La cestista statunitense Brittney Griner è stata condannata a 9 anni di carcere per possesso e contrabbando di droga, dopo aver illegalmente trasportato un paio di capsule contenenti olio di cannabis lo scorso 17 febbraio all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca.
Il verdetto, che include inoltre il pagamento di una multa da 1 milione di rubli (16.358 dollari), è stato annunciato giovedì pomeriggio (ora locale) dalla giudice Anna Sotnikova della corte regionale di Chimki, periferia nord della capitale russa.
Accolte quasi completamente le richieste del pubblico ministero, che nella sua arringa finale aveva chiesto al giudice di comminarle una pena di 9 anni e 6 mesi in una colonia penale e 1 milione di rubli di multa.
Di tutt’altro avviso i legali della cestista, che avevano sostenuto che il modesto quantitativo di stupefacenti – 0,7 grammi per la precisione – fosse per uso medico, e che la loro assistita avesse una regolare licenza rilasciata dalle autorità dell’Arizona per alleviare i dolori accumulati in anni di competizioni tra WNBA e Ženščiny Prem’yer-liga.
La tesi non ha però convinto la corte, che ha sottolineato l’irrilevanza per il diritto russo di eventuali certificazioni mediche, criminalizzando in ogni caso l’uso personale di sostanze. La legislazione del Paese est-europeo in materia di stupefacenti prevede infatti una pena draconiana tanto per possessori e spacciatori: fino a 10 anni di reclusione, che si tratti di droghe pesanti o di “semplice” olio di cannabis (come nel caso della cestista).
Prima che la corte si esprimesse, Griner si era rivolta alla corte in un ultimo accorato appello, sostenendo di non aver avuto alcuna intenzione di infrangere la legge. “Voglio scusarmi con le mie compagne di squadra, con il mio club, con i miei tifosi e con la città di Ekaterinburg per l’errore che ho commesso e per l’imbarazzo che ho causato loro”, aveva detto Griner con voce incrinata. “Voglio anche scusarmi con i miei genitori, i miei fratelli, l’organizzazione delle Phoenix Mercury a casa, le fantastiche donne della WNBA e la mia fantastica moglie a casa”.
Immediata e irata la reazione della Casa Bianca. “Oggi la cittadina americana Brittney Griner ha subito una condanna al carcere che costituisce un ulteriore promemoria di ciò che il mondo già sapeva: la Russia sta detenendo ingiustamente Brittney. Ciò è inaccettabile e chiedo alla Russia di rilasciarla immediatamente in modo che possa stare con sua moglie, i suoi cari, i suoi amici e le sue compagne di squadra”, ha dichiarato il presidente Joe Biden in un comunicato.
Il destino di Griner potrebbe però decidersi fuori dal tribunale. Negli ultimi giorni, la nativa di Houston è stata al centro di un intenso dibattito diplomatico sul possibile scambio di prigionieri che porterebbe al rilascio del famoso trafficante di armi russo Viktor Bout, attualmente detenuto in Illinois. Dopo mesi di dibattito interno, l’amministrazione Biden ha infatti offerto al Cremlino di scambiare il “mercante della morte” Bout con Griner e l’ex poliziotto statunitense-canadese-irlandese Paul Whelan, dal 2018 detenuto a Mosca per presunto spionaggio.
Prima dell’arresto, Griner giocava come centro titolare delle Phoenix Mercury, e durante l’offseason WNBA partecipava anche al campionato russo con l’UMMC Ekaterinburg (gestita dal miliardario Iskander Makhmudov), dove peraltro guadagnava una somma superiore a quella percepita in patria.