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Uno spazio senza regole e sempre più pericoloso

Tonnellate di immondizia spaziale vagano per l'universo, divenuto ultima frontiera dello scontro tra potenze

Francesco CasarilbyFrancesco Casaril
UN-led Talks to Prevent Arms Race in Outer Space

Scott Kelly/NASA. The breaking of dawn over planet Earth, seen from the International Space Station.

Time: 4 mins read

Negli ultimi vent’anni lo spazio è diventato un luogo piuttosto affollato.

Secondo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l’umanità ha lanciato circa 12.170 satelliti dall’alba dell’era spaziale nel 1957. 7.630 di essi rimangono ancora oggi in orbita, ma solo 4.700 sono ancora operativi. I satelliti però rappresentano solo una parte degli oggetti nello spazio.

Secondo diverse agenzie spaziali ci sono circa 34.000 pezzi di spazzatura spaziale di dimensioni superiori a 10 centimetri e milioni di pezzi più piccoli che potrebbero rivelarsi disastrosi se dovessero colpire qualcos’altro, come ad esempio un satellite.

Lo scorso novembre la Russia ha lanciato un missile intercettore PL19 Nudol che ha preso di mira il satellite sovietico Cosmos 1408, da tempo fuori servizio, in orbita a 300 miglia sopra la Terra, facendolo saltare in aria.

I 1.500 pezzi di spazzatura spaziale che ne sono derivati hanno messo in pericolo i sette membri dell’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale, tra cui due cosmonauti russi, che hanno dovuto ritirarsi nella loro navicella di trasporto mentre la stazione passava pericolosamente vicino al campo di detriti.

Il test missilistico russo a gittata diretta non solo ha dimostrato la vulnerabilità dei satelliti, che sono oggetti privi di difese, ma ha anche sottolineato il fatto che nello spazio ci sono pochissime regole. A dimostrarlo non sono solo le iniziative russe, ma una serie di decisioni politiche che stanno radicalmente cambiando il modo in cui lo spazio è stato utilizzato finora.

Nel novembre 2015, durante l’amministrazione del presidente Obama, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge che conferisce unilateralmente alle aziende americane il diritto di possedere e vendere le risorse naturali estratte da corpi celesti nello spazio, compresi gli asteroidi.

Nel luglio 2017, il Parlamento lussemburghese ha votato a favore di una legge sull’estrazione degli asteroidi, simile a quella degli Stati Uniti, che dà alle compagnie minerarie il diritto di tenersi il bottino. Simili legislazioni nazionali volte a legalizzare l’appropriazione di risorse extraterrestri sono state introdotte da altri paesi, tra cui Giappone, Cina, India e Russia. In assenza di trattati internazionali vincolanti, lo sfruttamento commerciale unilaterale e libero delle risorse spaziali esterne è quasi certo.

An undated handout file picture made available by the National Aeronautics and Space Administration (NASA) shows the International Space Station (issued 16 November 2021) EPA/NASA HANDOUT

A queste iniziative governative volte allo sfruttamento dello spazio e delle sue risorse vanno poi aggiunte quelle private, tra cui Starlink di Space-X, che prevede di mandare in orbita 12.000 satelliti, Kuiper di Amazon.com con 3.250 satelliti e OneWeb con 650 satelliti.

Il comportamento di individui, aziende e governi, come dimostrato dagli esempi sopra riportati, è ormai in netto contrasto con i principi su cui si sarebbe dovuto basare l’utilizzo dello spazio. Tra questi, i principi altruistici che vedono lo spazio come una risorsa condivisa – contenuti nel Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 e nell’Accordo sulla Luna del 1979 – sono oramai diventati ormai obsoleti.

L’ormai superato Trattato prevede, tra l’altro, il divieto di posizionare armi nucleari nello spazio, l’uso della Luna e di tutti gli altri corpi celesti solo a scopi pacifici e, infine, stabilisce che lo spazio debba essere libero per l’esplorazione e l’uso da parte di tutte le nazioni, ma che nessuna nazione potrà rivendicare la sovranità dello spazio esterno o di qualsiasi corpo celeste.

A preoccupare però non è solo il possibile sfruttamento delle risorse spaziali. Nel corso degli ultimi anni il ruolo strategico dello spazio è ormai noto a qualsiasi potenza militare.

Il 20 dicembre 2019 lo United States Space Force Act, sviluppato dal rappresentante democratico Jim Cooper e dal rappresentante repubblicano Mike Rogers, è stato firmato come parte del National Defense Authorization Act. Di fatto, questa legge ha riorganizzando l’Air Force Space Command e altri elementi spaziali dell’Air Force nella United States Space Force, creando il primo nuovo servizio militare indipendente da quando le Army Air Forces furono riorganizzate nel 1947.

Lo United States Space Force Act afferma che la Space Force ha l’obiettivo di “garantire la libertà operativa degli Stati Uniti nello, dallo e verso lo spazio” , “fornire operazioni spaziali rapide e sostenute” e di “proteggere gli interessi degli Stati Uniti nello spazio, dissuadere l’aggressione nello, dallo e verso lo spazio e condurre operazioni spaziali“. Ad oggi quella americana è l’unica forza spaziale indipendente al mondo. Tuttavia, molte altre potenze militari hanno sviluppato simili divisioni integrandole però nelle loro forze aeree.

An undated handout photo made available by the United States Space Force (USSF) shows a nametape and camouflage utility uniform pattern for the new US Space Force (issued 18 January 2020) EPA/UNITED STATES SPACE FORCE HANDOUT HANDOUT

Sebbene fosse stato pensato come un luogo per la ricerca scientifica e la cooperazione internazionale, ad oggi lo spazio somiglia sempre più ad un luogo di competizione militare; molti stati infatti stanno testando le prime armi in questo nuovo dominio.

Il 22 gennaio un satellite cinese è stato osservato mentre afferrava un altro satellite e lo tirava fuori dalla sua normale orbita geosincrona per portarlo in una “orbita di deriva super-gravitazionale”. La manovra solleva interrogativi sulle potenziali applicazioni di questo tipo di satelliti progettati per ispezioni o manipolazioni di altri satelliti. Gli stessi scienziati cinesi hanno affermato che le capacità operative di prossimità a distanza e le tecnologie dei bracci robotici sono a duplice uso, cioè hanno potenziali applicazioni militari oltre a quelle scientifiche.

Sempre quest’anno una squadra di scienziati cinesi ha dichiarato di aver sviluppato un piccolo ma potente dispositivo laser che potrebbe essere utilizzato su un satellite, ma solo per scopi non distruttivi. Tuttavia, potenzialmente il dispositivo potrebbe essere utilizzato in un’ampia gamma di applicazioni, tra cui l’identificazione di un bersaglio, il tracciamento, l’imaging e la comunicazione ad alta velocità.

Alla luce di questi eventi risulta chiaro che sia giunto il tempo non solo di aggiornare il Trattato sullo spazio extra-atmosferico, ma di revisionarlo completamente. Il nuovo Trattato dovrà affrontare in modo esaustivo la tendenza umana a monetizzare e colonizzare qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Inoltre, dovrebbero essere definite regole per far tornare lo spazio ad essere un luogo di cooperazione e ricerca, e non di competizione militare.  I legislatori dovrebbero tenere a mente che lo spazio è qualcosa di unico e non può essere considerato come un paese da colonizzare. Semmai invece dovrebbe essere salvaguardato.

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Francesco Casaril

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