Il 13 Aprile 2014 l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha presentato un nuovo rapporto sulle emissioni globali di gas serra. Le emissioni nell’ultimo decennio 2000-2010 sono aumentate più rapidamente rispetto ai tre decenni precedenti, nonostante le politiche di contenimento dei gas serra.
Il rapporto indica anche che se, nei prossimi anni, si vuol rimanere entro un aumento non superiore ai 2 gradi Celsius è urgente attuare delle politiche di drastico contenimento mondiale dei gas serra. In generale in uno scenario di crescita normale, il consumo energetico cresce dal 1,6 al 3 percento all’anno. In uno scenario di mitigazione ambizioso la crescita dovrebbe essere dello 0,06 percento.
Una caratteristica comune degli scenari di mitigazione ambizioso è il taglio delle emissioni causate dalla produzione di energia elettrica, portando a quasi zero i gas serra. Un altro obiettivo è quello di produrre energia in modo efficiente. L’obiettivo di limitare l'aumento della temperatura media globale a due gradi Celsius, si raggiunge nel 2050, abbassando le emissioni di gas serra dal 40 al 70 per cento rispetto al 2010, e azzerandolo entro la fine del secolo.
Rallentare la deforestazione e piantare foreste potrebbe ridurre l'anidride carbonica dall'atmosfera che si potrebbe anche ottenere combinando la produzione di energia elettrica da biomassa con la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica. Queste sono delle sfide tecnologiche ed economiche che ancora non hanno trovato una soluzione.
Il rapporto indica che : "Il compito fondamentale di mitigazione dei cambiamenti climatici è il disaccoppiamento delle emissioni di gas serra dalla crescita della economia e della popolazione. Molte misure di mitigazione possono contribuire allo sviluppo sostenibile, attraverso un accesso all'energia e riducendo l'inquinamento atmosferico locale".
Come sempre ci sono voci discordanti che tendono a negare il problema. La domanda più frequente è: come è possibile che non si riesca a fare una previsione meteorologica corretta del prossimo mese e si pretenda di fare una previsione climatica per i prossimi dieci anni?
In effetti fino a questo rapporto venivano fatte delle proiezioni decennali che tenevano solo conto delle forzature esterne al sistema climatico. Da questo rapporto in poi il tentativo sarà quello di fare delle previsioni decennali sfruttando relazioni empiriche basate su osservazioni passate e relazioni fisiche previste.
L’Italia segue le direttive europee sul 20-20-20, ossia ridurre del 20 per cento le emissioni di gas serra, portare al 20 per cento il risparmio energetico e aumentare al 20 per cento il consumo da fonti rinnovabili entro il 2020. L’obiettivo dovrebbe essere sostenuto anche da una politica economica-energetica adeguata, che tuttora manca. Il rischio che alcune zone dell’Italia siano soggette a desertificazione appare reale. Più di 1/5 del territorio italiano è a rischio desertificazione. Il 40 % coinvolge il Sud Italia e le isole Sicilia e Sardegna, ma anche alcune zone del Centro-Nord sono a rischio: il Lazio, la Toscana e l’Emilia Romagna. Sotto le presenti condizioni di clima e uso del territorio il 3,7 % del territorio italiano è molto vulnerabile, il 32,15 % leggermente vulnerabile, il 64, 11 % non molto vulnerabile alla desertificazione.
Il rapporto completo verrà pubblicato martedì 15 su www.ipcc.ch e www.mitigation2014.org.