comune più 'tunisino' d'Europa con una percentuale di persone provenienti dal Nord Africa pari quasi al 20% della intera popolazione di circa 55.000 abitanti. A Mazara vive una grossa comunità di immigrati giunta ormai alla terza generazione; i primi tunisini arrivano agli inizi degli anni ‘70, per lavorare sui pescherecci della più grande marineria del Mediterraneo.

Il sindaco di Mazara Nicola Cristaldi
"Condanniamo fermamente –ha affermato subito a caldo il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi- l'attacco terroristico al museo del Bardo di Tunisi ed esprimiamo preoccupazione per questa strage di turisti alle porte delle nostre coste. Chiediamo –ha aggiunto- maggiori controlli da parte delle autorità tunisine e italiane nella nostra zona. L'attacco è un segnale che interrompe il naturale processo di convivenza tra le comunità mediterranee".
Il Vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero, mercoledì sera ha sentito telefonicamente l’Arcivescovo di Tunisi, monsignor Ilario Antoniazzi. “All’Arcivescovo ho espresso la solidarietà mia personale e quella di tutta la Chiesa di Mazara del Vallo –ha detto Mogavero– ci auguriamo che l’attentato sia un fatto isolato. In ogni caso siamo sempre per la strategia del dialogo con tutti e a ogni costo; soltanto nel dialogo si riescono a instaurare relazioni rispettose delle diversità e del Credo che ognuno porta con sé come scelta personale. L’augurio è quello che la Tunisia possa ritrovare serenità per continuare il percorso democratico già avviato”.

Il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero tra i vicoli della Casba
Sui fatti di Tunisi, sul rischio terrorismo e sugli immigrati tunisini che vivono a Mazara del Vallo, abbiamo contattato Mohamed Zitoun Soufien, 34enne, ex consigliere comunale aggiunto. Mohammed Zitoun è nato in Italia, a Mazara del Vallo, il 23 settembre 1979 da genitori tunisini, ha frequentato la scuola tunisina, ed è stato il primo extracomunitario a frequentare la scuola media "Paolo Borsellino". Mohammed è sempre stato impegnato in politica occupandosi della questione dei moltissimi extracomunitari che vivono in città. Nel 2002 fu nominato, su segnalazione del consolato di Tunisia a Palermo, consigliere comunale aggiunto, il suo solo un potere consultivo all'interno dell'Aula consiliare ma senza la possibilità di votare gli atti. Poi è stato votato dai cittadini extracomunitari residenti nel territorio per ben due volte consigliere comunale aggiunto, sia sotto l'Amministrazione Macaddino che con la prima di Cristaldi; Mohammed Zitoun (che lo scorso febbraio, vedi foto, ha ricevuto il decreto con il quale il presidente Giorgio Napolitano gli ha conferito, dopo una lunga trafila burocratica, la cittadinanza italiana) lavora come mediatore culturale in una cooperativa sociale e presso un centro di accoglienza.
“I terroristi hanno voluto colpire la società civile e democratica della Tunisia. Il popolo tunisino –ha però assicurato Zitoun- non ha paura, anzi, come dimostrano le manifestazioni avvenute a Tunisi dopo la strage terroristica, vuole reagire e chiede un intervento energico al governo tunisino per andare avanti nel processo di democrazia e modernizzazione del Paese. I terroristi vogliono innescare un clima di paura nel Paese disincentivando quanti vogliono andare in vacanza in Tunisia, ma i miei fratelli tunisini non si lasceranno piegare. Io per primo, insieme a qualche amico ed amica italiana, andremo in vacanza quest’estate in Tunisia”.
Il giuramento di Mohammed Zitoun
In merito al rischio che l’ISIS possa estendere ancor più la propria attività terroristica nel Maghreb ed anche in Italia, Mohammed Zitoun ha sottolineato: “L’Occidente deve intervenire, bisogna trovare una convergenza internazionale, sotto l’egida dell’ONU, per colpire il centro nevralgico dalle quale partono le attività dell’ISIS. Non vogliamo che dietro a quanto stia succedendo ci siano interessi economici molto grossi di stati 'amici' dell’Occidente. Sul rischio in Italia, ed a Mazara del Vallo in particolare, di attentati, dico che il problema è globale e va affrontato con una rete efficace di intelligence. Vi è stata però –ha spiegato Zitoun- l'assenza negli anni di una politica che permettesse una maggiore integrazione degli immigrati nel tessuto sociale cittadino; le due comunità, autoctona ed immigrata, vivono separate in casa. A parte durante il lavoro sui pescherecci, mazaresi ed immigrati, sia maghrebini che slavi, nemmeno si sfiorano. Così è cresciuto il malcontento di questi giovani figli, fra i 18 ed i 30 anni, di immigrati; molti come me sono nati qua a Mazara ma in pochi sono riusciti ad integrarsi. Molti giovani tunisini che vivono soprattutto nel centro storico soffrono la precaria condizione economico e sociale e provano un innato rancore nei confronti dei loro coetanei mazaresi. In questo contesto vi è il serio rischio che alcuni giovani siano affascinati dai messaggi estremistici che arrivavano da Al Qaeda ed oggi dall'ISIS. Molti giovani sono andati in Francia ed in Germania".
Infine Zitoun ha parlato così del progetto dell'Amministrazione comunale del centro culturale, in un immobile ristrutturato di via Bagno, in piena "casbah", denominato "Casa Tunisia”: "Inaugurata da più di un anno ma non si capisce quali attività si svolgono al suo interno, chi le gestisce? E nell'interesse di chi? Casa Tunisia –ha sottolineato Zitoun- è un luogo chiuso alla comunità immigrata. Doveva essere un centro aperto con attività a vantaggio di tutta la comunità tunisina. Servirebbe invece –ha concluso Zitoun- un segretariato sociale con mediatori culturali al fine di indirizzare questi giovani disoccupati attraverso seri progetti di aggregazione che possano preservare dal rischio di fenomeni di devianza".
L’Imam Ridha Naes
Ridha Naes è un giovane tunisino di 34 anni, è il secondo imam della moschea di Mazara del Vallo. E’ una persona molto disponibile a parlare della sua vita e, purtroppo, delle sue difficoltà di coniugare la sua attività di maestro di preghiera con un lavoro che ad oggi non riesce a trovare. Ridha è nato in Tunisia, a Madhia (citta gemellata con Mazara del Vallo in quanto origine di molti pescatori tunisini che lavorano su pescherecci mazaresi), ha condotto studi presso la scuola marittima del suo Paese e poi ha studiato in una scuola coranica. Vive da 2 anni in Italia con regolare permesso di soggiorno; è sposato con due figli ma la sua famiglia vive a Madhia. Ridha Naes, non potendo pagare un affitto per mancanza di lavoro, ha dormito anche all’interno della "moschea" di Mazara del Vallo sita in via S. Francesco 13. Si tratta di un piccolo edificio a due piani che da circa 20 anni è l'unico luogo di culto per la grande comunità di religione musulmana rappresentata da maghrebini, slavi, somali ed altre nazioni residenti in Città. Lo stesso giovane Imam ha ripetuto, rispondendo alla mia domanda, quanto detto lo scorso settembre quando fu proclamato lo stato dell'ISIS a cavallo fra Siria ed Iraq: "Su di noi islamici prevalgono spesso dei pregiudizi a causa di vicende legate al terrorismo o a fatti di violenza che non hanno nulla che vedere con la religione; siamo tutti fratelli, è scritto pure sul Corano".

