La senatrice statunitense Marsha Blackburn è atterrata giovedì a Taiwan in una visita a sorpresa che rappresenta la terza missione in meno di un mese di un parlamentare americano nell’isola contesa.
Blackburn, una repubblicana che alla camera alta del Congresso rappresenta il Tennessee, avrebbe deciso di recarsi da sola a Taipei in conclusione di un tour indo-pacifico che negli scorsi giorni l’ha portata in Papua Nuova Guinea, Isole Salomone e Fiji.
Il Pentagono non ha voluto rilasciare dichiarazioni sul viaggio, limitandosi ad assicurare che “naturalmente adottiamo tutte le misure appropriate per garantire la sicurezza dei membri del Congresso, ovunque e in qualsiasi momento decidano di viaggiare”, come riferito da un portavoce a Fox News.
“Sono appena atterrata a Taiwan per inviare un messaggio a Pechino: non ci faremo intimidire. Gli Stati Uniti restano fermi nel preservare la libertà in tutto il mondo e non tollereranno sforzi per minare la nostra nazione e i nostri alleati”, ha commentato su Twitter la senatrice.
I just landed in Taiwan to send a message to Beijing — we will not be bullied.
The United States remains steadfast in preserving freedom around the globe, and will not tolerate efforts to undermine our nation and our allies. pic.twitter.com/yVcaYN7yIA— Sen. Marsha Blackburn (@MarshaBlackburn) August 25, 2022
La sua visita avviene poco più di tre settimane dopo la storica visita ufficiale a Taiwan della presidente della Camera USA, la dem Nancy Pelosi, che fece infuriare Pechino scatenando una escalation militare limitatasi peraltro al campo delle esercitazioni lungo il confine. La speaker è diventata in quell’occasione la più alta funzionaria di Washington a visitare Taiwan dopo un’analoga visita da parte del presidente (repubblicano) della Camera Newt Gingrich nel 1997.
Due settimane fa nell’isola è sbarcata un’altra delegazione, bipartisan, composta da cinque congressisti e guidata dal senatore democratico Ed Markey.
La Cina considera Taiwan una “provincia ribelle”, destinata ad essere annessa al territorio continentale nel prossimo futuro. Due mesi fa la Casa Bianca ha però promesso a Formosa il pieno sostegno militare statunitense in caso di attacco cinese – pur continuando a riconoscere la Repubblica popolare cinese (quella di Pechino) quale unica Cina legittima tra le due, in ossequio alla cosiddetta “politica di una sola Cina” (one-China policy).