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May 2, 2014
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Israele: un valore strategico non ancora compreso dall’Occidente?

Stefano De CupisbyStefano De Cupis
Mappa che mostra cosa accadrebbe a Israele con la demilitarizzazione dello Stato Palestinese - Mappa: AFSI

Mappa che mostra cosa accadrebbe a Israele con la demilitarizzazione dello Stato Palestinese - Mappa: AFSI

Time: 4 mins read

La serata intitolata “The Power of One”, tenutasi il 30 aprile, è stata organizzata da Mark Langfan, avvocato e presidente dell’organizzazione denominata Americans For a Safe Israel (AFSI), fondata nel 1970 con lo scopo di promuovere l’importanza di un forte e difendibile stato d’Israele, per gli interessi della sicurezza USA e globale nella regione, e far comprendere alla comunità internazionale che la nota “soluzione dei due stati, metterebbe in pericolo il mondo intero, portando alla dissoluzione d’Israele”.  L’organizzazione infine sostiene una politica di “pace per la pace” tra gli stati arabi e Israele, rifiutando invece “la pace per il territorio”.

All’evento hanno preso parte anche due importanti figure del mondo ebraico, Yaakov “Ketzaleh” Katz, Presidente di Arutz Sheva Israel News e politico Israeliano, e Baruch Gordon fondatore del sito in lingua inglese di Arutz Sheva e direttore esecutivo del movimento Israel Empowered.

“Ketzaleh e Baruch sono due esempi lampanti di come ognuno di loro, attraverso i propri sforzi ed impegno individuale, hanno concretamente nello specifico aiutato a difendere e valorizzare Israele e gli ebrei in generale”, ha dichiarato Mark Langfan mentre spiegava accuratamente le sue mappe strategiche, il video (Israel Stretegic Western Theater) da lui stesso prodotto su Israele e la sua rinomata mappa topografica 3D della regione, apprezzata anche dal Congresso USA, dallo US Joint Chiefs of Staff Israel Desk, dal New York Times e molti altri.

Affacciato sul Mar Mediterraneo, lo Stato d’Israele è situato in un'area che approssimativamente corrisponde ai territori che, secondo la Bibbia, ospitarono in epoca antica il Regno di Giuda e Israele.

Con la Risoluzione 181, il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale delle Nazioni approvava il piano di partizione della Palestina, che prevedeva la costituzione di due stati indipendenti, uno ebraico e l'altro arabo. Lo Stato d'Israele fu proclamato da David Ben Gurion il 14 maggio 1948, alla scadenza del Mandato britannico della Palestina. La sovranità di Israele non fu riconosciuta dalla quasi totalità degli stati arabi che attaccarono Israele, ma persero quella prima guerra come le altre ('67, '73). Da allora i suoi confini e la stessa esistenza di Israele furono e sono tuttora oggetto di diatribe diplomatiche, conflitti e attacchi terroristici.

Israele è l’unico stato al mondo a maggioranza ebraica (75.1% secondo dati della CIA del 2012) e la sua capitale Gerusalemme, benché riconosciuta dalla Legge Fondamentale del 1980 votata dalla Kenesset (il parlamento), non è riconosciuta nemmeno dagli Stati Uniti (l'ambasciata USA resta a Tel Aviv). Anche lo Stato di Palestina rivendica Gerusalemme Est quale propria capitale. Bisogna ricordare che l'indipendenza dello Stato palestinese fu proclamata nel 1988 dall'Organizzazione per la Liberazione della Palestina ed è stata sancita dall'ONU con la votazione della Risoluzione 67/19 dell'Assemblea Generale il 29 novembre 2012, consentendo l'ingresso alle Nazioni Unite in qualità di osservatore. La Cisgiordania e la striscia di Gaza sono i due territori in cui lo Stato Palestinese viene riconosciuto e fanno parte della regione storico-geografica della Palestina.

Proprio secondo Mark Langfan, il problema di un’insicurezza internazionale e con gravi ripercussioni per gli USA e l’occidente, si verificherebbe con la demilitarizzazione degli altipiani del Golan, della Striscia di Gaza e della  Cisgiordania, un evento che lascerebbe il vantaggio strategico USA, ovvero Israele, del tutto indifeso e in balia degli attacchi e delle minacce provenienti dal terrorismo di matrice islamica.

Tutto ciò, secondo Langfan, scatenerebbe tre possibili scenari in sinergia come in un domino: 

1. Israele senza le difese degli altopiani del Golan e della Striscia di Gaza, verrebbe distrutto e occupato dagli Hezbollah, dalla Siria e dall’Egitto;

2. Senza Israele come protettore strategico, la Giordania verrebbe invasa facilmente da Hezbollah, Siria, Egitto e Iran;

3. Paesi come l’Egitto e la Siria, forti militarmente, ma privi di petrolio e con l’Iran alle porte, l’Arabia Saudita finirà di esistere e senza il Canale di Suez sotto controllo amico, le potenze occidentali non saranno capaci di rifornire o difendere l’Arabia Saudita.

“Israele è il fianco sudorientale della NATO di difesa per Cipro, Rodi, Creta e anche la Grecia contro la Turchia e l’Iran”, ha affermato Langfan, aggiungendo che non appena verrà creato uno stato in Cisgiordania, l’Iran farà cadere la Giordania, mentre Hamas (nella Striscia di Gaza) rovescerà Fatah nella Cisgiordania. Pertanto uno Stato Palestinese dominato da Hamas disporrà di decine di migliaia di razzi Katyusha di contrabbando e agenti nervini a portata di Tel Aviv e del 70% della popolazione ebraica di Israele e l’80% della sue aree industriali. “Sparare un razzo dalla Cisgiordania verso Tel Aviv è come sparare un razzo dal Queens verso Manhattan [vicinissimo]”, ha evidenziato il Presidente dell’AFSI, affermando infine che “Israele è la prima e l’unica linea di difesa dell’occidente e della NATO”.

 

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Stefano De Cupis

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