1)
I volti; da ore incollato agli schermi della TV, fatta la tara delle tante parole dei tanti esperti improvvisati, concentrato sulle immagini che arrivano da Kiev e dall’Ucraina: il viso di Vladimir Putin, mentre nel suo messaggio pre/registrato annuncia la guerra, quello sguardo freddo, glaciale, “lontano”; e quello dei profughi: il reticolo di rughe, le lacrime, la paura, il dolore, la rabbia: sono identici vengano dal Sahel, dalla Siria, dall’Afghanistan, dal Venezuela o dall’Ucraina.
La memoria porta ad anni lontani. Nel 1979, per esempio, si seppe organizzare una spedizione per salvare le vite di migliaia di vietnamiti: si trattava del salvataggio dei Boat people, profughi in fuga dal regime del Vietnam del Nord. Fu una bella pagina, quella scritta dalla Marina militare italiana: furono utilizzate tre navi, “Andrea Doria”, “Vittorio Veneto” e “Vesuvio” di appoggio. La spedizione particolarmente delicata, unica nel suo genere, si concluse con il salvataggio di migliaia di persone tra donne, uomini, bambini. Oggi nulla di tutto ciò, si vede.
2)
Elena Kovalskaya, la direttrice del Teatro statale e Centro Culturale Vsevolod Meyerhold di Mosca, ha annunciato le sue dimissioni per protesta contro l’invasione dell’Ucraina. “È impossibile lavorare per un assassino e riscuotere uno stipendio da lui“. Questo mentre il teatro Majakovskij di Mosca proibisce ai suoi attori di fare “QUALSIASI commento” sull’invasione russa dell’Ucraina. L’Ufficio Cultura della città avverte che ogni commento negativo sarà considerato ‘tradimento’. Chapeau.
3)
E’ da ingenui, da poco competenti, credere che la crisi ucraina derivi da un timore russo per uno spiegamento di missili e forze della NATO ai suoi confini. E’ da ingenui, da poco competenti, credere che la minaccia per l’Occidente sia una possibile invasione da parte di truppe russe concentrate alla frontiera con l’Ucraina.

L’intolleranza e la durezza di Putin affondano non tanto nell’aspetto militare, piuttosto nel timore di una pandemia, che sarebbe letale per lui e per il regime oligarchico che domina la Russia. Una pandemia che si chiama democrazia. Quello che Putin non può, non vuole tollerare è che ai suoi confini si sviluppino germi di democrazia: minerebbero in modo incurabile il suo sistema di governo autoritario. Pensare che Putin sia preoccupato da un possibile attacco di NATO o l’Occidente è da sprovveduti. Che i valori e le idee “occidentali” continuino a erodere il regime russo che ha in Putin il suo più visibile esponente e leader, questo sì: è un timore fondato. La questione è la vulnerabilità, la fragilità della Russia putiniana di fronte alla contaminazione politica. Quando Putin sostiene che l’’avvicinamento dell’Ucraina all’Occidente (non solo l’ingresso di Kiev nella pur fragile Unione Europea), lo considera un atto ostile, questo vuol dire, questo significa.

Per quanto sia confusa la situazione, e azzardati i giudizi, ci sono alcuni punti fermi:
a) E’ la Russia che invade l’Ucraina, nel 2014, e da sette anni combatte contro il legittimo governo ucraino che legittimamente difende la sua sovranità territoriale.
b) E’ la Russia che si è impadronita di una regione ucraina e ora se ne impadronisce di un’altra.
c) E’ la Russia che sempre nel 2014 occupa la Crimea, e per questo motivo sono scattate le sanzioni della comunità internazionale.
d) E’ la Russia che alimenta una guerra a bassa intensità nella regione del Donbass.
e) E’ la Russia che, sempre nella regione del Donbass, nel luglio 2014, ha abbattuto un aereo passeggeri civile, 298 persone uccise, “colpevoli” solo di “transitare” in quei cieli.
f) E’ la Russia che ha ammassato una quantità di soldati al confine con l’Ucraina e minaccia di invaderla.
g) E’ la Russia, i soldati di Putin, che arrivano da “fuori”, non i soldati di Kiev.
4)
Si assiste a uno spiegamento di forze straordinario, di terra e di cielo; coinvolge parecchie migliaia di militari, che agiscono a tenaglia, Nord, est e sud. Evidentemente da mesi si sono elaborati piani, pianificati progetti. Probabilmente Putin e i suoi avranno anche immaginato reazioni e contraccolpi, di carattere politico, economico e finanziario; e predisposto delle contro-mosse. Tutto questo, nella massima segretezza? I servizi segreti quelli USA e degli altri paesi occidentali, non si sono accorti di nulla, non avevano previsto nulla, non avevano avvertito nessuno? Se la risposta è NO, questo NO dovrebbe far riflettere. Se invece la risposta è SI, questo SI dovrebbe far riflettere ancor di più…