I figli sono responsabili per le colpe dei padri? No. I padri per le colpe dei figli? No. I popoli per le colpe di coloro che li governano? Sì.
Queste sono le domande (e le risposte) che nascono dalle spaventose immagini del discorso di Putin allo stadio Luzniki.
Sono immagini che ci hanno riportato indietro agli anni Trenta, alla propaganda nazista e fascista, al bagno di folla dei dittatori e agli accenti persino religiosi e messianici con cui le loro lugubri liturgie riuscivano a trascinare le masse.

Gli italiani non hanno mai fatto veramente i conti col consenso al fascismo. Ma i tedeschi sì. E un senso di colpa profondo attraversa il Novecento tedesco. Ebbene le masse che festeggiano Putin, che lo accettano, che lo sostengono possono magari non essere informate, ma sono corresponsabili con lui di ciò che sta accadendo.
All’inizio della tragedia dell’Ucraina molti erano del parere che bisognasse separare Putin dai russi. Oggi molti pensano che sia necessario riportare i russi alle loro responsabilità. Sono responsabili con Putin, come Putin di ciò che accade.

E per questo è forse giusto interrompere ogni programma di collaborazione anche scientifica con la Russia come si sta facendo nel caso del progetto dell’esplorazione di Marte.
Il Council dell’ESA, al termine della riunione di due giorni a Parigi, ha deciso di sospendere la missione ExoMars, finora condotta congiuntamente dall’Agenzia Spaziale Europea e dall’agenzia russa Roscomos. È giusto? Probabilmente sì.
I russi sono responsabili non solo di ciò che accade in Ucraina, ma dello spaventoso contrasto tra le immagini devastanti che vengono da un paese bombardato, dove le vittime civili aumentano di giorno in giorno, e quelle che ci sono arrivate da uno stadio sguaiatamente festante.
Come quelle sul corpo così quelle sul mondo sono ferite che non si rimarginano facilmente, e i russi stanno infliggendo al mondo e all’Europa una ferita che sta diventando insopportabile.
Sono dunque responsabili, non solo del male che stanno facendo, ma dell’odio che stanno suscitando.

E tutti gli stati occidentali, ognuno dei loro cittadini dovrà faticosamente lottare contro quell’odio: il male che l’ingiustizia ci fa è prima di tutto quello di cambiarci. È quello di diventare come quelli che ci fanno violenza.
Ma lottare contro l’odio non significa restare inermi.
Le sanzioni che isolano la Russia e i suoi cittadini sono giuste. E sono forse gli unici strumenti per spiegare anche alla Cina che l’Occidente non è del tutto ubriaco del suo benessere, inerme come l’Impero romano della decadenza per eccesso di benessere e di egoismo.
Le colpe dei dittatori ricadono sui loro popoli. E oggi – dopo lo stadio Luzniki – i russi sono tutti colpevoli.