Un veterano della guerra del Vietnam per portare la pace tra Russia e Ucraina. È il generale in pensione Keith Kellogg l’uomo scelto dal presidente-eletto degli Stati Uniti Donald Trump come inviato speciale dell’amministrazione repubblicana per mettere fine al conflitto in Europa orientale “in un solo giorno”.
Per l’80enne Kellogg non si tratta del primo incarico di un certo livello: veterano decorato della guerra contro i Viet Cong – durante la quale fu anche consigliere dell’esercito regolare cambogiano contro i Khmer rossi -, il militare è già stato recentemente consigliere per la sicurezza nazionale per Trump (febbraio 2017) e per l’ex vicepresidente Mike Pence (2018-2021).
La posizione di Kellogg sul conflitto iniziato con l’aggressione russa del 24 febbraio 2022 è stata invece affidata nero su bianco a uno studio strategico – “America First, Russia & Ukraine” – pubblicato ad aprile dal Center for American Security presso l’America First Policy Institute, il think-tank di riferimento dell’universo MAGA di cui l’ex generale è stato co-presidente.
Il rapporto accusa l’amministrazione Biden di aver alimentato il conflitto con una politica estera definita “caotica” e improntata a obiettivi idealistici piuttosto che a un dialogo pragmatico con il Cremlino. Kellogg e il co-autore Fred Fleitz, ex capo di staff del Consiglio per la sicurezza nazionale (2018), descrivono l’invasione russa come una “tragedia evitabile ” e sostengono che sia nell’interesse di Kyiv, Washington e dell’intera comunità internazionale negoziare un cessate il fuoco e un accordo di pace con Putin.
Tre i punti salienti: primo, che il flusso di aiuti militari a Kyiv venga subordinato alla partecipazione attiva dell’alleato ai colloqui di pace con Mosca; secondo, che la NATO congeli la domanda di adesione di Kyiv all’Alleanza in cambio di un accordo di pace e garanzie di sicurezza da parte dell’Occidente. E terzo, che si alleggeriscano le sanzioni contro Mosca come incentivo per un accordo – in modo che parte delle entrate derivanti dalle vendite di energia russa vengano destinate alla ricostruzione dell’Ucraina.
Nonostante non manchino una serie proposte da parte dei suoi consiglieri di politica estera, Trump non ha peraltro ancora chiarito come intenda porre fine al conflitto “in un solo giorno”, come ha promesso in campagna elettorale. “The Donald” ha in passato ferocemente accusato il predecessore/successore democratico Joe Biden di voler trascinare il mondo in una guerra mondiale e sarcasticamente descritto Zelensky come “il miglior venditore del mondo” per aver sottratto ai contribuenti americani circa 174 miliardi di dollari in aiuti.
“Non posso svelarvi i piani, perché altrimenti non li potrò utilizzare,” il mantra dei suoi comizi. Come ha riportato il Wall Street Journal, fonti vicine al team di transizione di Trump suggeriscono che i suoi consiglieri stiano valutando diverse soluzioni, tutte mirate a fermare il conflitto nel più breve tempo possibile.
Una delle idee più discusse consiste nel congelare l’adesione dell’Ucraina alla NATO per almeno vent’anni, in cambio della garanzia dell’assistenza militare americana per prevenire ulteriori aggressioni russe. La proposta comporterebbe inoltre la cristallizzazione dell’attuale linea di contatto e la creazione di una zona demilitarizzata di circa 1.300 chilometri tra le truppe russe e ucraine, una sorta di “terra di nessuno” da affidare alla sorveglianza di quei Paesi europei che, secondo Trump, avrebbero per troppo tempo addossato a Washington l’onere della propria sicurezza regionale.
Entrambe le proposte repubblicane cozzano però con il “piano di vittoria” delineato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che insiste sull’adesione del Paese alla NATO e sul recupero dei territori occupati, inclusa la Crimea. Ma difficilmente Kyiv troverà in Trump un interlocutore accondiscendente. La composizione del gabinetto Trump 2.0 suggerisce che il focus strategico della futura amministrazione non sarà la Russia ma il confronto con la Cina. Resta perciò forse da trovare un modo di districarsi dalla matassa ucraina senza perdere la faccia. E da veterano del Vietnam, Kellogg potrebbe essere l’uomo giusto.