Poche ore prima che la Russia dichiarasse di fatto guerra all’Ucraina, al Cremlino si è svolto un meeting fra il presidente russo Vladimir Putin e il suo Stato Maggiore, fra cui i siloviki Sergej Ivanov, Nikolaj Patrušev, Sergej Naryškin, Aleksandr Bortnikov e Sergej Šojgu.
Il filmato si apre con l’intervento di Sergei Naryškin, capo del servizio di intelligence estero russo che dice: “Credo che ai nostri partners occidentali andrebbe data un’ultima chance (e) nel peggiore dei casi dovremmo prendere la decisione che stiamo discutendo ora”. Putin, accigliato, interviene iroso: “In che senso nel peggiore dei casi? Dovremmo ricominciare a trattare? O riconoscere la sovranità?”.
Visibile a questo punto l’imbarazzo di Naryškin, che viene incalzato da Putin: “Parla chiaro!”. A questa forte sollecitazione, l’imbarazzato capo dell’intelligence russa risponde: “Sosterrò il riconoscimento delle repubbliche”, balbetta, e Putin di rimando e con più forza: “Lo sostieni o lo sosterrai? Sii chiaro!” “Lo sosterrò” risponde Naryškin. E Putin ancora: “Ma dimmi solo sì o no!”. Risposta: “Io sostengo la proposta di far entrare le repubbliche di Doneck e Luhans’k nella Federazione Russa”.
Sorridente ma sempre più alterato Putin lo incalza: “Ma non parliamo di questo, non stiamo discutendo di questo. Noi stiamo parlando di riconoscere la loro indipendenza. Sì o no?” E alla fine il capo delle spie capitola: “Sì, condivido la proposta di riconoscere la loro indipendenza”
“Grazie puoi tornare al tuo posto!” conclude Putin.