Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
October 14, 2021
in
Primo Piano
October 14, 2021
0

Indagini assalto del 6 gennaio: Trump e il Congresso vicini alla resa dei conti

Le indagini della Commissione bipartisan arrivano al clou e l'ex presidente - che blocca Bannon dal testimoniare - manda segnali ricattatori a tutto il Gop

Massimo JausbyMassimo Jaus
Global Security Experts Ask: “Was the Storming of The Capitol an Inside Job”?

Attack on Capitol Hill. January 6, 2021. (Wikimedia Commons)

Time: 4 mins read

La verità fa paura quindi meglio cercare di ostacolare in tutti i modi che venga raccontata. Per due volte questa politica usata dall’ex presidente Donald Trump durante i procedimenti di impeachment ha funzionato. Da vedere ora che non è più alla Casa Bianca se otterrà lo stesso effetto anche alla Commissione d’inchiesta bipartisan della Camera dei Rappresentanti che indaga sull’assalto al Congresso del 6 gennaio scorso.

La dimostrazione che i giochi si sono fatti pesanti viene dai gesti dell’ex presidente che ieri sera ha mandato milioni di tweet (usando gli account dei suoi collaboratori) chiedendo ai suoi simpatizzanti di non andare a votare alle prossime elezioni se i repubblicani ora al Congresso non continueranno a sostenere che il risultato del 3 novembre è stato ottenuto con i brogli. Poco importa che i brogli, come ampiamente dimostrato non ci siano stati. Un ricatto al suo partito e ai parlamentari per cercare di impedire che gli americani sappiano la verità sul suo tentativo di mantenere la Casa Bianca anche dopo la sconfitta elettorale.

La Commissione bipartisan indaga. Composta da nove parlamentari, 7 democratici e 2 repubblicani, interroga i testimoni, legge le relazioni dell’Fbi e dell’Homeland Security sui contatti tra Casa Bianca e gli organizzatori del rally “Stop the Steal” e i legami che questi avevano con i gruppi estremisti delle milizie. Fioccano le convocazioni per avere i particolari sui preparativi per il rally finito con l’assalto al Congresso. Si chiamano i collaboratori dell’ex presidente per capire la strategia che si voleva usare nel tentativo di annullare l’esito elettorale. E questa mattina uno degli attori principali, Steve Bannon, l’ex guru politico di Donald Trump, non si è presentato davanti ai parlamentari della Commissione d’inchiesta che lo avevano convocato. Fedelissimo al suo boss, che prima di lasciare la Casa Bianca gli ha concesso il perdono presidenziale per la truffa fatta a quanti avevano donato alla sua fondazione milioni di dollari per la costruzione del muro al confine del Messico, ha disertato la convocazione. Robert Costello, l’avvocato di Bannon, in una lettera mandata alla Commissione ha affermato che il suo cliente non testimonierà fintanto che non verrà stabilita la validità del privilegio esecutivo presidenziale imposto da Trump per mantenere segrete le comunicazioni.

Di rimando i parlamentari della Commissione inviato alla magistratura federale la documentazione per incriminare penalmente Bannon per oltraggio alla corte. “Non si era presentato quando era stato convocato come testimone al procedimento di impeachment per il Russiagate – ha detto il congressman democratico Adam Schiff – ma allora aveva un presidente che lo proteggeva. Ora, invece, ha solo un ex presidente che gli dà degli ordini”.

Steve Bannon, al centro con la cravatta gialla alla Casa Bianca, quando era ancora il consigliere speciale del Presidente Donald Trump (Foto White House)

I congressman della Commissione d’inchiesta hanno detto che useranno la mano pesante con tutti i testimoni che non rispetteranno gli ordini di convocazione. Questo perché il maggior ostacolo che la commissione incontra è quello di ottenere la testimonianza degli ex collaboratori di Trump.  Nei prossimi giorni dovranno testimoniare l’ex capo di gabinetto, Mark Meadows, il suo vice Dan Scavino e il capo dello staff del ministero della Difesa Kashyap Patel, ma per tutti, come per Steve Bannon, è stato ordinato da Trump di non parlare. Ma Mark Meadows e Kashyap Patel, sarebbero in “trattative” con i membri della Commissione.