La cattedrale di Mazara con a destra il seminario
Ma a Mazara del Vallo si coltiva anche la speranza del dialogo. Un esempio? E' stato fornito dalla scorsa edizione, la terza, di Blue Sea Land, l’Expo dei Distretti Produttivi Italiani, del Mediterraneo, dell’Africa e Medi-Oriente Allargato. Proprio nella giornata conclusiva della manifestazione organizzata dal Distretto della Pesca siciliano, nella Casbah di Mazara del Vallo, dove convivono da anni autoctoni, immigrati maghrebini e slavi, si è tenuto un evento storico. Nel piazzale antistante la Chiesa di San Francesco e la Moschea Ettakwa, rappresentanti delle religioni Cattolica, Ebraica, Bektashi e Musulmana hanno rivolto insieme una preghiera per la pace dei popoli. La preghiera di pace, recitata in più lingue, è stata rivolta da Mons. Domenico Mogavero, Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, M. Muhammad Hassan Abdulghaffar, Imam Centro Islamico Culturale d’Italia (Roma); Baba Mondi, Capo della Comunità Bektashi, Stefano Di Mauro-Itzaak, Rabbino Capo della Comunità Ebraica Siciliana; insomma un piccolo grande segnale di speranza nel cammino del dialogo interculturale ed interreligioso avvenuto nel cuore del Mediterraneo.
Francesco Mezzapelle, giornalista mazarese collaboratore de La VOCE di New York, lavora per il quotidiano La Sicilia di Catania e dirige il giornale on line Prima Pagina Mazara
Discussion about this post