Chi crede nella pace non è un’anima bella e ingenua. Io ci credo e oggi sono scesa in piazza e scrivo queste righe mentre sfilo per le strade romane. Ci sono famiglie con i bambini, giovani e generazioni con i capelli grigi che ne hanno viste tante, pacifisti, sigle della sinistra Emergency, Amnesty Arci e sigle sindacali, vedo la Cgil, ma non la Cisl che non ha aderito.

Avrebbero dovuto partecipare tutti a una manifestazione per la pace, ma certo diventa difficile votare l’invio di armi e poi marciare per la pace. Non è tempo di partigianerie e di tifoserie, ma di azioni politiche serie per avviare trattative per un cessate il fuoco. Una mediazione vera che fermi Putin.

Russi e Ucraini devono tornare a parlarsi in un terreno neutrale e qualcuno deve favorire questo dialogo. Non sono le armi la soluzione perché le armi uccidono sempre. Non ci sono armi buone e armi cattive. Una volta consegnate, le armi non si sa in che mani finiscono.

Politici italiani e europei toglietevi l’elmetto e trovate parole di pace. Il nemico non si può scegliere, bisogna trattarci e ascoltarlo. Alzare i toni non fermerà Putin. Basta slogan, tirate fuori una visione di pace x l’Europa che non sia solo l’invio di armi a un popolo aggredito. Ci saranno altre vittime e altro dolore se si continuerà questa sfida a chi è più forte.
Lo sappiamo già chi è il più forte, a meno che la Nato non decida di intervenire. E questo spero proprio non accada. Saggia è stata la decisione della Nato di non fare una no fly zone che avrebbe messo a rischio incidente i suoi aerei con quelli dell’aviazione russa. È tempo di saggezza. Una parola che non pare molto amata di questi tempi. L’Onu fermi la guerra, l’appello del segretario della CGIL Landini. Ma anche le Nazioni Unite paiono deboli davanti a un conflitto terribile e inimmaginabile.