Ci sono poi anche molti altri ex membri dell’ex amministrazione Trump che collaborano alle indagini. Ieri sera, dopo che per otto ore era stato interrogato l’allora ministro di Giustizia ad interim Jeffrey Rosen, è stato diramato un mandato di comparizione anche per Jeffrey Clark, ex alto funzionario del dipartimento di Giustizia, ritenuto il teorico dell’annullamento elettorale se fossero state trovati i brogli. Era lui che al Dipartimento della Giustizia avrebbe cercato in tutti i modi di trovare irregolarità elettorali anche dopo che lo stesso Dipartimento della Giustizia aveva detto che le frodi non c’erano state. Un gesto scrive The New Republic che avrebbe portato Jeffrey Clark nel circolo ristretto dei consiglieri di Donald Trump. Sarebbe stato lui inoltre l’architetto del tentativo giuridico, usando la scusa dei brogli, per bloccare la certificazione dei risultati elettorali.  Jeffrey Clark sarebbe solo una delle altre 19 persone che la Commissione ha convocato per i prossimi giorni.

“La commissione vuole capire tutti i dettagli riguardanti i tentativi fatti dalla precedente amministrazione per ritardare la certificazione delle elezioni 2020 e di amplificare la disinformazione sul risultato”, ha affermato in un comunicato il presidente della commissione, il democratico del Mississippi Bennie Thompson. “Dobbiamo comprendere il ruolo di Mr. Clark in questo piano e capire chi fosse coinvolto all’interno dell’amministrazione. Ci aspettiamo che Mr. Clark cooperi con l’indagine”.

Biden vs Trump (Illustration by Antonella Martino)

Molti documenti sono già stati mandati alla Commissione. Nei giorni scorsi la Casa Bianca aveva respinto la richiesta di Donald Trump di bloccare la consegna alla Commissione da parte dei National Archives dei documenti relativi all’assalto al Congresso. Biden aveva desecretato tutti i documenti dell’era Trump spiegando che le circostanze uniche riguardanti quei fatti costringono alla consegna del materiale. L’ex presidente aveva invocato il “privilegio dell’esecutivo”, che avrebbe assicurato la segretezza degli atti presidenziali e il comportamento di Trump e dei suoi consiglieri nelle drammatiche ore dell’assalto. In una lettera ufficiale indirizzata ai National Archives, la Casa Bianca aveva comunicato la decisione di Biden: secondo il presidente, il “privilegio esecutivo non tutela gli interessi degli Stati Uniti”. Trump ha risposto, sempre per lettera, riaffermando il suo diritto a tenere segreti tutti e cinquanta i documenti richiesti. Da decidere se un ex presidente possa invocare una volta che non è più alla Casa Bianca un privilegio presidenziale.

Share on FacebookShare on Twitter
Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

DELLO STESSO AUTORE

New York si prepara all’arresto di Trump: Adams mobilita tutti i suoi agenti

New York si prepara all’arresto di Trump: Adams mobilita tutti i suoi agenti

byMassimo Jaus
Il Gran Giurì di New York incrimina Donald Trump

Il Gran Giurì di New York incrimina Donald Trump

byMassimo Jaus

A PROPOSITO DI...

Tags: Adam SchiffDonald Trumpelezioni 2020Elezioni Usa 2020Steve BannonUSA 2020
Previous Post

Astensionismo e partecipazione, dilemma della democrazia

Next Post

Bill Clinton in terapia intensiva, ma i medici sono fiduciosi: “Risponde bene alle cure”

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Nashville, donna apre il fuoco in una scuola: 6 morti fra insegnanti e alunni

La comunità LGBT dopo la strage di Nashville: “Non siamo noi gli assassini”

byMassimo Jaus
Nashville, donna fa strage a scuola. Sette morti

Nashville, il ridicolo dopo la tragedia: per i repubblicani è colpa dell’identità di genere

byMassimo Jaus

Latest News

Il gran giurì ha finito le indagini: pronto il rapporto sul ruolo di Trump nel 6 gennaio

Trump’s Arraignment Schedule Firms Up–Here’s How it Looks

byAmanda James
Scossa IOM: Vitorino insidiato dalla vice Pope e dalla crisi di migranti in Tunisia

Scossa IOM: Vitorino insidiato dalla vice Pope e dalla crisi di migranti in Tunisia

byStefano Vaccara

New York

Seventy Time Seven: la condanna a morte di Paula Cooper nel nuovo libro di Alex Mar

Seventy Time Seven: la condanna a morte di Paula Cooper nel nuovo libro di Alex Mar

byAlessandro D'Ercole

Fuga da New York: in un anno via 123.000 residenti. Manhattan in controtendenza

byPaolo Cordova

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post
Bill Clinton in terapia intensiva, ma i medici sono fiduciosi: “Risponde bene alle cure”

Bill Clinton in terapia intensiva, ma i medici sono fiduciosi: "Risponde bene alle cure"

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the Term of Service and the Privacy Policy.

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?